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Invalidità civile e sostegno alla disabilità:
l’attuazione della riforma non va.
Firenze è la città più grande dove è partita la sperimentazione e subito sono emersi grossi problemi che penalizzano proprio le persone più fragili, a cui il D.lgs 62/2024 voleva offrire un servizio migliore. Il punto stamani nell’incontro all’Inps di Firenze.
“Una riforma che dovrebbe essere a vantaggio dei cittadini e migliorare l’efficacia dei servizi, nei fatti produce disagi alle persone fragili e alle loro famiglie. E’ quanto sta accadendo con la prima fase della riforma su invalidità civile e disabilità prevista dal Decreto legislativo 62 del 2024.” A denunciarlo è la Cisl Firenze-Prato, che stamani ha partecipato a un incontro di coordinamento fra la Direzione Inps di Firenze e i rappresentanti dei sindacati confederali che hanno da tempo evidenziato il problema e denunciato i rischi gravi di carenza del servizio.
Una denuncia che la Cisl Firenze-Prato ora rilancia con urgenza.
La sperimentazione è stata avviata in 9 territori italiani, tra cui Firenze che è la città più grande tra quelle prescelte e dove stanno trasformandosi in realtà tutti i timori paventati da tempo dai sindacati. Il Decreto, nelle intenzioni, punta ad assicurare alla persona il riconoscimento della propria condizione di disabilità, rimuovendo gli ostacoli e attivando i sostegni utili al pieno esercizio dei diritti civili e sociali.
Con questo obiettivo viene riformata anche la procedura per il riconoscimento dell’invalidità civile che, trasferita direttamente all’Inps, dovrebbe accorciare tempi di risposta e di certificazione.
“Il problema – spiega la Cisl Firenze-Prato - nasce però da una situazione organizzativa gravemente carente per attuare la legge, a cominciare dal fatto che, in una fase iniziale di riorganizzazione occorrerebbero investimenti aggiuntivi di cui nessuna sede Inps è stata dotata. Inoltre si evidenzia che la piattaforma on line fino a pochi giorni fa non era operativa e solo adesso cominciano i primi segnali di funzionamento; allo stesso tempo si evidenzia che a rilasciare il certificato che fa partire la pratica dovrebbero essere i medici, a cominciare da quelli di base, mentre la maggior parte di loro non ha aderito alla sperimentazione e chi lo fa chiede cifre “abnormi”.
Mancano poi ancora tempi certi per prendere in carico la richiesta e procedere al riconoscimento mentre le sedi Inps in cui sarà presente della Commissione tecnica di valutazione delle richieste saranno al momento solo 3, un numero oggettivamente insufficiente rispetto all’utenza di un territorio così vasto, che peserà drammaticamente sugli abitanti delle zone interne e montane, costretti a fare decine e decine di chilometri per presentarsi alle Commissioni di valutazione.
“Il quadro che si sta delineando - continua il sindacato – è ad oggi gravemente insufficiente; si è corsi a mettere in moto la macchina da gennaio di quest’anno, ma non si sono predisposti gli strumenti necessari per venire incontro a bisogni così essenziali per le persone disabili e le loro famiglie. Per queste ragioni abbiamo chiesto nell’ incontro con l’ Inps di predisporre con urgenza i necessari correttivi e rafforzamenti e di agire, se necessario, anche sul livello nazionale, con modifiche organizzative e la richiesta di indispensabili proroghe prima di passare a regime ( è infatti impensabile che la situazione esistente consentirà come prevede la legge di passare a regime dal gennaio del prossimo anno ): ne va di un corretto esercizio del
servizio e del riconoscimento effettivo dei bisogni delle persone fragili.”
Una denuncia che la Cisl Firenze-Prato ora rilancia con urgenza.
La sperimentazione è stata avviata in 9 territori italiani, tra cui Firenze che è la città più grande tra quelle prescelte e dove stanno trasformandosi in realtà tutti i timori paventati da tempo dai sindacati. Il Decreto, nelle intenzioni, punta ad assicurare alla persona il riconoscimento della propria condizione di disabilità, rimuovendo gli ostacoli e attivando i sostegni utili al pieno esercizio dei diritti civili e sociali.
Con questo obiettivo viene riformata anche la procedura per il riconoscimento dell’invalidità civile che, trasferita direttamente all’Inps, dovrebbe accorciare tempi di risposta e di certificazione.
“Il problema – spiega la Cisl Firenze-Prato - nasce però da una situazione organizzativa gravemente carente per attuare la legge, a cominciare dal fatto che, in una fase iniziale di riorganizzazione occorrerebbero investimenti aggiuntivi di cui nessuna sede Inps è stata dotata. Inoltre si evidenzia che la piattaforma on line fino a pochi giorni fa non era operativa e solo adesso cominciano i primi segnali di funzionamento; allo stesso tempo si evidenzia che a rilasciare il certificato che fa partire la pratica dovrebbero essere i medici, a cominciare da quelli di base, mentre la maggior parte di loro non ha aderito alla sperimentazione e chi lo fa chiede cifre “abnormi”.
Mancano poi ancora tempi certi per prendere in carico la richiesta e procedere al riconoscimento mentre le sedi Inps in cui sarà presente della Commissione tecnica di valutazione delle richieste saranno al momento solo 3, un numero oggettivamente insufficiente rispetto all’utenza di un territorio così vasto, che peserà drammaticamente sugli abitanti delle zone interne e montane, costretti a fare decine e decine di chilometri per presentarsi alle Commissioni di valutazione.
“Il quadro che si sta delineando - continua il sindacato – è ad oggi gravemente insufficiente; si è corsi a mettere in moto la macchina da gennaio di quest’anno, ma non si sono predisposti gli strumenti necessari per venire incontro a bisogni così essenziali per le persone disabili e le loro famiglie. Per queste ragioni abbiamo chiesto nell’ incontro con l’ Inps di predisporre con urgenza i necessari correttivi e rafforzamenti e di agire, se necessario, anche sul livello nazionale, con modifiche organizzative e la richiesta di indispensabili proroghe prima di passare a regime ( è infatti impensabile che la situazione esistente consentirà come prevede la legge di passare a regime dal gennaio del prossimo anno ): ne va di un corretto esercizio del
servizio e del riconoscimento effettivo dei bisogni delle persone fragili.”
ESPLOSIONE STABILIMENTO ENI DI CALENZANO
Clicca QUI per leggere l'intervista del Segretario Generale Fabio Franchi, rilasciata a La Nazione
FIRENZE, PASSARE DAL SOGNO AL BISOGNO
Le considerazioni della Cisl sulla nuova giunta annunciata dalla sindaca Funaro. Timori di un indebolimento della spinta riformista e di una deriva che privilegi slogan e battaglie di principio alla soluzione dei problemi
La nuova giunta di Firenze è stata annunciata. La Sindaca Funaro ha fatto le sue scelte. Legittimamente.
Nello scorrere l’elenco dei dieci assessori emergono però timori che la spinta riformista di cui Firenze è stata protagonista in questi anni sia alquanto indebolita. Il rischio di una deriva che ama molto gli slogan e le battaglie di principio, ma che a fatica riesce a confrontarsi e a proporre soluzioni non serve a questa città.
Non ci ha sorpreso la nomina di Paola Galgani ad assessore e vice sindaca; erano stati bravi i giornalisti a citare frequentemente il suo nome, nei mesi scorsi addirittura come possibile candidata sindaca e poi ad inserirla negli ultimi giorni nella girandola dei possibili assessori.
Conosco Paola da tempo e con lei abbiamo affrontato molteplici temi e problemi di questa città e ho avuto modo di apprezzarne la serietà e le competenze; altresì guardiamo con interesse al coinvolgimento di esponenti della rappresentanza sindacale con importanti incarichi, ma lo facciamo con l’auspicio che questo sia vero desiderio di curare le relazioni della città e non una scelta di pesi e contrappesi politici.
Per cui non posso che augurarle un buon lavoro e garantirle che continuerà a trovare nella Cisl un sindacato riformista, pragmatico e autonomo dai partiti.
E’ sotto gli occhi di tutti che questa città ha la necessità urgente di passare dal sogno al bisogno.
I suoi cittadini, sia quelli che hanno votato Funaro, sia quelli che avevano scelto Schimdt, hanno la necessità di viverla questa Firenze, di sentirla di nuovo loro, dei fiorentini, che qui pagano le tasse, che ci vivono, ma che hanno a che fare con una mancanza di sicurezza sempre più palese, una mobilità costantemente in cantiere, un problema casa che mina sempre più la dignità e il diritto alla cittadinanza, una gestione sanzionatoria al limite del persecutorio, infrastrutture perennemente ai nastri di partenza, uno smaltimento rifiuti sempre più caro, un turismo e un terziario che oltre a far ricchi solo alcuni non rispettano i contratti del settore e impoveriscono i tanti lavoratori occupati.
Dimostrazione ne è la recente indagine di Cgia Mestre che colloca Firenze al 10° posto per reddito medio complessivo da lavoro, con 26.285€, mentre i nostri cugini di Bologna (il Tour ha fatto tappa pure lì) occupano il 5° posto, con una differenza di €2.000 pro capite. Segno che la Firenze dell’artigianato e della grande impresa sta perdendo quella capacità attrattiva di nuovi investimenti e di nuova professionalità lavorativa, mentre una grande città deve continuare a poggiare la sua economia sul manifatturiero.
Siamo preoccupati allora, perché Firenze ha bisogno di essere gestita con saggezza e buon senso e non vorremmo che le polarizzazioni e le ideologie della politica mettessero a rischio questo processo, facendo passare in secondo piano la ricerca delle risposte di cui la città ha veramente bisogno.
A cominciare da quella che attende il fenomeno della povertà che aumenta e dei salari che non bastano più neppure a chi lavora, a causa di un carovita fuori controllo. Il primo motore di cittadinanza, ce lo insegna la Costituzione, è il lavoro. Un lavoro che in questa città sempre più spesso non basta più per non essere poveri. E non è certo col salario minimo e i referendum che si risolve questo problema.
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato
Firenze, 12 luglio 2024
La nuova giunta di Firenze è stata annunciata. La Sindaca Funaro ha fatto le sue scelte. Legittimamente.
Nello scorrere l’elenco dei dieci assessori emergono però timori che la spinta riformista di cui Firenze è stata protagonista in questi anni sia alquanto indebolita. Il rischio di una deriva che ama molto gli slogan e le battaglie di principio, ma che a fatica riesce a confrontarsi e a proporre soluzioni non serve a questa città.
Non ci ha sorpreso la nomina di Paola Galgani ad assessore e vice sindaca; erano stati bravi i giornalisti a citare frequentemente il suo nome, nei mesi scorsi addirittura come possibile candidata sindaca e poi ad inserirla negli ultimi giorni nella girandola dei possibili assessori.
Conosco Paola da tempo e con lei abbiamo affrontato molteplici temi e problemi di questa città e ho avuto modo di apprezzarne la serietà e le competenze; altresì guardiamo con interesse al coinvolgimento di esponenti della rappresentanza sindacale con importanti incarichi, ma lo facciamo con l’auspicio che questo sia vero desiderio di curare le relazioni della città e non una scelta di pesi e contrappesi politici.
Per cui non posso che augurarle un buon lavoro e garantirle che continuerà a trovare nella Cisl un sindacato riformista, pragmatico e autonomo dai partiti.
E’ sotto gli occhi di tutti che questa città ha la necessità urgente di passare dal sogno al bisogno.
I suoi cittadini, sia quelli che hanno votato Funaro, sia quelli che avevano scelto Schimdt, hanno la necessità di viverla questa Firenze, di sentirla di nuovo loro, dei fiorentini, che qui pagano le tasse, che ci vivono, ma che hanno a che fare con una mancanza di sicurezza sempre più palese, una mobilità costantemente in cantiere, un problema casa che mina sempre più la dignità e il diritto alla cittadinanza, una gestione sanzionatoria al limite del persecutorio, infrastrutture perennemente ai nastri di partenza, uno smaltimento rifiuti sempre più caro, un turismo e un terziario che oltre a far ricchi solo alcuni non rispettano i contratti del settore e impoveriscono i tanti lavoratori occupati.
Dimostrazione ne è la recente indagine di Cgia Mestre che colloca Firenze al 10° posto per reddito medio complessivo da lavoro, con 26.285€, mentre i nostri cugini di Bologna (il Tour ha fatto tappa pure lì) occupano il 5° posto, con una differenza di €2.000 pro capite. Segno che la Firenze dell’artigianato e della grande impresa sta perdendo quella capacità attrattiva di nuovi investimenti e di nuova professionalità lavorativa, mentre una grande città deve continuare a poggiare la sua economia sul manifatturiero.
Siamo preoccupati allora, perché Firenze ha bisogno di essere gestita con saggezza e buon senso e non vorremmo che le polarizzazioni e le ideologie della politica mettessero a rischio questo processo, facendo passare in secondo piano la ricerca delle risposte di cui la città ha veramente bisogno.
A cominciare da quella che attende il fenomeno della povertà che aumenta e dei salari che non bastano più neppure a chi lavora, a causa di un carovita fuori controllo. Il primo motore di cittadinanza, ce lo insegna la Costituzione, è il lavoro. Un lavoro che in questa città sempre più spesso non basta più per non essere poveri. E non è certo col salario minimo e i referendum che si risolve questo problema.
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato
Firenze, 12 luglio 2024
''𝘊𝘢𝘳𝘢 𝘚𝘢𝘳𝘢,
𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙣𝙞𝙢𝙤, 𝙨𝙩𝙖 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙪𝙤𝙣𝙚 𝙥𝙧𝙖𝙩𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙨𝙞𝙜𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝘾𝙜𝙞𝙡 𝘾𝙞𝙨𝙡 𝙐𝙞𝙡 𝘮𝘦𝘳𝘤𝘰𝘭𝘦𝘥𝘪̀ 𝘮𝘢𝘵𝘵𝘪𝘯𝘢 𝘪𝘯 𝘗𝘢𝘭𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘔𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪 𝘙𝘪𝘤𝘤𝘢𝘳𝘥𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘤𝘢𝘯𝘵𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘱𝘢𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦: 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘵𝘰𝘤𝘰𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘮𝘶𝘰𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘧𝘪𝘦𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢.
𝙇𝙖̀ 𝙨𝙞 𝙩𝙧𝙤𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙡𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙚: 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙖 𝙖𝙥𝙥𝙡𝙞𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚, 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙞𝙘𝙪𝙧𝙚𝙯𝙯𝙖 𝙚 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙡𝙖𝙪𝙨𝙤𝙡𝙖 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙨𝙖𝙡𝙫𝙖𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙞𝙖.
𝘊𝘰𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘵𝘰𝘤𝘰𝘭𝘭𝘰 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘨𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰.
𝘖𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘳𝘦𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘥𝘪𝘭𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘦 𝘦̀ 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘢𝘥 𝘶𝘯 𝘵𝘢𝘷𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘦𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘦 𝘩𝘢 𝘦𝘴𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘰, 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘢𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘷𝘰𝘭𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘮𝘦𝘥𝘦𝘴𝘪𝘮𝘦 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪.
𝘓𝘦 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘪 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘴𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘮𝘪𝘯𝘪𝘮𝘰 𝘥𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘤𝘢 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘪𝘯𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘤𝘤𝘢 𝘤𝘪𝘧𝘳𝘢 𝘢𝘧𝘧𝘪𝘢𝘯𝘤𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘴𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘴𝘪𝘢𝘴𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘤𝘢𝘳𝘪𝘦𝘵𝘢̀.
𝙈𝙖 𝙨𝙚 𝙘𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 5 𝙢𝙞𝙡𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙝𝙞𝙖𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙢𝙚𝙣𝙤 𝙙𝙞 10 𝙢𝙞𝙡𝙖 𝙚𝙪𝙧𝙤 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙧𝙚𝙙𝙙𝙞𝙩𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙙𝙤𝙫𝙪𝙩𝙤 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙨𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙣𝙞𝙢𝙤, 𝙢𝙖 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙪𝙤, 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙩𝙩𝙚𝙣𝙩𝙚.
𝘕𝘰𝘪 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘩𝘪 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢 ‘’𝘪𝘭 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘮𝘪𝘯𝘪𝘮𝘰 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘭𝘦’’, 𝘮𝘢 ''𝙞𝙡 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙣𝙞𝙢𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚'', 𝘰𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘳𝘦𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯e 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘯𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪, 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘧𝘪𝘳𝘮𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘊𝘎𝘐𝘓 𝘊𝘐𝘚𝘓 𝘦 𝘜𝘐𝘓.
𝘖𝘨𝘯𝘪 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘩𝘢 𝘪𝘭 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘥 𝘶𝘯 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪𝘢 𝘦𝘲𝘶𝘰 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘶𝘯’𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘦, 𝘱𝘰𝘪𝘤𝘩𝘦́ 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘶𝘯 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘨𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘤𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀, 𝘯𝘦𝘭 𝘸𝘦𝘭𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢.
𝙀𝙙 𝙚̀ 𝙦𝙪𝙞, 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙫𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙪𝙣𝙖 𝙢𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤𝙧 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙖 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙖𝙞 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞, 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙧𝙤𝙫𝙚𝙧𝙖𝙞 𝙡𝙖 𝘾𝙞𝙨𝙡.''
𝘍𝘢𝘣𝘪𝘰 𝘍𝘳𝘢𝘯𝘤𝘩𝘪, 𝘚𝘦𝘨𝘳𝘦𝘵𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘎𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘊𝘪𝘴𝘭 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘗𝘳𝘢𝘵𝘰
[LETTERA APERTA in risposta all'articolo sottostante]
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#andratuttonuovo #Cisl #essercipercambiare #salariominimo CISL Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori Cisl Toscana
𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙝𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙣𝙞𝙢𝙤, 𝙨𝙩𝙖 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙪𝙤𝙣𝙚 𝙥𝙧𝙖𝙩𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙨𝙞𝙜𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝘾𝙜𝙞𝙡 𝘾𝙞𝙨𝙡 𝙐𝙞𝙡 𝘮𝘦𝘳𝘤𝘰𝘭𝘦𝘥𝘪̀ 𝘮𝘢𝘵𝘵𝘪𝘯𝘢 𝘪𝘯 𝘗𝘢𝘭𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘔𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪 𝘙𝘪𝘤𝘤𝘢𝘳𝘥𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘤𝘢𝘯𝘵𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘱𝘢𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦: 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘵𝘰𝘤𝘰𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘮𝘶𝘰𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘧𝘪𝘦𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢.
𝙇𝙖̀ 𝙨𝙞 𝙩𝙧𝙤𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙡𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙚: 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙖 𝙖𝙥𝙥𝙡𝙞𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚, 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙞𝙘𝙪𝙧𝙚𝙯𝙯𝙖 𝙚 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙡𝙖𝙪𝙨𝙤𝙡𝙖 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙨𝙖𝙡𝙫𝙖𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙞𝙖.
𝘊𝘰𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘵𝘰𝘤𝘰𝘭𝘭𝘰 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘨𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰.
𝘖𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘳𝘦𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘥𝘪𝘭𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘦 𝘦̀ 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘢𝘥 𝘶𝘯 𝘵𝘢𝘷𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘦𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘦 𝘩𝘢 𝘦𝘴𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘰, 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘢𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘷𝘰𝘭𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘮𝘦𝘥𝘦𝘴𝘪𝘮𝘦 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪.
𝘓𝘦 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘪 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘴𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘮𝘪𝘯𝘪𝘮𝘰 𝘥𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘤𝘢 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘪𝘯𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘤𝘤𝘢 𝘤𝘪𝘧𝘳𝘢 𝘢𝘧𝘧𝘪𝘢𝘯𝘤𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘴𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘴𝘪𝘢𝘴𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘤𝘢𝘳𝘪𝘦𝘵𝘢̀.
𝙈𝙖 𝙨𝙚 𝙘𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 5 𝙢𝙞𝙡𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙝𝙞𝙖𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙢𝙚𝙣𝙤 𝙙𝙞 10 𝙢𝙞𝙡𝙖 𝙚𝙪𝙧𝙤 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙧𝙚𝙙𝙙𝙞𝙩𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙙𝙤𝙫𝙪𝙩𝙤 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙨𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙣𝙞𝙢𝙤, 𝙢𝙖 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙪𝙤, 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙩𝙩𝙚𝙣𝙩𝙚.
𝘕𝘰𝘪 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘩𝘪 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢 ‘’𝘪𝘭 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘮𝘪𝘯𝘪𝘮𝘰 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘭𝘦’’, 𝘮𝘢 ''𝙞𝙡 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙞𝙣𝙞𝙢𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚'', 𝘰𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘳𝘦𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯e 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘯𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪, 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘧𝘪𝘳𝘮𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘊𝘎𝘐𝘓 𝘊𝘐𝘚𝘓 𝘦 𝘜𝘐𝘓.
𝘖𝘨𝘯𝘪 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘩𝘢 𝘪𝘭 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘥 𝘶𝘯 𝘴𝘢𝘭𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪𝘢 𝘦𝘲𝘶𝘰 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢 𝘶𝘯’𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘦, 𝘱𝘰𝘪𝘤𝘩𝘦́ 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘶𝘯 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘨𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘤𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀, 𝘯𝘦𝘭 𝘸𝘦𝘭𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢.
𝙀𝙙 𝙚̀ 𝙦𝙪𝙞, 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙫𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙪𝙣𝙖 𝙢𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤𝙧 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙖 𝙨𝙖𝙡𝙖𝙧𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙖𝙞 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞, 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙧𝙤𝙫𝙚𝙧𝙖𝙞 𝙡𝙖 𝘾𝙞𝙨𝙡.''
𝘍𝘢𝘣𝘪𝘰 𝘍𝘳𝘢𝘯𝘤𝘩𝘪, 𝘚𝘦𝘨𝘳𝘦𝘵𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘎𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘊𝘪𝘴𝘭 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘗𝘳𝘢𝘵𝘰
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Firenze, tempesta in arrivo sul sistema moda: Cassa raddoppiata e rischio licenziamenti
“Aziende artigiane le più colpite, nel silenzio dei Brand ai vertici delle filiere e della politica. Urgente un tavolo con tutti i soggetti coinvolti.”
“Il settore moda dell’area fiorentina, dopo diversi anni di spinta continua e crescita a due cifre, sta conoscendo una brusca frenata, con richieste di ammortizzatori sociali raddoppiate rispetto a un anno fa, tanto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito gli strumenti di sostegno e rischiamo un taglio importante di posti di lavoro.” E’ l’allarme lanciato da Fabio Franchi segretario generale Cisl Firenze-Prato e dal referente moda della Femca-Cisl Firenze-Prato, Gianluca Valacchi, che parlano di una “tempesta perfetta che si sta preparando sul settore, nel silenzio di tutti, a cominciare da chi sta a capo delle varie filiere e dalla politica, troppo impegnata in vista delle imminenti elezioni” e per questo chiedono l’urgente convocazione di un tavolo con tutti i soggetti coinvolti “se vogliamo che il nostro distretto abbia un futuro e un futuro sano”.
“Se da un lato le cause sono da ricercare nella situazione generale economica e politica, italiana e internazionale – spiega Valacchi - dall’altro le scelte strategiche degli ultimi anni si sono rivelate sbagliate: la produzione incontrollata di pezzi (borse, scarpe, ecc.) da destinare al mercato, oggi fermi nei magazzini dei Brand, l’applicazione di modelli organizzativi improntati alla meccanizzazione e a sostituire un processo prettamente manuale. Il comparto moda toscano ha registrato un -9,2% complessivo nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022, con un -8,8% per l’abbigliamento e un -25,9% per le calzature. Tutto questo oggi ha portato all’impennata delle richieste di cassa integrazione e di accesso al fondo solidarietà bilaterale del settore artigiano che da ottobre sta investendo, come un uragano, l’intera filiera della moda (tessile, pelletteria, calzaturiero) e i settori collegati al distretto scandiccese, coinvolgendo migliaia di lavoratrici e lavoratori. A Firenze, nel settore moda, nel settembre 2022 erano state autorizzate da Inps 38mila ore di Cassa integrazione; quest’anno, nello stesso mese, le ore sono state 75mila, quasi il doppio.”
“Siamo impegnati tutti i giorni – prosegue Valacchi - a rispondere alle numerose domande di ammortizzatori sociali ma, oltre l’urgenza, è anche necessario accendere la discussione sulla situazione generale, che coinvolga tutti gli attori, compreso chi sta a capo di queste filiere. Se a questo aggiungiamo il silenzio della politica, troppo impegnata a discutere sulle imminenti elezioni di marzo, ecco che il cerchio si chiude. Nessuno si sta preoccupando del fatto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito tutti gli strumenti di sostegno a propria disposizione e che, pertanto, dovranno iniziare a parlare di tagli dei posti di lavoro, tanti posti di lavoro.”
Per questo, secondo Franchi e Valacchi, “va con estrema urgenza istituito un tavolo di confronto tra parti sociali, Brand e istituzioni politiche per discutere del futuro del nostro distretto e della gestione di questo periodo di difficoltà, anche attraverso l’istituzione di ulteriori strumenti di sostegno delle aziende.”
“Se da un lato le cause sono da ricercare nella situazione generale economica e politica, italiana e internazionale – spiega Valacchi - dall’altro le scelte strategiche degli ultimi anni si sono rivelate sbagliate: la produzione incontrollata di pezzi (borse, scarpe, ecc.) da destinare al mercato, oggi fermi nei magazzini dei Brand, l’applicazione di modelli organizzativi improntati alla meccanizzazione e a sostituire un processo prettamente manuale. Il comparto moda toscano ha registrato un -9,2% complessivo nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2022, con un -8,8% per l’abbigliamento e un -25,9% per le calzature. Tutto questo oggi ha portato all’impennata delle richieste di cassa integrazione e di accesso al fondo solidarietà bilaterale del settore artigiano che da ottobre sta investendo, come un uragano, l’intera filiera della moda (tessile, pelletteria, calzaturiero) e i settori collegati al distretto scandiccese, coinvolgendo migliaia di lavoratrici e lavoratori. A Firenze, nel settore moda, nel settembre 2022 erano state autorizzate da Inps 38mila ore di Cassa integrazione; quest’anno, nello stesso mese, le ore sono state 75mila, quasi il doppio.”
“Siamo impegnati tutti i giorni – prosegue Valacchi - a rispondere alle numerose domande di ammortizzatori sociali ma, oltre l’urgenza, è anche necessario accendere la discussione sulla situazione generale, che coinvolga tutti gli attori, compreso chi sta a capo di queste filiere. Se a questo aggiungiamo il silenzio della politica, troppo impegnata a discutere sulle imminenti elezioni di marzo, ecco che il cerchio si chiude. Nessuno si sta preoccupando del fatto che entro i primi due mesi del 2024 molte aziende artigiane avranno finito tutti gli strumenti di sostegno a propria disposizione e che, pertanto, dovranno iniziare a parlare di tagli dei posti di lavoro, tanti posti di lavoro.”
Per questo, secondo Franchi e Valacchi, “va con estrema urgenza istituito un tavolo di confronto tra parti sociali, Brand e istituzioni politiche per discutere del futuro del nostro distretto e della gestione di questo periodo di difficoltà, anche attraverso l’istituzione di ulteriori strumenti di sostegno delle aziende.”

''Alla prossima amministrazione chiedo una visione inclusiva, la povertà sta aumentando e noi dobbiamo tornare a creare ricchezza''
Fabio Franchi. Segretario Generale Cisl Firenze Prato
LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO PUBBLICATO SU REPUBBLICA IL 5/12/23
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Fabio Franchi. Segretario Generale Cisl Firenze Prato
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Alluvione: troppe lentezze sugli ammortizzatori sociali
Franchi : “Predisporre subito gli strumenti: ammortizzatore sociale unico e rafforzamento della cassa integrazione.

“Bene la richiesta di ristori e sgravi fiscali, bene la richiesta di un decreto del governo simile a quello dell’Emilia Romagna, ma sul fronte degli ammortizzatori sociali troppo poco si dice e troppo lentamente ci si muove. Non c’è tempo da perdere. Occorre da subito predisporre gli strumenti.” A dirlo è il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi, in merito agli interventi a sostegno dei lavoratori delle zone colpite dalle alluvioni dei giorni scorsi.
“Dopo l’emergenza – spiega Franchi - sono iniziate le stime dei danni: i primi dati di Confindustria, Confartigianato e Cna, usciti nel fine settimana, evidenziano un 20% di imprese sul totale di quelle operanti nel territorio con danni sulla attività produttiva molto importanti; solo per il settore manifatturiero Confindustria parla di un bacino di addetti di 3.500 lavoratori legati alle aziende in difficoltà. Se a queste si aggiunge il dato di Confartigianato e Cna, solo per Prato il rischio che altrettanti lavoratori e famiglie si trovino dalle prossime settimane in crisi, con l’azienda ferma, è assai probabile. C’è poi tutto il settore dei servizi legati al commercio, in cui oltre il 25% delle imprese coinvolte, secondo la Confcommercio di Prato, ha sospeso l’attività.”
“C’è bisogno – prosegue il segretario Cisl - non solo di cassa integrazione, ma di un ammortizzatore sociale unico, che a partire dal 2023 rappresenta uno strumento alternativo ma più estensivo e rispondente ai problemi che l’alluvione ha creato anche sul versante occupazionale per tutti i settori. La Cisl Firenze-Prato lo ha detto in tutti gli incontri, in Comune e verso la Regione Toscana. Se fortunatamente il commissario per l’emergenza è già stato nominato nella persona del presidente Giani, si avviino subito le procedure. Non è il momento di esitare per paura del danno di immagine, è il momento di predisporre ogni misura in via cautelativa. Lo si faccia adesso o sarà troppo tardi.”
“Dopo l’emergenza – spiega Franchi - sono iniziate le stime dei danni: i primi dati di Confindustria, Confartigianato e Cna, usciti nel fine settimana, evidenziano un 20% di imprese sul totale di quelle operanti nel territorio con danni sulla attività produttiva molto importanti; solo per il settore manifatturiero Confindustria parla di un bacino di addetti di 3.500 lavoratori legati alle aziende in difficoltà. Se a queste si aggiunge il dato di Confartigianato e Cna, solo per Prato il rischio che altrettanti lavoratori e famiglie si trovino dalle prossime settimane in crisi, con l’azienda ferma, è assai probabile. C’è poi tutto il settore dei servizi legati al commercio, in cui oltre il 25% delle imprese coinvolte, secondo la Confcommercio di Prato, ha sospeso l’attività.”
“C’è bisogno – prosegue il segretario Cisl - non solo di cassa integrazione, ma di un ammortizzatore sociale unico, che a partire dal 2023 rappresenta uno strumento alternativo ma più estensivo e rispondente ai problemi che l’alluvione ha creato anche sul versante occupazionale per tutti i settori. La Cisl Firenze-Prato lo ha detto in tutti gli incontri, in Comune e verso la Regione Toscana. Se fortunatamente il commissario per l’emergenza è già stato nominato nella persona del presidente Giani, si avviino subito le procedure. Non è il momento di esitare per paura del danno di immagine, è il momento di predisporre ogni misura in via cautelativa. Lo si faccia adesso o sarà troppo tardi.”
COSA FARE CONTRO LO SFRUTTAMENTO?
intervista del segretario generale a toscana oggi
Clicca sulla foto sottostante per leggere l'articolo
Scudo verde, bene le decisioni dei sindaci della Metrocittà
Accolte nostre preoccupazioni: non può diventare una nuova tassa sul lavoro. Allestire prima una rete efficiente di mobilità pubblica con relative opere. Nelle decisioni coinvolgere tutti i comuni e le forze economiche.
“Siamo soddisfatti delle decisioni prese nella riunione dei sindaci della Città metropolitana a proposito dello ‘scudo verde’, che rischiava di trasformarsi in un ulteriore aggravio per i bilanci di lavoratori e famiglie del nostro territorio, in questo momento davvero insostenibile. Vediamo così riconosciute le preoccupazioni che nelle nostre recenti interlocuzioni a diversi livelli avevamo espresso.” A dirlo è il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi, commentando la riunione dei sindaci metropolitani, avvenuta mercoledì a Palazzo Vecchio, sul sistema di porte telematiche per monitorare gli ingressi in città a Firenze.
“Migliorare la qualità dell’aria e spingere verso una mobilità sostenibile – continua Franchi - è anche un nostro obiettivo, perché ha a che fare con la salute di quanti a Firenze vivono e lavorano. E’ però necessario che questo traguardo sia raggiunto progressivamente, con una serie di opere e servizi adeguati, in particolare potenziando la rete del trasporto pubblico a basso impatto ambientale, su rotaia o elettrico, completando le opere in esecuzione e realizzando quelle progettate da anni e rinunciando all’idea di un ticket di ingresso generalizzato diventerebbe, nei fatti, una tassa sul lavoro per chi vive fuori Firenze.”
“Positivo anche il fatto – conclude il segretario Cisl - che sia stato deciso di coinvolgere pienamente, d’ora in avanti, tutti i comuni della Città metropolitana. Altrettanto andrebbe fatto per le realtà che rappresentano il lavoro e l’economia di questo territorio.”
“Siamo soddisfatti delle decisioni prese nella riunione dei sindaci della Città metropolitana a proposito dello ‘scudo verde’, che rischiava di trasformarsi in un ulteriore aggravio per i bilanci di lavoratori e famiglie del nostro territorio, in questo momento davvero insostenibile. Vediamo così riconosciute le preoccupazioni che nelle nostre recenti interlocuzioni a diversi livelli avevamo espresso.” A dirlo è il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi, commentando la riunione dei sindaci metropolitani, avvenuta mercoledì a Palazzo Vecchio, sul sistema di porte telematiche per monitorare gli ingressi in città a Firenze.
“Migliorare la qualità dell’aria e spingere verso una mobilità sostenibile – continua Franchi - è anche un nostro obiettivo, perché ha a che fare con la salute di quanti a Firenze vivono e lavorano. E’ però necessario che questo traguardo sia raggiunto progressivamente, con una serie di opere e servizi adeguati, in particolare potenziando la rete del trasporto pubblico a basso impatto ambientale, su rotaia o elettrico, completando le opere in esecuzione e realizzando quelle progettate da anni e rinunciando all’idea di un ticket di ingresso generalizzato diventerebbe, nei fatti, una tassa sul lavoro per chi vive fuori Firenze.”
“Positivo anche il fatto – conclude il segretario Cisl - che sia stato deciso di coinvolgere pienamente, d’ora in avanti, tutti i comuni della Città metropolitana. Altrettanto andrebbe fatto per le realtà che rappresentano il lavoro e l’economia di questo territorio.”
Orgoglio e Amarezza
La manifestazione di sabato 4 Marzo è stata bella, perché Firenze, la gente di Firenze, ha dato un segnale importante: che non vuole violenze davanti alle scuole, che non sarà inerme davanti ad aggressioni squadriste e neppure davanti ai tentativi di intimidazione di un ministro che ha taciuto per una settimana e dopo ha fatto peggio, con un intervento che sapeva di intimidazione verso la preside del Da Vinci, rea di aver ricordato che è dall’indifferenza che nascono i regimi.
Proprio dopo quell’uscita inaccettabile del ministro, Cgil, Cisl e Uil della scuola hanno deciso di organizzare la manifestazione di sabato.
E guardando la piazza dal palco, sono stato orgoglioso di quello che avevamo innescato.
Non posso negare però che quello che ho visto e letto, mi ha anche provocato amarezza.
In primo luogo per certi slogan, bandiere e cartelli che qualcuno ha portato in corteo, sfruttando una manifestazione che altri avevano convocato per rilanciare contenuti che non c’entrano nulla, non condivisibili, divisivi, in certi casi violenti e antidemocratici.
Ma sono amareggiato anche perché la lettura politica si è presa tutta la scena, con le ipotesi sulle possibili nuove alleanze. Così infatti si sminuiscono i chiari obiettivi sindacali della lettera delle RSU delle scuole fiorentine: no alla violenza squadrista, no all’indifferenza, sì ad una scuola educante che promuova partecipazione, confronto e convivenza, difesa della Costituzione.
Sono temi sui quali la Cisl chiede l’impegno di tutti e di tutte le forze politiche, perché la scuola, la Costituzione sono di tutti e non ci può essere una lettura parziale o il tentativo di una parte ad appropriarsene.
Invece i politici nazionali sono calati su Firenze e hanno monopolizzato l’attenzione.
Si sono presi la ribalta senza chiedere permesso e senza fare sforzi. E poi se ne sono andati, quasi senza salutare.
Questo modo di intendere la politica (e anche di raccontarla) è forse una delle cause della palude in cui è finito, da tempo, questo paese e di un astensionismo arrivato al 50%. Una politica autoreferenziale, capace di sfruttare qualsiasi evento come strumento di autopromozione.
Basta con questa politica che occupa tutti gli spazi!
Abbiamo bisogno invece di politici capaci di ascoltare e rispettare la società, le persone che la compongono e le forme associative attraverso le quali si esprimono.
Le tante persone che hanno percorso il corteo e riempito piazza Santa Croce non erano lì per fare da sfondo al gossip politico, erano lì a condividere e testimoniare il loro amore per la democrazia.
Il Segretario Generale CISL Firenze Prato
Fabio Franchi
Proprio dopo quell’uscita inaccettabile del ministro, Cgil, Cisl e Uil della scuola hanno deciso di organizzare la manifestazione di sabato.
E guardando la piazza dal palco, sono stato orgoglioso di quello che avevamo innescato.
Non posso negare però che quello che ho visto e letto, mi ha anche provocato amarezza.
In primo luogo per certi slogan, bandiere e cartelli che qualcuno ha portato in corteo, sfruttando una manifestazione che altri avevano convocato per rilanciare contenuti che non c’entrano nulla, non condivisibili, divisivi, in certi casi violenti e antidemocratici.
Ma sono amareggiato anche perché la lettura politica si è presa tutta la scena, con le ipotesi sulle possibili nuove alleanze. Così infatti si sminuiscono i chiari obiettivi sindacali della lettera delle RSU delle scuole fiorentine: no alla violenza squadrista, no all’indifferenza, sì ad una scuola educante che promuova partecipazione, confronto e convivenza, difesa della Costituzione.
Sono temi sui quali la Cisl chiede l’impegno di tutti e di tutte le forze politiche, perché la scuola, la Costituzione sono di tutti e non ci può essere una lettura parziale o il tentativo di una parte ad appropriarsene.
Invece i politici nazionali sono calati su Firenze e hanno monopolizzato l’attenzione.
Si sono presi la ribalta senza chiedere permesso e senza fare sforzi. E poi se ne sono andati, quasi senza salutare.
Questo modo di intendere la politica (e anche di raccontarla) è forse una delle cause della palude in cui è finito, da tempo, questo paese e di un astensionismo arrivato al 50%. Una politica autoreferenziale, capace di sfruttare qualsiasi evento come strumento di autopromozione.
Basta con questa politica che occupa tutti gli spazi!
Abbiamo bisogno invece di politici capaci di ascoltare e rispettare la società, le persone che la compongono e le forme associative attraverso le quali si esprimono.
Le tante persone che hanno percorso il corteo e riempito piazza Santa Croce non erano lì per fare da sfondo al gossip politico, erano lì a condividere e testimoniare il loro amore per la democrazia.
Il Segretario Generale CISL Firenze Prato
Fabio Franchi
stiamo reggendo la crisi, ma dobbiamo tutelare le famiglie
UNA SANITA' PIU' VICINA PER RISPONDERE AI BISOGNI

“E’ la grande sfida, oggi realizzabile grazie al PNRR. Ma bisogna avviare subito il confronto con tutte le comunità.”
La Cisl ne ha parlato in un convegno a Prato. Tre i punti focali: la reale funzionalità ed efficacia delle nuove strutture, la rete dei medici di medicina generale (diminuiti del 13% in 20 mesi), la presa in carico della non autosufficienza.
Passare da una sanità prevalentemente concentrata sugli ospedali a una sanità efficace anche sul territorio, fatta assieme ai medici di medicina generale, con un servizio capillare nelle comunità, migliore accessibilità e capacità di presa in carico dei bisogni.
E’ l’obiettivo che la Cisl Firenze-Prato indica, da un convegno svoltosi oggi a Prato, in vista dei grandi investimenti in arrivo e della riorganizzazione prevista dal DM 77. “E’ una sfida impegnativa ma necessaria, come ha certificato la pandemia, e ora è realizzabile grazie alle risorse del PNRR” ha detto il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi.
Dal PNRR arriveranno infatti oltre 80 milioni di euro per realizzare nell’area di Firenze e Prato (che comprende un terzo della popolazione toscana) 22 Case di comunità, 10 Ospedali di comunità e altrettante Centrali operative di coordinamento oltre ad un rafforzamento dell’assistenza domiciliare.
L’inizio del 2026 però, termine entro il quale le opere finanziate dal PNRR dovranno essere completate, è più vicino di quanto sembri: per questo occorre iniziare da subito un confronto tra le istituzioni e le comunità stesse, come ha cercato di fare la Cisl organizzando il convegno di stamani, a cui hanno partecipato tra gli altri l’assessora del comune di Prato Benedetta Squittieri, il direttore amministrativo della Asl Toscana centro Lorenzo Pescini e la direttrice della Società della salute di Prato Lorena Paganelli.
Il sindacato ha indicato quelle che ritiene le priorità del percorso: realizzazione delle strutture finanziate dal PNRR nei tempi previsti; impegno puntuale a garantire i servizi con personale e strumentazione tecnologica adeguata, come indicato dalla normativa nazionale; trasparenza e costante confronto con le parti sociali a partire dalla garanzia anche sulla gestione futura dei servizi, e non solo sulle risorse stanziate per le mura delle strutture. “Perché – ha spiegato Franchi – sulla continuità e il mantenimento di queste nuove strutture, che riguarda le risorse per il personale, l’effettiva assunzione di nuovi medici, infermieri e personale qualificato, il percorso è tutto da costruire.”
Un altro grande problema evidenziato nell’incontro è quello della carenza dei medici di medicina generale: nell’area Firenze-Prato già oggi sono diminuiti del 13% in soli 20 mesi: dai 1195 del 2021 ai 1037 dell’ultimo monitoraggio (-158 unità). E questa è la tendenza anche per i prossimi anni, a cui occorre trovare con urgenza risposte efficaci.
C’è poi il grande tema della non autosufficienza e della presa in carico delle cronicità legate all’invecchiamento della popolazione: nell’area metropolitana Firenze Prato il 25,5% delle persone hanno più di 65 anni. Se il nuovo decreto sulla sanità territoriale prevede l’attuazione di una assistenza domiciliare mediamente pari al 10% della popolazione over 65, su Prato la presa in carico progressiva dovrà attestarsi su oltre 4.300 assistiti e su Firenze oltre i 9500: “numeri – rileva la Cisl - ben lontani dalle attuali capacità di risposta del sistema.”
“La nostra sanità – ha detto Franchi - soffre da anni una situazione di debolezza sul territorio. Ora abbiamo l'opportunità per un vero cambiamento e per costruire una rete di servizi in cui le strutture siano luoghi di cura e di presa in carico effettiva, efficace e funzionale. E’ un’occasione che non possiamo sprecare.”
La Cisl ne ha parlato in un convegno a Prato. Tre i punti focali: la reale funzionalità ed efficacia delle nuove strutture, la rete dei medici di medicina generale (diminuiti del 13% in 20 mesi), la presa in carico della non autosufficienza.
Passare da una sanità prevalentemente concentrata sugli ospedali a una sanità efficace anche sul territorio, fatta assieme ai medici di medicina generale, con un servizio capillare nelle comunità, migliore accessibilità e capacità di presa in carico dei bisogni.
E’ l’obiettivo che la Cisl Firenze-Prato indica, da un convegno svoltosi oggi a Prato, in vista dei grandi investimenti in arrivo e della riorganizzazione prevista dal DM 77. “E’ una sfida impegnativa ma necessaria, come ha certificato la pandemia, e ora è realizzabile grazie alle risorse del PNRR” ha detto il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi.
Dal PNRR arriveranno infatti oltre 80 milioni di euro per realizzare nell’area di Firenze e Prato (che comprende un terzo della popolazione toscana) 22 Case di comunità, 10 Ospedali di comunità e altrettante Centrali operative di coordinamento oltre ad un rafforzamento dell’assistenza domiciliare.
L’inizio del 2026 però, termine entro il quale le opere finanziate dal PNRR dovranno essere completate, è più vicino di quanto sembri: per questo occorre iniziare da subito un confronto tra le istituzioni e le comunità stesse, come ha cercato di fare la Cisl organizzando il convegno di stamani, a cui hanno partecipato tra gli altri l’assessora del comune di Prato Benedetta Squittieri, il direttore amministrativo della Asl Toscana centro Lorenzo Pescini e la direttrice della Società della salute di Prato Lorena Paganelli.
Il sindacato ha indicato quelle che ritiene le priorità del percorso: realizzazione delle strutture finanziate dal PNRR nei tempi previsti; impegno puntuale a garantire i servizi con personale e strumentazione tecnologica adeguata, come indicato dalla normativa nazionale; trasparenza e costante confronto con le parti sociali a partire dalla garanzia anche sulla gestione futura dei servizi, e non solo sulle risorse stanziate per le mura delle strutture. “Perché – ha spiegato Franchi – sulla continuità e il mantenimento di queste nuove strutture, che riguarda le risorse per il personale, l’effettiva assunzione di nuovi medici, infermieri e personale qualificato, il percorso è tutto da costruire.”
Un altro grande problema evidenziato nell’incontro è quello della carenza dei medici di medicina generale: nell’area Firenze-Prato già oggi sono diminuiti del 13% in soli 20 mesi: dai 1195 del 2021 ai 1037 dell’ultimo monitoraggio (-158 unità). E questa è la tendenza anche per i prossimi anni, a cui occorre trovare con urgenza risposte efficaci.
C’è poi il grande tema della non autosufficienza e della presa in carico delle cronicità legate all’invecchiamento della popolazione: nell’area metropolitana Firenze Prato il 25,5% delle persone hanno più di 65 anni. Se il nuovo decreto sulla sanità territoriale prevede l’attuazione di una assistenza domiciliare mediamente pari al 10% della popolazione over 65, su Prato la presa in carico progressiva dovrà attestarsi su oltre 4.300 assistiti e su Firenze oltre i 9500: “numeri – rileva la Cisl - ben lontani dalle attuali capacità di risposta del sistema.”
“La nostra sanità – ha detto Franchi - soffre da anni una situazione di debolezza sul territorio. Ora abbiamo l'opportunità per un vero cambiamento e per costruire una rete di servizi in cui le strutture siano luoghi di cura e di presa in carico effettiva, efficace e funzionale. E’ un’occasione che non possiamo sprecare.”
energia e materie prime, mix letale
Elezioni, la Cisl Firenze-Prato scrive ai candidati del territorio: “Ecco le nostre priorita'.”
“Lavoro, ambiente, sociale, sanita', autonomie locali, infrastrutture i temi principali su cui ci aspettiamo risposte concrete,
per far fare anche al nostro territorio un salto di qualita'.”
Lavoro, ambiente, sociale, sanità, autonomie locali, infrastrutture: sono le questioni su cui la Cisl Firenze-Prato si attende, dai candidati delle due province alle prossime elezioni politiche, “risposte concrete, che facciano fare al nostro territorio un salto di qualità”.
Lo scrive, in una lettera indirizzata a quanti sono inseriti nelle liste di tutti gli schieramenti, il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi.
Nel testo, ribadendo la propria autonomia ma non la propria indifferenza, la Cisl parla delle prossime elezioni politiche come di un “appuntamento di straordinaria importanza”, “in una fase che si annuncia molto complicata” soprattutto per effetto delle tensioni internazionali”; nella lettera si cita l’emergenza energetica, che “richiama a responsabilità e a scelte conseguenti e coraggiose”.
Per la Cisl Firenze-Prato chi si candida a governare “deve porsi come primo obiettivo quello di costruire un tessuto economico e sociale improntato ad uno sviluppo sostenibile che non sia immobilismo, ma che produca un aumento di ricchezza e di benessere”, “per un’equa redistribuzione e una rinnovata coesione sociale.”
✅Primo tema fondamentale, ovviamente il lavoro “che non può e non deve più essere precarietà, sfruttamento, luogo di morte” e per il quale “il tema delle politiche attive è centrale”. Di fronte al dilagare del lavoro povero però, avverte la Cisl, la risposta “non è l’introduzione del salario minimo legale” ma quella di rinnovare, estendere e rafforzare la contrattazione collettiva.
✅L’ambiente poi che, per la Cisl “è la bussola che da ora in avanti dovrà orientare ogni scelta” ma “sgombrando il campo da pericolosi approcci ideologici”, perché secondo la Cisl “i comitati del NO sono sempre, in ultima istanza, nemici dell’ambiente.”
✅Dal punto di vista sociale il sindacato sottolinea con preoccupazione che “i livelli di natalità del nostro territorio sono i più bassi di tutto il Paese”, evidenziando che “molte famiglie si trovano in grandi difficoltà nel conciliare vita e lavoro” e sul fronte della sanità segnala “la necessità di realizzare un modello nuovo, più vicino ai cittadini e con servizi più diffusi.”
✅Un capitolo è dedicato anche alle autonomie locali, chiamate a “far fronte a crescenti bisogni dei cittadini” nonostante “la scarsità e incertezza delle risorse” loro destinate, mentre si ribadisce l’importanza delle infrastrutture, perché “senza una rete adeguata il territorio trova difficoltà nelle relazioni/comunicazioni economiche e sociali.”
“Abbiamo voluto presentare alla tua attenzione – conclude Franchi rivolto a ogni candidato –questi temi sui quali ci attendiamo risposte concrete, che facciano fare anche al nostro territorio un salto di qualità.”
Leggi la lettera CLICCANDO QUI
Lo scrive, in una lettera indirizzata a quanti sono inseriti nelle liste di tutti gli schieramenti, il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi.
Nel testo, ribadendo la propria autonomia ma non la propria indifferenza, la Cisl parla delle prossime elezioni politiche come di un “appuntamento di straordinaria importanza”, “in una fase che si annuncia molto complicata” soprattutto per effetto delle tensioni internazionali”; nella lettera si cita l’emergenza energetica, che “richiama a responsabilità e a scelte conseguenti e coraggiose”.
Per la Cisl Firenze-Prato chi si candida a governare “deve porsi come primo obiettivo quello di costruire un tessuto economico e sociale improntato ad uno sviluppo sostenibile che non sia immobilismo, ma che produca un aumento di ricchezza e di benessere”, “per un’equa redistribuzione e una rinnovata coesione sociale.”
✅Primo tema fondamentale, ovviamente il lavoro “che non può e non deve più essere precarietà, sfruttamento, luogo di morte” e per il quale “il tema delle politiche attive è centrale”. Di fronte al dilagare del lavoro povero però, avverte la Cisl, la risposta “non è l’introduzione del salario minimo legale” ma quella di rinnovare, estendere e rafforzare la contrattazione collettiva.
✅L’ambiente poi che, per la Cisl “è la bussola che da ora in avanti dovrà orientare ogni scelta” ma “sgombrando il campo da pericolosi approcci ideologici”, perché secondo la Cisl “i comitati del NO sono sempre, in ultima istanza, nemici dell’ambiente.”
✅Dal punto di vista sociale il sindacato sottolinea con preoccupazione che “i livelli di natalità del nostro territorio sono i più bassi di tutto il Paese”, evidenziando che “molte famiglie si trovano in grandi difficoltà nel conciliare vita e lavoro” e sul fronte della sanità segnala “la necessità di realizzare un modello nuovo, più vicino ai cittadini e con servizi più diffusi.”
✅Un capitolo è dedicato anche alle autonomie locali, chiamate a “far fronte a crescenti bisogni dei cittadini” nonostante “la scarsità e incertezza delle risorse” loro destinate, mentre si ribadisce l’importanza delle infrastrutture, perché “senza una rete adeguata il territorio trova difficoltà nelle relazioni/comunicazioni economiche e sociali.”
“Abbiamo voluto presentare alla tua attenzione – conclude Franchi rivolto a ogni candidato –questi temi sui quali ci attendiamo risposte concrete, che facciano fare anche al nostro territorio un salto di qualità.”
Leggi la lettera CLICCANDO QUI
tari 2022
la nazione 05/06/22
Ortofrutticola Marradi,
bene che non chiuda, ma restano forte preoccupazione e perplessita' per lo scenario disegnato dalla proprieta'.
Questo pomeriggio 13/01/22 si è svolta la riunione per l’Ortofrutticola di Marradi, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del consigliere per le crisi aziendali Valerio Fabiani, delle assessore Stefania Saccardi e Alessandra Nardini, del sindaco Triberti e del delegato della Città Metropolitana Bettarini, di Cisl e Cgil, dell’azienda e delle RSU.
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato, ha detto di accogliere con favore l’annuncio dell’azienda di non voler procedere alla chiusura dello stabilimento ma ha espresso forti preoccupazioni su cosa succederà nell’imminente futuro, visto che la produzione di marron glacés verrà comunque trasferita a Bergamo e produrrà una riduzione consistente degli attuali occupati e con una riduzione della stagionalità: “Se non viene mantenuto il livello occupazionale – spiega Franchi – siamo perplessi rispetto alla novità di un accordo commerciale con il vecchio proprietario e ai tre nuovi prodotti proposti dall’azienda, oltre al fatto che chiediamo il piano industriale e relativi investimenti di ammodernamento che sono stati presentati oggi”.
Andrea Piccini, della Fai Cisl Firenze-Prato ha sottolineato con forza la necessità di continuare ad investire sul territorio di Marradi: “vogliamo un progetto dettagliato e vogliamo che la produzione di qualità dello stabilimento abbia una progettualità che tende al futuro e non all’imminente”.
“Procediamo con cautela e con un’analisi dettagliata del progetto – conclude Franchi -. Continueremo a stare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ortofrutticola e delle istituzioni e viglieremo perché niente sia portato altrove, né macchinari, né personale, né dipendenti; Ortofrutticola non è solo una fabbrica è Marradi.”
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato, ha detto di accogliere con favore l’annuncio dell’azienda di non voler procedere alla chiusura dello stabilimento ma ha espresso forti preoccupazioni su cosa succederà nell’imminente futuro, visto che la produzione di marron glacés verrà comunque trasferita a Bergamo e produrrà una riduzione consistente degli attuali occupati e con una riduzione della stagionalità: “Se non viene mantenuto il livello occupazionale – spiega Franchi – siamo perplessi rispetto alla novità di un accordo commerciale con il vecchio proprietario e ai tre nuovi prodotti proposti dall’azienda, oltre al fatto che chiediamo il piano industriale e relativi investimenti di ammodernamento che sono stati presentati oggi”.
Andrea Piccini, della Fai Cisl Firenze-Prato ha sottolineato con forza la necessità di continuare ad investire sul territorio di Marradi: “vogliamo un progetto dettagliato e vogliamo che la produzione di qualità dello stabilimento abbia una progettualità che tende al futuro e non all’imminente”.
“Procediamo con cautela e con un’analisi dettagliata del progetto – conclude Franchi -. Continueremo a stare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ortofrutticola e delle istituzioni e viglieremo perché niente sia portato altrove, né macchinari, né personale, né dipendenti; Ortofrutticola non è solo una fabbrica è Marradi.”
un patto per il lavoro
FUTURO INSIEME? SI, MA LE AZIENDE AIUTINO I GIOVANI
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Sindaci: il tempo di oggi e' dell’impegno, non di pensare al terzo mandato
Negli ultimi giorni sembra essersi aperto un dibattito sul prossimo sindaco dei comuni, a partire da Firenze, dove i primi cittadini hanno davanti a loro ancora tre anni di mandato. Un dibattito che appare per lo meno fuori tempo.
In questa città le conseguenze della pandemia, non ancora vinta, si sono sommate ai problemi preesistenti e questa situazione richiede da parte di tutti il pieno impegno per dare le risposte che i cittadini aspettano e giustamente pretendono.
Non c’è proprio bisogno di distrazioni, che sarebbero inutili se non dannose.
Oltre ai ritardi sulla realizzazione delle infrastrutture (sottoattraversamento AV e nuova pista dell’aeroporto su tutte), ci saranno da gestire efficacemente i progetti e i soldi del PNNR, da affrontare il tema lavoro (sicurezza, lotta al precariato e lotta alle delocalizzazioni), da continuare nella transizione ecologica sulla città e sull’area metropolitana, considerandone opportunità e problemi da risolvere, da adeguare welfare e sanità alla nuova realtà post covid.
Basterebbe questo elenco molto parziale a far tremare i polsi a chiunque, per cui facciamo un appello alla politica tutta: rimbocchiamoci le maniche e confrontiamoci su come costruire un futuro migliore per i cittadini del nostro territorio.
Se c’è una cosa positiva che è accaduta nel periodo del covid, è stata la grande collaborazione fra istituzioni e società organizzata (associazioni di categoria, sindacati, volontariato).
E’ uno schema che ha funzionato in emergenza ma che deve diventare strumento ordinario di progresso e coesione sociale.
Ciascuno per il proprio ruolo, senza sovrapposizioni improprie, ma con un obiettivo condiviso: il bene comune.
Per questo, davvero non riteniamo né utile, né necessario avviare ora una campagna elettorale lunga tre anni. Rischieremmo solo di non esser capiti e di dare un cattivo segnale alla cittadinanza.
Si lavori piuttosto per la città, tutti insieme, rimandando la discussione a tempo debito.
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato
La Nazione, 16/09/2021
In questa città le conseguenze della pandemia, non ancora vinta, si sono sommate ai problemi preesistenti e questa situazione richiede da parte di tutti il pieno impegno per dare le risposte che i cittadini aspettano e giustamente pretendono.
Non c’è proprio bisogno di distrazioni, che sarebbero inutili se non dannose.
Oltre ai ritardi sulla realizzazione delle infrastrutture (sottoattraversamento AV e nuova pista dell’aeroporto su tutte), ci saranno da gestire efficacemente i progetti e i soldi del PNNR, da affrontare il tema lavoro (sicurezza, lotta al precariato e lotta alle delocalizzazioni), da continuare nella transizione ecologica sulla città e sull’area metropolitana, considerandone opportunità e problemi da risolvere, da adeguare welfare e sanità alla nuova realtà post covid.
Basterebbe questo elenco molto parziale a far tremare i polsi a chiunque, per cui facciamo un appello alla politica tutta: rimbocchiamoci le maniche e confrontiamoci su come costruire un futuro migliore per i cittadini del nostro territorio.
Se c’è una cosa positiva che è accaduta nel periodo del covid, è stata la grande collaborazione fra istituzioni e società organizzata (associazioni di categoria, sindacati, volontariato).
E’ uno schema che ha funzionato in emergenza ma che deve diventare strumento ordinario di progresso e coesione sociale.
Ciascuno per il proprio ruolo, senza sovrapposizioni improprie, ma con un obiettivo condiviso: il bene comune.
Per questo, davvero non riteniamo né utile, né necessario avviare ora una campagna elettorale lunga tre anni. Rischieremmo solo di non esser capiti e di dare un cattivo segnale alla cittadinanza.
Si lavori piuttosto per la città, tutti insieme, rimandando la discussione a tempo debito.
Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato
La Nazione, 16/09/2021
covid19
lettera a nicola burzio, segretario generale fp firenze prato
e a tutti coloro che lavorano incessantemente per salvarci
Caro Nicola,
quante volte abbiamo assistito a dibattiti fuorvianti e ingenerosi verso la categoria del pubblico impiego. Lavoratori troppo volte additati come fannulloni, come irresponsabili e, a volte, come disonesti; certo l’eccezioni ci sono e ci saranno, ma valutare milioni di lavoratori come una categoria sostanzialmente improduttiva credo sia stato non solo ingeneroso, ma soprattutto ingiustificato.
Oggi, alla luce di un fenomeno globale che vede proprio quella categoria di lavoratori impegnata in prima linea con abnegazione totale e con senso di responsabilità mai visto prima, proprio oggi quel sentir comune viene rimosso e si applaude al loro senso di servizio verso il Paese ed i suoi cittadini.
Doveva accadere una catastrofe planetaria per far emergere quelle qualità che oggi ci invidiano anche all’estero.
Un servizio sanitario che ha risposto all’emergenza senza tentennamenti e con grande senso di servizio fino al sacrificio di alcuni dei suoi addetti, quelle forze di polizia locali che si adoperano quotidianamente per far rispettare regole stringenti e forse poco popolari, quei dipendenti pubblici che garantiscono servizi essenziali in nome di un Paese che non vuol cedere e che anzi vuol reagire collettivamente rispetto allo strisciante male.
Oggi, solo oggi, il pubblico impiego, appare agli occhi dei cittadini come un settore eroico, come una comunità dedita al servizio del Paese.
Noi, invece, che li rappresentiamo socialmente, sappiamo di quanta professionalità è composto questo spaccato del lavoro, lo sappiamo quando rivendichiamo i giusti riconoscimenti economici e normativi, lo sappiamo quando per anni sono stati bistrattati dalla politica che li sfruttava da una parte per il consenso elettorale nel far emergere quei pochi casi di cattivi lavoratori, dall’altra nel negare i dovuti incrementi salariali solo per far quadrare il bilancio pubblico.
Di fronte a tanta miseria morale, permettimi di ringraziare attraverso la tua Federazione tutti, ma proprio tutti i lavoratori e gli iscritti alla Funzione Pubblica, non solo per un senso di dovere civico legato alla straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo ( sarebbe facile e scontato), ma soprattutto perché in futuro si abbia memoria di questo straordinario senso del dovere che troppo spesso viene dimenticato dall’opinione pubblica che in questo Paese ha, purtroppo, memoria corta.
Nell’abbracciarti ti prego di diffondere queste poche righe a tutti i lavoratori.
Roberto Pistonina
Seg. Gen. CISL Firenze Prato
quante volte abbiamo assistito a dibattiti fuorvianti e ingenerosi verso la categoria del pubblico impiego. Lavoratori troppo volte additati come fannulloni, come irresponsabili e, a volte, come disonesti; certo l’eccezioni ci sono e ci saranno, ma valutare milioni di lavoratori come una categoria sostanzialmente improduttiva credo sia stato non solo ingeneroso, ma soprattutto ingiustificato.
Oggi, alla luce di un fenomeno globale che vede proprio quella categoria di lavoratori impegnata in prima linea con abnegazione totale e con senso di responsabilità mai visto prima, proprio oggi quel sentir comune viene rimosso e si applaude al loro senso di servizio verso il Paese ed i suoi cittadini.
Doveva accadere una catastrofe planetaria per far emergere quelle qualità che oggi ci invidiano anche all’estero.
Un servizio sanitario che ha risposto all’emergenza senza tentennamenti e con grande senso di servizio fino al sacrificio di alcuni dei suoi addetti, quelle forze di polizia locali che si adoperano quotidianamente per far rispettare regole stringenti e forse poco popolari, quei dipendenti pubblici che garantiscono servizi essenziali in nome di un Paese che non vuol cedere e che anzi vuol reagire collettivamente rispetto allo strisciante male.
Oggi, solo oggi, il pubblico impiego, appare agli occhi dei cittadini come un settore eroico, come una comunità dedita al servizio del Paese.
Noi, invece, che li rappresentiamo socialmente, sappiamo di quanta professionalità è composto questo spaccato del lavoro, lo sappiamo quando rivendichiamo i giusti riconoscimenti economici e normativi, lo sappiamo quando per anni sono stati bistrattati dalla politica che li sfruttava da una parte per il consenso elettorale nel far emergere quei pochi casi di cattivi lavoratori, dall’altra nel negare i dovuti incrementi salariali solo per far quadrare il bilancio pubblico.
Di fronte a tanta miseria morale, permettimi di ringraziare attraverso la tua Federazione tutti, ma proprio tutti i lavoratori e gli iscritti alla Funzione Pubblica, non solo per un senso di dovere civico legato alla straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo ( sarebbe facile e scontato), ma soprattutto perché in futuro si abbia memoria di questo straordinario senso del dovere che troppo spesso viene dimenticato dall’opinione pubblica che in questo Paese ha, purtroppo, memoria corta.
Nell’abbracciarti ti prego di diffondere queste poche righe a tutti i lavoratori.
Roberto Pistonina
Seg. Gen. CISL Firenze Prato
LA STORIA INFINITA DEL MAGGIO MUSICALE
corriere fiorentino 30/07/19
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Peretola, soddisfazione Cisl: dopo 30 anni di discussioni Firenze avra' uno scalo degno della citta'
Le parole del segretario generale Cisl Firenze-Prato Roberto Pistonina
“Finalmente una buona notizia sul fronte aeroporto: dopo oltre 30 anni di discussione Firenze avrà uno scalo degno della città.”
E’ il commento del segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Roberto Pistonina, al via libera definitivo arrivato oggi da Roma per il potenziamento dello scalo cittadino.
“Il rinnovamento dell’aeroporto rappresenta un volano di crescita per la regione e per la città in particolare” dice Pistonina. “E’ un’opera necessaria all’economia, utile al lavoro e che, non dimentichiamolo mai, mette finalmente al riparo dai rischi e da un impatto acustico pesante, migliaia di cittadini. Un’infrastruttura che parla la lingua dell’ammodernamento e dell’occupazione e quindi, come sindacato, non possiamo che essere molto soddisfatti del via libera pronunciato oggi.”
E’ il commento del segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Roberto Pistonina, al via libera definitivo arrivato oggi da Roma per il potenziamento dello scalo cittadino.
“Il rinnovamento dell’aeroporto rappresenta un volano di crescita per la regione e per la città in particolare” dice Pistonina. “E’ un’opera necessaria all’economia, utile al lavoro e che, non dimentichiamolo mai, mette finalmente al riparo dai rischi e da un impatto acustico pesante, migliaia di cittadini. Un’infrastruttura che parla la lingua dell’ammodernamento e dell’occupazione e quindi, come sindacato, non possiamo che essere molto soddisfatti del via libera pronunciato oggi.”
rifiuti? puntiamo sulla differenziata
L'opinione della Cisl Firenze Prato in un articolo de La Nazione, 04/06/2018
Firenze e il suo aereoporto
Intervista del Segretario Generale Roberto Pistonina a RTV38, 7/5/2018
INFRASTRUTTURE
TUNNEL SENZA FOSTER:
DANNO ENORME PER FIRENZE
''Se si deve fare la Tav, bisogna tornare al progetto originario, anche con una stazione ridimensionata"
Leggi l'intervista rilasciata dal Segretario Generale della Cisl Firenze Prato, a La Nazione, Sabato 22 Ottobre 2016. pistonina_lanazione_221016.pdf |
Caporalato: dalla paga gli tolgono anche gli spiccioli per l'acqua
rEPUBBLICA FIRENZE 11/05/2016
WELFARE AZIENDALE, NUOVI STRUMENTI, NUOVE PROSPETTIVE
8 aprile 2016
''QUALITA' E SERVIZI, LO SCATTO DI FIRENZE''
IL CASO ETRURIA
1° MAGGIO A EMPOLI.
LETTERA APERTA AL DIRETTORE DELLA NAZIONE ED AL SEGR. GEN. CGIL FIRENZE MAURO FUSO
Caro Mauro,
con sorpresa ed amarezza il 1° Maggio a Empoli, in occasione della manifestazione unitaria che caratterizza da sempre questa festa, ho appreso dal quotidiano La Nazione, che la FIOM di Empoli non avrebbe partecipato né come Organizzazione sindacale né come iscritti alla suddetta ricorrenza perché il comizio finale lo avrebbe tenuto Giuseppe Farina.
Quel Farina che ha fatto gli accordi in Mirafiori contro la volontà dei metalmeccanici della CGIL. Da sempre, per cultura personale e per politica della CISL, sono rispettoso delle opinioni altrui, ma rispetto alla strumentalizzazione e alle becera contrapposizione non posso che avere una razione ferma e decisa.
Ricordo, per chi ha memoria corta, che se gli investimenti della FIAT sono rimasti in Italia è per merito di quegli accordi, anche sofferti, ma che hanno avuto un riconoscimento plebiscitario proprio da parte dei lavoratoti interessati che, con maggiore lungimiranza, hanno respinto il referendum promosso dalla FIOM.
In democrazia varrebbe la pena, almeno rispetto alle questioni più spinose, farsi un esame di coscienza e capire che la linea contrattuale della FIOM , ammessa l’esistenza, era perdente per giudizio universale. Permettimi, inoltre, di ricordarti che l’esclusione dal tavolo negoziale della FIOM in FIAT ( cosa di cui la CISL non gioisce ) per non avere firmato l’intesa in questione è il risultato di un referendum popolare sostenuto proprio dalla FIOM e accettato dal popolo italiano. Come dire qualcuno si è fato la frusta per se stesso ed ora cerca di imputare la responsabilità ad altri.
Troppo facile per quanto mi riguarda.
Richiamare, conseguentemente, l’unità sindacale da parte di chi ha una cultura egemonica e vede come unico avversario coloro che non la pensano in modo univoco è contro l’interesse di chi rappresentiamo e tu che hai la responsabilità politica della CGIL dovresti intervenire rispetto a tali censure.
Con stima
Roberto Pistonina
Segretario Generale CISL Firenze e Prato
con sorpresa ed amarezza il 1° Maggio a Empoli, in occasione della manifestazione unitaria che caratterizza da sempre questa festa, ho appreso dal quotidiano La Nazione, che la FIOM di Empoli non avrebbe partecipato né come Organizzazione sindacale né come iscritti alla suddetta ricorrenza perché il comizio finale lo avrebbe tenuto Giuseppe Farina.
Quel Farina che ha fatto gli accordi in Mirafiori contro la volontà dei metalmeccanici della CGIL. Da sempre, per cultura personale e per politica della CISL, sono rispettoso delle opinioni altrui, ma rispetto alla strumentalizzazione e alle becera contrapposizione non posso che avere una razione ferma e decisa.
Ricordo, per chi ha memoria corta, che se gli investimenti della FIAT sono rimasti in Italia è per merito di quegli accordi, anche sofferti, ma che hanno avuto un riconoscimento plebiscitario proprio da parte dei lavoratoti interessati che, con maggiore lungimiranza, hanno respinto il referendum promosso dalla FIOM.
In democrazia varrebbe la pena, almeno rispetto alle questioni più spinose, farsi un esame di coscienza e capire che la linea contrattuale della FIOM , ammessa l’esistenza, era perdente per giudizio universale. Permettimi, inoltre, di ricordarti che l’esclusione dal tavolo negoziale della FIOM in FIAT ( cosa di cui la CISL non gioisce ) per non avere firmato l’intesa in questione è il risultato di un referendum popolare sostenuto proprio dalla FIOM e accettato dal popolo italiano. Come dire qualcuno si è fato la frusta per se stesso ed ora cerca di imputare la responsabilità ad altri.
Troppo facile per quanto mi riguarda.
Richiamare, conseguentemente, l’unità sindacale da parte di chi ha una cultura egemonica e vede come unico avversario coloro che non la pensano in modo univoco è contro l’interesse di chi rappresentiamo e tu che hai la responsabilità politica della CGIL dovresti intervenire rispetto a tali censure.
Con stima
Roberto Pistonina
Segretario Generale CISL Firenze e Prato
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