Ricostruire un’azione unitaria con Cgil e Uil ? “La Cisl è pronta, lo chiede da mesi; anche perché quel filo altri l’hanno rotto, quando hanno deciso da soli di andare allo sciopero generale; ma per far uscire il Paese dalla crisi non basta, serve un patto sociale più ampio.”
Così Anna Maria Furlan, intervenendo al convegno 'Sindacato e politica: quale rapporto?' organizzato dalla Cisl di Firenze e Prato ha risposto alla segretaria Cgil, Camusso, che proprio da Firenze, il giorno prima, aveva rilanciato l’unità sindacale.
Oggi, ha spiegato Furlan, è necessaria "una strategia comune non solo tra i sindacati confederali, ma bisogna coinvolgere le associazioni datoriali e i governi a tutti i livelli”, comprese le Regioni e le grandi città, perché “le scelte da fare sono veramente importanti, per cambiare il Paese” che negli anni della crisi ha perso, ha ricordato la Segretaria Cisl, il 25% della produzione industriale e ha oggi 3 milioni e mezzo di disoccupati.
Una crisi di fronte alla quale “la politica non è stata all'altezza di svolgere il suo ruolo”, né con “i governi tecnici che hanno scelto la strada esclusiva del rigore”, né con “quelli successivi. Così come non lo sono stati i rapporti tra maggioranza e opposizione". Tanto che non può certo stupire la scarsa affluenza alle urne, anzi, dice Furlan, “non andare a votare è forse per tanti cittadini l'ultima carta per dare un messaggio chiaro di bisogno di cambiamento.”
“Oggi –ha aggiunto Furlan- abbiamo bisogno di un progetto industriale serio che rilanci la competitività; dobbiamo rinnovare i contratti e definire nuove regole per un nuovo modello contrattuale, che metta al centro la produttività e che quindi rafforzi molto la contrattazione territoriale e aziendale. Se non mettiamo insieme le energie migliori per fare questo, tutto il resto, anche se utile, non servirà: riforme istituzionali, riforme elettorali, nuove regole del mercato del lavoro, non basteranno.”
Nel Salone dei Duecento, sede del Consiglio comunale fiorentino, si sono confrontati sul tema del rapporto tra sindacato e politica la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd), il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (Ncd), l’onorevole Alfonso Bonafede (Movimento 5stelle), il segretario provinciale di Forza Italia Nicola Nascosti e il segretario generale della Cisl di Firenze e Prato Roberto Pistonina.
Punto di partenza la domanda se le organizzazioni di rappresentanza economica e sociale, quelli che un tempo si chiamavano corpi intermedi ed erano considerati presidi fondamentali di partecipazione e democrazia, per evitare che il cittadino sia solo di fronte al potere, possono ancora offrire un contributo proficuo o sono ormai superflui nella nuova ‘democrazia 2.0’.
“C’è un rapporto da rifondare tra politica e sindacato –ha detto Pistonina-, per questo abbiamo costruito questa iniziativa, con l’idea di un confronto schietto. Noi crediamo di essere ancora importanti, un pezzo della democrazia. Ascoltarci credo sia utile. Magari ad evitare errori come quelli commessi sugli esodati con la riforma Fornero !”
E dal confronto è uscito un riconoscimento unanime del ruolo e della funzione del sindacato e delle organizzazioni di rappresentanza, seppure con accenti e toni differenti e non senza qualche punzecchiatura reciproca tra i politici.
“Non c’è una crisi di rappresentanza numerica nel sindacato –ha sottolineato Furlan nell’intervento conclusivo-. Gli iscritti non calano, tantomeno tra gli attivi. Ma i lavoratori chiedono il cambiamento della tipologia di tutela e di rappresentanza. La domanda che ci viene rivolta è spesso per un bisogno individuale piuttosto che collettivo”, fermo restando l’impegno sulle crisi, i piani industriali o la contrattazione nazionale. “E ci chiedono di fare solo il sindacato. Per questo quello che possiamo fare per aiutare l a politica è vivere nei fatti la nostra autonomia.” Perché se è giusto “costruire un rapporto stretto e importante" con la politica, ciò va fatto "in un clima di assoluta autonomia: il sindacato fa il sindacato, le istituzioni e la politica hanno un altro ruolo.” Per questo “non condividiamo per niente la 'Coalizione sociale' di Landini, un fritto misto per cui il mondo dell'associazionismo crea un movimento politico e magari discute anche della bontà dei contratti".
Così Anna Maria Furlan, intervenendo al convegno 'Sindacato e politica: quale rapporto?' organizzato dalla Cisl di Firenze e Prato ha risposto alla segretaria Cgil, Camusso, che proprio da Firenze, il giorno prima, aveva rilanciato l’unità sindacale.
Oggi, ha spiegato Furlan, è necessaria "una strategia comune non solo tra i sindacati confederali, ma bisogna coinvolgere le associazioni datoriali e i governi a tutti i livelli”, comprese le Regioni e le grandi città, perché “le scelte da fare sono veramente importanti, per cambiare il Paese” che negli anni della crisi ha perso, ha ricordato la Segretaria Cisl, il 25% della produzione industriale e ha oggi 3 milioni e mezzo di disoccupati.
Una crisi di fronte alla quale “la politica non è stata all'altezza di svolgere il suo ruolo”, né con “i governi tecnici che hanno scelto la strada esclusiva del rigore”, né con “quelli successivi. Così come non lo sono stati i rapporti tra maggioranza e opposizione". Tanto che non può certo stupire la scarsa affluenza alle urne, anzi, dice Furlan, “non andare a votare è forse per tanti cittadini l'ultima carta per dare un messaggio chiaro di bisogno di cambiamento.”
“Oggi –ha aggiunto Furlan- abbiamo bisogno di un progetto industriale serio che rilanci la competitività; dobbiamo rinnovare i contratti e definire nuove regole per un nuovo modello contrattuale, che metta al centro la produttività e che quindi rafforzi molto la contrattazione territoriale e aziendale. Se non mettiamo insieme le energie migliori per fare questo, tutto il resto, anche se utile, non servirà: riforme istituzionali, riforme elettorali, nuove regole del mercato del lavoro, non basteranno.”
Nel Salone dei Duecento, sede del Consiglio comunale fiorentino, si sono confrontati sul tema del rapporto tra sindacato e politica la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd), il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (Ncd), l’onorevole Alfonso Bonafede (Movimento 5stelle), il segretario provinciale di Forza Italia Nicola Nascosti e il segretario generale della Cisl di Firenze e Prato Roberto Pistonina.
Punto di partenza la domanda se le organizzazioni di rappresentanza economica e sociale, quelli che un tempo si chiamavano corpi intermedi ed erano considerati presidi fondamentali di partecipazione e democrazia, per evitare che il cittadino sia solo di fronte al potere, possono ancora offrire un contributo proficuo o sono ormai superflui nella nuova ‘democrazia 2.0’.
“C’è un rapporto da rifondare tra politica e sindacato –ha detto Pistonina-, per questo abbiamo costruito questa iniziativa, con l’idea di un confronto schietto. Noi crediamo di essere ancora importanti, un pezzo della democrazia. Ascoltarci credo sia utile. Magari ad evitare errori come quelli commessi sugli esodati con la riforma Fornero !”
E dal confronto è uscito un riconoscimento unanime del ruolo e della funzione del sindacato e delle organizzazioni di rappresentanza, seppure con accenti e toni differenti e non senza qualche punzecchiatura reciproca tra i politici.
“Non c’è una crisi di rappresentanza numerica nel sindacato –ha sottolineato Furlan nell’intervento conclusivo-. Gli iscritti non calano, tantomeno tra gli attivi. Ma i lavoratori chiedono il cambiamento della tipologia di tutela e di rappresentanza. La domanda che ci viene rivolta è spesso per un bisogno individuale piuttosto che collettivo”, fermo restando l’impegno sulle crisi, i piani industriali o la contrattazione nazionale. “E ci chiedono di fare solo il sindacato. Per questo quello che possiamo fare per aiutare l a politica è vivere nei fatti la nostra autonomia.” Perché se è giusto “costruire un rapporto stretto e importante" con la politica, ciò va fatto "in un clima di assoluta autonomia: il sindacato fa il sindacato, le istituzioni e la politica hanno un altro ruolo.” Per questo “non condividiamo per niente la 'Coalizione sociale' di Landini, un fritto misto per cui il mondo dell'associazionismo crea un movimento politico e magari discute anche della bontà dei contratti".
Tasse: al via in Toscana la raccolta firme sulla proposta di legge Cisl
Cerza ai sindaci toscani: “se non vi piace fare la parte dello sceriffo di Nottingham, aiutateci a promuovere questa legge, per un fisco più equo.”
Al via anche in Toscana la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare lanciata dalla Cisl nazionale per un fisco più equo. Già da oggi è possibile firmare a sostegno del progetto di riforma del fisco in tutte le sedi Cisl sul territorio toscano (indicate sul sito www.cisltoscana.it), mentre nelle prossime settimane saranno organizzati momenti di raccolta firme anche con banchini in piazze, mercati e luoghi di ritrovo della nostra regione.
La campagna Cisl in Toscana è stata presentata stamani a Firenze nel corso del Consiglio Generale regionale, a cui ha preso parte anche il Segretario confederale Cisl Maurizio Petriccioli, che nella segreteria nazionale Cisl si occupa in particolare dei temi fiscali. “A livello nazionale –ha detto Petriccioli- la legge prevede un bonus di mille euro per tutti i lavoratori con reddito fino a 40 mila euro, includendo anche –a differenza degli 80 euro di Renzi- pensionati, incapienti e autonomi. Nella legge indichiamo anche come trovare le risorse per finanziarlo, perché noi non siamo ‘orgogliosamente populisti’, come dice qualche politico, ma orgogliosamente responsabili.” “A livello locale invece –aggiunge il Segretario confederale- chiediamo che la prima casa di abitazione non sia tassata. Con la Tasi quello che era uscito dalla porta è rientrato dalla finestra: si paga quanto con la vecchia Ici/Imu, ma aumentata del 16-20%. Oltre la prima casa la tassazione deve essere poi progressiva, per distinguere chi ha ereditato la vecchia casa del nonno da chi possiede 20 appartamenti.” Durante il Consiglio Generale è stata illustrata nel dettaglio la ricerca, condotta dalla Federazione toscana dei pensionati Cisl da cui è emerso che in tre anni i comuni toscani (per la precisione un campione di 50 dei maggiori comuni, che copre il 57% della popolazione) hanno aumentato la pressione tributaria del 91,7%. “Lo scopo della nostra ricerca –ha spiegato il Segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza- non è però quello di accusare i comuni, quanto di evidenziare il problema. Sappiamo che a causare l’innalzamento della pressione tributaria è stato il taglio di trasferimenti da Roma; che da anni scarica sui comuni il compito di aumentare le tasse. Ma per i cittadini cambia poco che le tasse vadano allo Stato o al Comune, sanno solo che sono aumentate, spesso a fronte di servizi che invece sono stati tagliati.” “Per questo –ha aggiunto Cerza- ai sindaci toscani diciamo: se anche a voi non piace fare la parte dello sceriffo di Nottingham, aiutateci a promuovere questa legge, per una vera, profonda e seria riforma del fisco.” GUARDA LO SPOT INFORMATIVO SULLA CAMPAGNA FISCO |
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