Secondo accordo sui riders in Toscana
Stabilito un punto fermo: sono lavoratori subordinati e ricompresi nel contratto nazionale ‘Trasporto merci e logistica’
Dichiarazione del segretario generale Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni
Un altro punto a favore della contrattazione, della legalità, dei diritti dei lavoratori grazie all’accordo sottoscritto il 10 luglio 2019 nel settore trasporto, merci e logistica, fra la società “Sviluppo PG slr” proprietaria del marchio Runner Pizza e le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil della Toscana.
Piano piano si sta infrangendo un muro e un pregiudizio e i cosiddetti riders sempre di più vengono riconosciuti come lavoratori subordinati e quindi titolari di diritti e tutele contrattuali.
La società lavora nel campo della ristorazione e nella consegna a domicilio di cibo utilizzando varie forme di commercializzazione a partire dalle piattaforme digitali, come Just Eat, attraverso 13 punti vendita nell’area fiorentina/pratese, attraverso contratti di affitto in franchising, con l’obiettivo di conquistare il mercato non solo quello della Toscana ma a livello nazionale. Con l’accordo sottoscritto verranno assunti circa 200 lavoratori a tempo indeterminato a cui finalmente sarà applicato il contratto nazionale “Trasporto merci e logistica’ riconoscendogli tutti gli istituti previsti.
E’ un punto di non ritorno che significa: diritti, tutele, welfare aziendale, pur utilizzando biciclette, ciclomotori o motocicli e nonostante il datore di lavoro si faccia vivo sul telefonino o sul tablet. Inoltre l’azienda ha preso l’impegno a promuovere tale accordo verso le società che effettueranno consegne per Runner pizza oppure alle società affiliate a cui sarà concesso il marchio Runner Pizza, favorendo la stipula di accordi sindacali sullo stesso modello.
La contrattazione vince sul pregiudizio, soprattutto quando è unitaria con tutti i sindacati confederali ed è un’opportunità efficace ed efficiente per rispondere ai bisogni dei lavoratori soprattutto quando poi è aiutata da un contratto nazionale come quello del ‘trasporto merci e logistica’ che già vede lontano e contempla le nuove lavorazioni con un giusto mix di flessibilità e garanzie/tutele per i lavoratori.
Un accordo importantissimo che viene dopo quello dell’8 maggio scorso con la società “Laconsegna srl’ sempre nel campo della consegna di cibo a domicilio: insieme possono fare da apripista a livello nazionale per estendere il CCNL a tutto questo mondo ancora fortemente frammentato e precario.
Siamo orgogliosi che questi accordi si siano fatti in Toscana e rivolgiamo un plauso anche alle aziende che non vedono solo il sindacato come un intralcio ma un’opportunità per trattare meglio i propri dipendenti e per far crescere e sviluppare le proprie aziende in maniera positiva per tutti.Clicca qui per modificare.
Un altro punto a favore della contrattazione, della legalità, dei diritti dei lavoratori grazie all’accordo sottoscritto il 10 luglio 2019 nel settore trasporto, merci e logistica, fra la società “Sviluppo PG slr” proprietaria del marchio Runner Pizza e le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil della Toscana.
Piano piano si sta infrangendo un muro e un pregiudizio e i cosiddetti riders sempre di più vengono riconosciuti come lavoratori subordinati e quindi titolari di diritti e tutele contrattuali.
La società lavora nel campo della ristorazione e nella consegna a domicilio di cibo utilizzando varie forme di commercializzazione a partire dalle piattaforme digitali, come Just Eat, attraverso 13 punti vendita nell’area fiorentina/pratese, attraverso contratti di affitto in franchising, con l’obiettivo di conquistare il mercato non solo quello della Toscana ma a livello nazionale. Con l’accordo sottoscritto verranno assunti circa 200 lavoratori a tempo indeterminato a cui finalmente sarà applicato il contratto nazionale “Trasporto merci e logistica’ riconoscendogli tutti gli istituti previsti.
E’ un punto di non ritorno che significa: diritti, tutele, welfare aziendale, pur utilizzando biciclette, ciclomotori o motocicli e nonostante il datore di lavoro si faccia vivo sul telefonino o sul tablet. Inoltre l’azienda ha preso l’impegno a promuovere tale accordo verso le società che effettueranno consegne per Runner pizza oppure alle società affiliate a cui sarà concesso il marchio Runner Pizza, favorendo la stipula di accordi sindacali sullo stesso modello.
La contrattazione vince sul pregiudizio, soprattutto quando è unitaria con tutti i sindacati confederali ed è un’opportunità efficace ed efficiente per rispondere ai bisogni dei lavoratori soprattutto quando poi è aiutata da un contratto nazionale come quello del ‘trasporto merci e logistica’ che già vede lontano e contempla le nuove lavorazioni con un giusto mix di flessibilità e garanzie/tutele per i lavoratori.
Un accordo importantissimo che viene dopo quello dell’8 maggio scorso con la società “Laconsegna srl’ sempre nel campo della consegna di cibo a domicilio: insieme possono fare da apripista a livello nazionale per estendere il CCNL a tutto questo mondo ancora fortemente frammentato e precario.
Siamo orgogliosi che questi accordi si siano fatti in Toscana e rivolgiamo un plauso anche alle aziende che non vedono solo il sindacato come un intralcio ma un’opportunità per trattare meglio i propri dipendenti e per far crescere e sviluppare le proprie aziende in maniera positiva per tutti.Clicca qui per modificare.
Aeroporto di Firenze,
le Rsa dei lavoratori Cgil-Cisl-Uil-Ugl di categoria contro le dichiarazioni della consigliera comunale M5S Noferi: “No al ridimensionamento dello scalo”
Firenze, 30-1-2019 - Le RSA dell’Aeroporto di Firenze, a fronte delle dichiarazioni della consigliera comunale del M5S Silvia Noferi di questi giorni (dichiarazioni che prefigurano un ridimensionamento dell’Aeroporto di Peretola), restano quantomeno sbalordite.
Noi riteniamo che sia abbastanza discutibile anche solo ipotizzare uno scenario del tipo proposto dalla consigliera per una azienda florida (101 milioni di ricavi nei primi 9 mesi del 2018) che, a seguito di una trattativa sindacale di circa 10 mesi, sotto pressione delle organizzazioni sindacali, ha portato alle assunzioni a tempo indeterminato di circa 100 lavoratori, in palese controtendenza con il panorama nazionale e regionale che vede quasi giornalmentela chiusura e/o lo spostamento di aziende all’estero.
La proposta della consigliera del M5S, a nostro avviso, appare quindi abbastanza insensata in considerazione delle ripercussioni notevoli sullo sviluppo e sull’immagine della città.
L’ ampliamento infrastrutturale e della nuova pista darebbero sollievo ad un quartiere composto da numerose migliaia di cittadini.
Non tiene conto del fatto che le prescrizioni ambientali (inquinamento acustico eatmosferico) sono state tutte rispettate, e che persiste un monitoraggio sistematico imparziale da parte della stessa proprietà di Toscana Aeroporti con un osservatorio di periti e tecnici esperti.
Queste sigle sindacali, rappresentanti della maggioranza dei lavoratori in Aeroportodi Firenze, che sono anche cittadini, caldeggiano, come e forse ancor di più della consigliera del M5S, il rispetto e la tutela della salute della popolazione, cogliendo anche l’importanza dell’occupazione diretta cheToscana Aeroporti ha (circa 900 persone nel complesso del polo aeroportuale toscano) e dell’indotto (qualche migliaia di lavoratori).
Noi riteniamo che sia abbastanza discutibile anche solo ipotizzare uno scenario del tipo proposto dalla consigliera per una azienda florida (101 milioni di ricavi nei primi 9 mesi del 2018) che, a seguito di una trattativa sindacale di circa 10 mesi, sotto pressione delle organizzazioni sindacali, ha portato alle assunzioni a tempo indeterminato di circa 100 lavoratori, in palese controtendenza con il panorama nazionale e regionale che vede quasi giornalmentela chiusura e/o lo spostamento di aziende all’estero.
La proposta della consigliera del M5S, a nostro avviso, appare quindi abbastanza insensata in considerazione delle ripercussioni notevoli sullo sviluppo e sull’immagine della città.
L’ ampliamento infrastrutturale e della nuova pista darebbero sollievo ad un quartiere composto da numerose migliaia di cittadini.
Non tiene conto del fatto che le prescrizioni ambientali (inquinamento acustico eatmosferico) sono state tutte rispettate, e che persiste un monitoraggio sistematico imparziale da parte della stessa proprietà di Toscana Aeroporti con un osservatorio di periti e tecnici esperti.
Queste sigle sindacali, rappresentanti della maggioranza dei lavoratori in Aeroportodi Firenze, che sono anche cittadini, caldeggiano, come e forse ancor di più della consigliera del M5S, il rispetto e la tutela della salute della popolazione, cogliendo anche l’importanza dell’occupazione diretta cheToscana Aeroporti ha (circa 900 persone nel complesso del polo aeroportuale toscano) e dell’indotto (qualche migliaia di lavoratori).
Tramvia area fiorentina: finalmente si cambia; non solo una vocazione commerciale/turistica ma anche industriale
Visto che oggi stanno crescendo anche nuove sensibilità industriali, fino a qualche tempo fa completamente ignorate, vogliamo rilanciare una nostra idea, più volte avanzata anche con proposte concrete, per comprendere nel servizio metropolitano l’area più industrializzata dell’intera Toscana, quella dell'Osmannoro.
Su questo tema già nel 2015, a primavera e ad ottobre, abbiamo promosso, assieme alle altre organizzazioni sindacali, un incontro congiunto con gli assessori ai trasporti del Comune di Firenze e della Regione Toscana. A loro sottolineammo l’importanza di prevedere un servizio pubblico per portare i lavoratori dalla stazione di Firenze SMN alla zona industriale di Osmannoro con un collegamento veloce ed efficace, facendo presente che attualmente il servizio di autobus è insufficiente e che quell’area è lontana sia dalla linea 2 che dalla 4 della nuova tramvia. Le istituzioni si impegnarono a valutare le soluzioni possibili, come l’istituzione di un servizio diretto di autobus con corsie preferenziali, uno scambio puntuale nelle are previste fra tramvia e autobus e anche una analisi attenta dei nuovi tracciati della tranvia non ancora definitivi.
Da allora abbiamo continuato la nostra battaglia partecipando a riunioni, convegni, iniziative e come Fit-Cisl abbiamo anche fatto delle proposte che riproponiamo in quanto crediamo ancora attuali e fattibili:
La prima soluzione riguarda la tramvia n° 4, che per raggiungere Campi Bisenzio potrebbe tagliare dalle Piagge con una linea retta l’area dell'Osmannoro, in modo da servire tutta la zona industriale. La garanzia che il servizio sarebbe sempre al pieno delle potenzialità è offerta dalla popolazione di Campi.
La seconda soluzione chiama in causa la tramvia n° 2 per l’aeroporto, il cui tracciato prevede di arrivare al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino passando dalla Stazione FS di Castello. In questo caso proponiamo che dal Polo si prosegua in direzione retta per ricongiungersi alle Piagge con la linea 4, chiudendo un anello molto importate per la viabilità.
Visto che oggi abbiamo riscoperto anche una vocazione industriale e manifatturiera con know-how unico e specificità di eccellenza anche sul piano della ricerca, andiamo avanti in questa direzione, agevolando le migliaia di lavoratori che tutte le mattine devono raggiungere l’Osmannoro. Ora o mai più, visto che per i prossimi 20/30 anni, nessuno ci rimetterà le mani.
Su questo tema già nel 2015, a primavera e ad ottobre, abbiamo promosso, assieme alle altre organizzazioni sindacali, un incontro congiunto con gli assessori ai trasporti del Comune di Firenze e della Regione Toscana. A loro sottolineammo l’importanza di prevedere un servizio pubblico per portare i lavoratori dalla stazione di Firenze SMN alla zona industriale di Osmannoro con un collegamento veloce ed efficace, facendo presente che attualmente il servizio di autobus è insufficiente e che quell’area è lontana sia dalla linea 2 che dalla 4 della nuova tramvia. Le istituzioni si impegnarono a valutare le soluzioni possibili, come l’istituzione di un servizio diretto di autobus con corsie preferenziali, uno scambio puntuale nelle are previste fra tramvia e autobus e anche una analisi attenta dei nuovi tracciati della tranvia non ancora definitivi.
Da allora abbiamo continuato la nostra battaglia partecipando a riunioni, convegni, iniziative e come Fit-Cisl abbiamo anche fatto delle proposte che riproponiamo in quanto crediamo ancora attuali e fattibili:
La prima soluzione riguarda la tramvia n° 4, che per raggiungere Campi Bisenzio potrebbe tagliare dalle Piagge con una linea retta l’area dell'Osmannoro, in modo da servire tutta la zona industriale. La garanzia che il servizio sarebbe sempre al pieno delle potenzialità è offerta dalla popolazione di Campi.
La seconda soluzione chiama in causa la tramvia n° 2 per l’aeroporto, il cui tracciato prevede di arrivare al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino passando dalla Stazione FS di Castello. In questo caso proponiamo che dal Polo si prosegua in direzione retta per ricongiungersi alle Piagge con la linea 4, chiudendo un anello molto importate per la viabilità.
Visto che oggi abbiamo riscoperto anche una vocazione industriale e manifatturiera con know-how unico e specificità di eccellenza anche sul piano della ricerca, andiamo avanti in questa direzione, agevolando le migliaia di lavoratori che tutte le mattine devono raggiungere l’Osmannoro. Ora o mai più, visto che per i prossimi 20/30 anni, nessuno ci rimetterà le mani.
FS, in alto mare il trasferimento da v.le Lavagnini
Boni: “Dove andranno a giugno 2019 i 550 lavoratori? E con quali costi?”
A meno di un anno dalla scadenza della locazione del palazzo di viale Lavagnini, dove lavorano 550 persone del gruppo FS, non c’è niente di certo sulla realizzazione della nuova sede e sui tempi e i modi del trasferimento: un ritardo che preoccupa i lavoratori e rischia di trasformarsi in costi pesantissimi per le ferrovie.
E’ la denuncia del segretario della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, che ricorda come dopo l’ultimo incontro, il 18 maggio scorso tra sindacati e dirigenza di Trenitalia Toscana, per fare il punto della situazione, su tutta la vicenda è calato il silenzio: “Ci hanno detto che i progetti erano ultimati e la gara per l’affidamento dei lavori alla fase finale, ma non abbiamo saputo più niente.”
In viale Lavagnini hanno sede gli uffici della Direzione Tecnica, del Trasporto Regionale, di alcune strutture a staff di Trenitalia e della società Ferservizi.
“Il contratto di locazione scade a giugno 2019 – dice Boni -; per realizzare la nuova palazzina ci vorranno almeno 3 anni e quindi è più che concreta la possibilità di dover rimanere ancora in un ambiente non di proprietà, pagare delle cifre alte (130 euro al metro quadro, per un totale di circa 2,6 milioni all’anno) e con la pendenza della clausola obbligatoria di un contratto per non meno di ulteriori 6 anni.”
“La nuova sede – continua Boni – dovrebbe sorgere nella zona del Romito, in un’area già di proprietà FS. Tutti i permessi sono stati rilasciati dagli enti preposti, Comune e Città metropolitana di Firenze, Regione, Sovrintendenza e Genio Civile, i finanziamenti necessari (circa 17 milioni di euro) sono già stati deliberati da Trenitalia ed è stato fatto il bando di gara e individuata la società che dovrà realizzare i lavori della nuova palazzina. Ma tutto resta fermo.”
“All’amministratore delegato di FS – continua il segretario Fit – vorremmo allora chiedere: perché questo comportamento inspiegabile? Dove finirà il personale, se non verrà rinnovato l’attuale contratto d’affitto, in attesa che la nuova palazzina sia ultimata? Quanto costerà alle casse di FS questa dilatazione dei tempi? Le ferrovie hanno nel frattempo cambiato idea e deciso che non c’è più bisogno della nuova palazzina e degli uffici e quindi dei lavoratori che vi operano?”
“Tutte domande – conclude Boni - che ci poniamo noi e che si pongono i lavoratori, da molto tempo. Ed alle quali qualcuno non può più rifiutarsi di rispondere, perché il tempo stringe ed il mantenimento e lo sviluppo delle attività e funzioni oggi presenti passa anche dalla realizzazione, in tempi rapidi, della nuova palazzina.”
E’ la denuncia del segretario della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, che ricorda come dopo l’ultimo incontro, il 18 maggio scorso tra sindacati e dirigenza di Trenitalia Toscana, per fare il punto della situazione, su tutta la vicenda è calato il silenzio: “Ci hanno detto che i progetti erano ultimati e la gara per l’affidamento dei lavori alla fase finale, ma non abbiamo saputo più niente.”
In viale Lavagnini hanno sede gli uffici della Direzione Tecnica, del Trasporto Regionale, di alcune strutture a staff di Trenitalia e della società Ferservizi.
“Il contratto di locazione scade a giugno 2019 – dice Boni -; per realizzare la nuova palazzina ci vorranno almeno 3 anni e quindi è più che concreta la possibilità di dover rimanere ancora in un ambiente non di proprietà, pagare delle cifre alte (130 euro al metro quadro, per un totale di circa 2,6 milioni all’anno) e con la pendenza della clausola obbligatoria di un contratto per non meno di ulteriori 6 anni.”
“La nuova sede – continua Boni – dovrebbe sorgere nella zona del Romito, in un’area già di proprietà FS. Tutti i permessi sono stati rilasciati dagli enti preposti, Comune e Città metropolitana di Firenze, Regione, Sovrintendenza e Genio Civile, i finanziamenti necessari (circa 17 milioni di euro) sono già stati deliberati da Trenitalia ed è stato fatto il bando di gara e individuata la società che dovrà realizzare i lavori della nuova palazzina. Ma tutto resta fermo.”
“All’amministratore delegato di FS – continua il segretario Fit – vorremmo allora chiedere: perché questo comportamento inspiegabile? Dove finirà il personale, se non verrà rinnovato l’attuale contratto d’affitto, in attesa che la nuova palazzina sia ultimata? Quanto costerà alle casse di FS questa dilatazione dei tempi? Le ferrovie hanno nel frattempo cambiato idea e deciso che non c’è più bisogno della nuova palazzina e degli uffici e quindi dei lavoratori che vi operano?”
“Tutte domande – conclude Boni - che ci poniamo noi e che si pongono i lavoratori, da molto tempo. Ed alle quali qualcuno non può più rifiutarsi di rispondere, perché il tempo stringe ed il mantenimento e lo sviluppo delle attività e funzioni oggi presenti passa anche dalla realizzazione, in tempi rapidi, della nuova palazzina.”
Pulizie sui treni, sciopero
Astensione nazionale venerdì 20 luglio, indetto da Fit-Cisl, Filt-Cgil, Uilt-Uil, UGL e Fast, nel comparto pulizie e servizi accessori nel Gruppo FS
Da molto tempo il comparto degli appalti FS versa in uno stato di profonda crisi e disagio, per i lavoratori impegnati, frutto, nel tempo, di un atteggiamento delle stesse FS che non hanno mai voluto affrontare i problemi. Si è continuato a predisporre bandi di gara al massimo ribasso e i lavoratori vengono continuamente tirati in ballo per il costante rischio di non essere riassunti, per l’applicazione di contratti di solidarietà, per la riduzione di orari di lavoro a parità di stessi volumi, per l’applicazione di contratti sempre diversi e con stipendi ai minimi consentiti. Il gruppo Fs nonostante nel contratto nazionale, sottoscritto appena due anni fa, siano normati anche gli appalti FS, in merito alle garanzie occupazionali, non si fa garante del rispetto della clausola sociale e occupazionale nei confronti delle imprese appaltatrici.
Per questo i lavoratori del settore (circa 10 mila in Italia e 700 in Toscana, utilizzati per la pulizia delle stazioni e dei treni sia regionali che AV) hanno deciso di scioperare per l’intera giornata di domani, venerdì 20 luglio, dalle ore 00,01 alle ore 24,00.
FS tutti gli anni presenta bilanci in attivo, con forti utili, ma è indifferente di fronte alle criticità presenti nel mondo degli appalti (lavoratori precari e con stipendi mediamente bassi), di fatto non considerandolo uno degli elementi principali del ciclo produttivo per un servizio efficiente e all’altezza di un paese civile.
NO a bandi di gara al massimo ribasso;
NO al lavoro precario;
NO agli atti unilaterali perpetrati dalle aziende nei confronti del personale
Per il rispetto delle clausole sociali e dell’occupazione
Per un lavoro stabile che dia prospettive di vita certa
Per il mantenimento dei diritti , del salario e per dare anche un servizio migliore ai cittadini
Le istituzioni, in particolare il Governo, devono intervenire e mettere mano al comparto, insieme al sindacato, per fare chiarezza e dare prospettive di futuro a tutto il settore.
Per questo i lavoratori del settore (circa 10 mila in Italia e 700 in Toscana, utilizzati per la pulizia delle stazioni e dei treni sia regionali che AV) hanno deciso di scioperare per l’intera giornata di domani, venerdì 20 luglio, dalle ore 00,01 alle ore 24,00.
FS tutti gli anni presenta bilanci in attivo, con forti utili, ma è indifferente di fronte alle criticità presenti nel mondo degli appalti (lavoratori precari e con stipendi mediamente bassi), di fatto non considerandolo uno degli elementi principali del ciclo produttivo per un servizio efficiente e all’altezza di un paese civile.
NO a bandi di gara al massimo ribasso;
NO al lavoro precario;
NO agli atti unilaterali perpetrati dalle aziende nei confronti del personale
Per il rispetto delle clausole sociali e dell’occupazione
Per un lavoro stabile che dia prospettive di vita certa
Per il mantenimento dei diritti , del salario e per dare anche un servizio migliore ai cittadini
Le istituzioni, in particolare il Governo, devono intervenire e mettere mano al comparto, insieme al sindacato, per fare chiarezza e dare prospettive di futuro a tutto il settore.
Pedaggi autostradali: “aumenti sganciati dalla realtA'”
A dirlo la Fit-Cisl Toscana, che mette a confronto gli aumenti con l’inflazione, gli investimenti e l’occupazione nel settore.
“Gli aumenti delle tariffe autostradali scattati a inizio anno anche in Toscana sono totalmente sganciati dalla realtà.” La denuncia arriva da Stefano Boni, Segretario generale della Fit-Cisl Toscana, che mette a confronto gli incrementi tariffari della rete autostradale regionale con il tasso d’inflazione e gli investimenti delle concessionarie autostradali.
“Gli aumenti – spiega Boni - sono ben più alti dell’inflazione, mentre i pedaggi garantiscono già introiti di quasi sei volte gli investimenti sulla rete, mentre la produttività dei lavoratori del settore aumenta e il loro numero diminuisce. A ingrassare sono così le società concessionarie delle autostrade italiane, mentre la qualità del servizio ai cittadini diminuisce e i loro portafogli sono più leggeri.”
Per questo Boni si chiede “perché l’Autority dei Trasporti non analizza i meccanismi di aumento delle tariffe autostradali e, se non coerenti con l’aumento del costo della vita, non interviene e chiede delucidazioni sul perché si proceda a favorire le società concessionarie.” “Anche la Regione Toscana – aggiunge il Segretario Fit - in considerazione degli accordi per nuove infrastrutture con le società concessionarie di autostrade nel territorio, dovrebbe pretendere che si faccia chiarezza sui meccanismi di aumento delle tariffe.”
“Le tariffe autostradali – dice Boni - in teoria dovrebbero coprire gli investimenti, i quali invece restano ben al di sotto: 1,1 miliardi contro poco meno di 6 miliardi di euro nel 2016.” Secondo il Segretario Fit “le convenzioni stipulate nel 2007 e le specifiche del CIPE sull’applicazione delle formule tariffarie e criteri di calcolo risultano sganciati dalla vita reale e dalle spese che ogni famiglia/cittadino deve sopportare. Secondo l’Istat il 2016 si è chiuso in deflazione (-0,09) e il 2017 con un’inflazione dell’1,2%. Le tariffe autostradali hanno avuto aumenti medi nazionali rispettivamente dello 0,77% e del 2,74%. Nel tratto toscano, in Autostrade per l’Italia per il 2016 del +0,64% e nel 2017 +1,51; in SAT nel 2016 +0,90% e nel 2017 +1,33; in Autocamionale della Cisa S.p.A. nel 2016 +0,24% e nel 2017 invariate.”
“Anche grazie ai segnali di ripresa economica il traffico autostradale in Toscana è in continuo aumento, mentre gli investimenti in manutenzione e nuove infrastrutture avanzano a rilento. Anche la produttività dei singoli lavoratori è in continuo aumento a fronte di una diminuzione costante degli addetti, causata non solo dall’introduzione della tecnologia ma anche da una riduzione dei servizi di assistenza/informazione, che per la Fit-Cisl è inaccettabile. Secondo noi – conclude Boni - con la crescita degli utili verificati nei bilanci e della produttività dei lavoratori, le tariffe andrebbero diminuite piuttosto che aumentate, per rilanciare lo sviluppo,[Marker] salvaguardare l’occupazione con nuove assunzioni e favorire i cittadini e le famiglie del nostro Paese.”
“Gli aumenti – spiega Boni - sono ben più alti dell’inflazione, mentre i pedaggi garantiscono già introiti di quasi sei volte gli investimenti sulla rete, mentre la produttività dei lavoratori del settore aumenta e il loro numero diminuisce. A ingrassare sono così le società concessionarie delle autostrade italiane, mentre la qualità del servizio ai cittadini diminuisce e i loro portafogli sono più leggeri.”
Per questo Boni si chiede “perché l’Autority dei Trasporti non analizza i meccanismi di aumento delle tariffe autostradali e, se non coerenti con l’aumento del costo della vita, non interviene e chiede delucidazioni sul perché si proceda a favorire le società concessionarie.” “Anche la Regione Toscana – aggiunge il Segretario Fit - in considerazione degli accordi per nuove infrastrutture con le società concessionarie di autostrade nel territorio, dovrebbe pretendere che si faccia chiarezza sui meccanismi di aumento delle tariffe.”
“Le tariffe autostradali – dice Boni - in teoria dovrebbero coprire gli investimenti, i quali invece restano ben al di sotto: 1,1 miliardi contro poco meno di 6 miliardi di euro nel 2016.” Secondo il Segretario Fit “le convenzioni stipulate nel 2007 e le specifiche del CIPE sull’applicazione delle formule tariffarie e criteri di calcolo risultano sganciati dalla vita reale e dalle spese che ogni famiglia/cittadino deve sopportare. Secondo l’Istat il 2016 si è chiuso in deflazione (-0,09) e il 2017 con un’inflazione dell’1,2%. Le tariffe autostradali hanno avuto aumenti medi nazionali rispettivamente dello 0,77% e del 2,74%. Nel tratto toscano, in Autostrade per l’Italia per il 2016 del +0,64% e nel 2017 +1,51; in SAT nel 2016 +0,90% e nel 2017 +1,33; in Autocamionale della Cisa S.p.A. nel 2016 +0,24% e nel 2017 invariate.”
“Anche grazie ai segnali di ripresa economica il traffico autostradale in Toscana è in continuo aumento, mentre gli investimenti in manutenzione e nuove infrastrutture avanzano a rilento. Anche la produttività dei singoli lavoratori è in continuo aumento a fronte di una diminuzione costante degli addetti, causata non solo dall’introduzione della tecnologia ma anche da una riduzione dei servizi di assistenza/informazione, che per la Fit-Cisl è inaccettabile. Secondo noi – conclude Boni - con la crescita degli utili verificati nei bilanci e della produttività dei lavoratori, le tariffe andrebbero diminuite piuttosto che aumentate, per rilanciare lo sviluppo,[Marker] salvaguardare l’occupazione con nuove assunzioni e favorire i cittadini e le famiglie del nostro Paese.”
Alia, in arrivo oltre 200 assunzioni
Boni e Chiaravalli: “Sviluppo e occupazione in Alia. Risultato fortemente voluto dal sindacato grazie al ruolo di guida della Fit/Cisl”.
225 nuove assunzioni nella società Alia tra fine 2017 e 2018. E’ uno dei risultati dell’accordo stipulato fra le organizzazioni sindacali della Toscana e la società che si occupa della raccolta rifiuti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, il 10 novembre scorso. Le assunzioni riguarderanno vari profili professionali (autisti, operatori ecologici, tecnici e impiegati) e mirano a far fronte sia al ricambio generazionale che a nuovi lavori e attività.
“Con questo accordo – dicono Stefano Boni e Francesco Chiaravalli, segretario generale e segretario generale aggiunto della Fit-Cisl Toscana - si è dato avvio al nuovo modello organizzativo. Le organizzazioni sindacali e la Fit-Cisl in particolare si sono sempre battuti per la costituzione del ‘Comitato Lavoro’, organismo paritetico all’interno della società in cui la dirigenza e le organizzazioni sindacali si confrontano e verificano le esigenze aziendali, per poi condividere e assumere gli indirizzi strategici più idonei ad un moderno sviluppo della società dei servizi, delle condizioni e prospettive di lavoro. E’ appunto in questo contesto che si sono realizzate le condizioni per questo accordo. In questa importantissima intesa la Fit-Cisl ha svolto un ruolo di guida, con l’obiettivo di migliorare gli aspetti organizzativi ma soprattutto per dare risposta al mondo del lavoro e creare nuove opportunità per i giovani, realizzando occupazione stabile e gratificante.”
Le nuove assunzioni di personale saranno avviate a metà dicembre 2017, attingendo in una prima fase da una vecchia graduatoria ancora in vigore (n° 67 candidati) fino ad esaurimento della stessa, dopodiché nei primi tre mesi del 2018 verranno bandite nuove selezioni esterne per procedere ad assunzioni di operatori, autisti, tecnici, impiegati, fino al numero complessivo previsto.
“Con questo accordo – dicono Stefano Boni e Francesco Chiaravalli, segretario generale e segretario generale aggiunto della Fit-Cisl Toscana - si è dato avvio al nuovo modello organizzativo. Le organizzazioni sindacali e la Fit-Cisl in particolare si sono sempre battuti per la costituzione del ‘Comitato Lavoro’, organismo paritetico all’interno della società in cui la dirigenza e le organizzazioni sindacali si confrontano e verificano le esigenze aziendali, per poi condividere e assumere gli indirizzi strategici più idonei ad un moderno sviluppo della società dei servizi, delle condizioni e prospettive di lavoro. E’ appunto in questo contesto che si sono realizzate le condizioni per questo accordo. In questa importantissima intesa la Fit-Cisl ha svolto un ruolo di guida, con l’obiettivo di migliorare gli aspetti organizzativi ma soprattutto per dare risposta al mondo del lavoro e creare nuove opportunità per i giovani, realizzando occupazione stabile e gratificante.”
Le nuove assunzioni di personale saranno avviate a metà dicembre 2017, attingendo in una prima fase da una vecchia graduatoria ancora in vigore (n° 67 candidati) fino ad esaurimento della stessa, dopodiché nei primi tre mesi del 2018 verranno bandite nuove selezioni esterne per procedere ad assunzioni di operatori, autisti, tecnici, impiegati, fino al numero complessivo previsto.
Appalti Pulizie e Servizi accessori Trenitalia: sciopero di 4 ore in Toscana.
Nella giornata del 5 Giugno 2017 si svolgerà lo sciopero di 4 ore (alta adesione) degli appalti di Pulizia Treni e dei servizi Accessori della Direzione Regionale Toscana.
Trenitalia per l'ennesima volta pubblica gare che non garantiscono il mantenimento del posto di lavoro facendo cadere i lavoratori del settore nell'incertezza più totale. Trenitalia che ha stipulato un contratto con la Regione Toscana che le garantisce una grande quantità di risorse economiche utilizza, nella stessa regione, il momento delle gare per abbattere i costi di gestione di un servizio, per noi fondamentale, giocando principalmente sull'abbattimento del costo del lavoro, inteso sia come salari che come numero di persone da impiegare.
Le gare fatte senza la reale consistenza delle persone che ci lavorano di fatto mettono circa 100 persone di chi lavora in quelle attività in una situazione di assoluta mancanza di tutele e garanzie per il mantenimento del posto di lavoro o li espongono a vedersi collocare in ammortizzatori sociali, con un irresponsabile aumento dei costi per la collettività a nostro avviso evitabili. Allo stesso modo assistiamo alla pubblicazione di gare che spezzettano il settore in piccole attività, gare senza clausola sociale e contrattuale.
Questi due aspetti uniti alla logica perversa dei ribassi a cui siamo abituati mette in discussione la tenuta occupazionale del settore in presenza di lavoro e di risorse dedicate, ed in un momento in cui assistiamo alle dichiarazioni di Trenitalia di voler aumentare la qualità di tali servizi. Non siamo più disponibili a tollerare questo tipo di gestione e chiediamo a Trenitalia ed alle aziende del gruppo di cambiare rotta ed alle istituzioni, a partire dalla regione Toscana, di farsi parte attiva nel far collimare la qualità dei servizi che paga profumatamente con un quadro di regole necessario alla tutela ed alla salvaguardia del lavoro, del salario e dei diritti di chi in questo settore opera. Noi crediamo alla necessità di avere servizi efficaci e siamo convinti che questi debbano essere garantiti nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nel rispetto dei costi che i cittadini sostengono per avere servizi efficienti e di qualità.
Trenitalia per l'ennesima volta pubblica gare che non garantiscono il mantenimento del posto di lavoro facendo cadere i lavoratori del settore nell'incertezza più totale. Trenitalia che ha stipulato un contratto con la Regione Toscana che le garantisce una grande quantità di risorse economiche utilizza, nella stessa regione, il momento delle gare per abbattere i costi di gestione di un servizio, per noi fondamentale, giocando principalmente sull'abbattimento del costo del lavoro, inteso sia come salari che come numero di persone da impiegare.
Le gare fatte senza la reale consistenza delle persone che ci lavorano di fatto mettono circa 100 persone di chi lavora in quelle attività in una situazione di assoluta mancanza di tutele e garanzie per il mantenimento del posto di lavoro o li espongono a vedersi collocare in ammortizzatori sociali, con un irresponsabile aumento dei costi per la collettività a nostro avviso evitabili. Allo stesso modo assistiamo alla pubblicazione di gare che spezzettano il settore in piccole attività, gare senza clausola sociale e contrattuale.
Questi due aspetti uniti alla logica perversa dei ribassi a cui siamo abituati mette in discussione la tenuta occupazionale del settore in presenza di lavoro e di risorse dedicate, ed in un momento in cui assistiamo alle dichiarazioni di Trenitalia di voler aumentare la qualità di tali servizi. Non siamo più disponibili a tollerare questo tipo di gestione e chiediamo a Trenitalia ed alle aziende del gruppo di cambiare rotta ed alle istituzioni, a partire dalla regione Toscana, di farsi parte attiva nel far collimare la qualità dei servizi che paga profumatamente con un quadro di regole necessario alla tutela ed alla salvaguardia del lavoro, del salario e dei diritti di chi in questo settore opera. Noi crediamo alla necessità di avere servizi efficaci e siamo convinti che questi debbano essere garantiti nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nel rispetto dei costi che i cittadini sostengono per avere servizi efficienti e di qualità.
Ataf Gestioni, elezioni RSU: cresce la Fit-Cisl
La FIT-CISL passa da 4 seggi del 2010 ai 5 seggi attuali, su 17 seggi totali RSU.
Altissima partecipazione al voto e crescita della Fit-Cisl: sono alcuni dei risultati delle elezioni di RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) svoltesi dal 14 al 18 novembre nell’azienda di trasporto pubblico su gomma Ataf Gestioni Srl di Firenze.
I votanti sono stati 830 su 994 aventi diritto, pari all’ 83% circa, con una variazione positiva del 10% rispetto quelle del 2010, ultime votazioni con tutte le OO.SS. presenti al voto.
Di questi 157 hanno votato per la lista Fit-Cisl, che così passa da 4 a 5 seggi, aumentando di rappresentatività e diventando il sindacato con il più alto numero di componenti all’interno della RSU insieme alla lista Cobas.
Il sindacato confederale, se considerato nella sua interezza e all’interno di ogni settore aziendale, regge complessivamente la sfida con i gli autonomi.
Il risultato complessivo è: FIT-CISL 5 seggi ; Cobas 5 seggi ; Faisa-Cisal 3 seggi ; SUL 2 seggi; Filt-Cgil 1 seggio ; Uiltrasporti 1 seggio.
“Un risultato rilevante per la FIT-CISL – nota il Segretario Aziendale Fit Gianluca Mannucci – che ci responsabilizza ancora di più. I lavoratori stanno apprezzando il nostro impegno e noi ci metteremo subito a lavoro con gli altri componenti perché si inizino a migliorare al più presto le condizioni di lavoro. Daremo il nostro contributo affinché il lavoro e la persona diventino gli obiettivi chiari e convergenti della RSU, senza inutili campanilismi al suo interno. L’azienda prenda atto di questo importante risultato di democrazia e ci convochi al più presto. L’alta affluenza al voto dimostra da un lato che i lavoratori hanno capito la delicatezza del momento e dall’altro sottolinea il loro forte disagio. La nuova RSU dovrà fare in modo che l’azienda si avvicini ai lavoratori dimostrando attenzione ai loro bisogni e alle loro difficoltà. Cosa che fino ad ora è completamente mancata”
I votanti sono stati 830 su 994 aventi diritto, pari all’ 83% circa, con una variazione positiva del 10% rispetto quelle del 2010, ultime votazioni con tutte le OO.SS. presenti al voto.
Di questi 157 hanno votato per la lista Fit-Cisl, che così passa da 4 a 5 seggi, aumentando di rappresentatività e diventando il sindacato con il più alto numero di componenti all’interno della RSU insieme alla lista Cobas.
Il sindacato confederale, se considerato nella sua interezza e all’interno di ogni settore aziendale, regge complessivamente la sfida con i gli autonomi.
Il risultato complessivo è: FIT-CISL 5 seggi ; Cobas 5 seggi ; Faisa-Cisal 3 seggi ; SUL 2 seggi; Filt-Cgil 1 seggio ; Uiltrasporti 1 seggio.
“Un risultato rilevante per la FIT-CISL – nota il Segretario Aziendale Fit Gianluca Mannucci – che ci responsabilizza ancora di più. I lavoratori stanno apprezzando il nostro impegno e noi ci metteremo subito a lavoro con gli altri componenti perché si inizino a migliorare al più presto le condizioni di lavoro. Daremo il nostro contributo affinché il lavoro e la persona diventino gli obiettivi chiari e convergenti della RSU, senza inutili campanilismi al suo interno. L’azienda prenda atto di questo importante risultato di democrazia e ci convochi al più presto. L’alta affluenza al voto dimostra da un lato che i lavoratori hanno capito la delicatezza del momento e dall’altro sottolinea il loro forte disagio. La nuova RSU dovrà fare in modo che l’azienda si avvicini ai lavoratori dimostrando attenzione ai loro bisogni e alle loro difficoltà. Cosa che fino ad ora è completamente mancata”
TAV, dopo 20 anni le Ferrovie hanno vinto sulle istituzioni fiorentine
Il progetto presentato e' quello iniziale di FS: stazione AV a Campo Marte
La proposta presentata ieri per il nodo TAV di Firenze é la stessa avanzata 20 anni fa: Campo di Marte quale stazione AV, con buona pace anche del sindaco di Firenze. Le Ferrovie sono state maestre nel lanciare nuove proposte, lasciar passare il tempo e poi ritornare sugli stessi passi.
I provvedimenti annunciati infatti, ovvero potenziamento del nodo fiorentino con i nuovi sistemi tecnologici, raddoppio dei binari dalle stazioni Rifredi a Statuto, riserva dei binari sulle direttrici del trasporto regionale in direzione di Firenze Smn e, sembra, anche verifica della fattibilità del sesto binario nella strettoia fra Rifredi e Firenze Smn, non garantiscono l'accesso ai treni regionali. Tanto è vero che le Ferrovie sono state costrette a confermare la realizzazione del tunnel come nel progetto originale. La vera novità, per modo di dire, è che una volta verificato l'ingorgo per entrare a Firenze Smn (treni AV in aumento, con +5% per Trenitalia e Italo nei prossimi anni; 10 treni regionali in più che oggi fermano a Firenze Leopolda; +8% per i treni sulla direttrice Firenze-Pistoia-Viareggio) le Ferrovie faranno diventare Campo di Marte la vera stazione AV, perché costrette a dirottare i treni veloci in quella stazione per non penalizzare i treni regionali che entrano a Firenze Smn.
Una soluzione che certamente può rispondere alle esigenze di pendolari, studenti, lavoratori e di coloro che tutti i santi giorni si riversano su Firenze, ma svilisce l’importanza di Firenze come stazione AV, a cui i sindaci fiorentini hanno sempre puntato. Inoltre vanno considerati i problemi che ne conseguono per un vero interscambio fra i viaggiatori dei treni AV e dei treni regionali, per la viabilità stradale da rivedere nella zona di Campo Marte e per i tracciati della tramvia che non servono quella zona. Insomma bisogna subito mettere mano alla nuova ipotesi lanciata dalle FS e il Comune di Firenze deve fare la sua parte e rivedere il piano della mobilità cittadina con tutto quello che ne consegue.
Per tutti questi motivi la Fit-Cisl nutre molti dubbi sulla scelta di Campo Marte come stazione AV. Inoltre è la prima volta che una società, nel caso FS, detta le regole e predispone i progetti come meglio crede, assoggettando Comune, Città Metropolitana e Regione alle proprie esigenze, costringendo anche a rivedere i progetti di viabilità con aumenti di costi incontrollati.
Ci permettiamo anche di segnalare che i viaggiatori vogliono arrivare a Santa Maria Novella, perché è nel centro di Firenze e qui è più facile lo scambio con treni Regionali, Autobus, Taxi, ecc. Per questo chiediamo, se la stazione Foster è superata, di valutare la possibilità di una fermata in zona Circondaria per i treni AV, in modo da salvaguardare la centralità di Firenze Smn, sia per i treni AV che per quelli Regionali. Altrimenti fare il tunnel è inutile, in quanto i treni AV possono passare in superficie dal nuovo raccordo Rifredi-Campo Marte. Prima di fare un'opera inutile allora é meglio pagare le penali, che devono essere a carico sia delle FS che del comune di Firenze . Infine a tutt'oggi non è chiaro che cosa si farà dello scavo già ultimato ai Macelli, che rappresenta una ferita nel cuore della Toscana e non può diventare un'occasione per ulteriori colate di cemento e asfalto.
Stefano Boni, segretario generale Fit-Cisl Toscana
I provvedimenti annunciati infatti, ovvero potenziamento del nodo fiorentino con i nuovi sistemi tecnologici, raddoppio dei binari dalle stazioni Rifredi a Statuto, riserva dei binari sulle direttrici del trasporto regionale in direzione di Firenze Smn e, sembra, anche verifica della fattibilità del sesto binario nella strettoia fra Rifredi e Firenze Smn, non garantiscono l'accesso ai treni regionali. Tanto è vero che le Ferrovie sono state costrette a confermare la realizzazione del tunnel come nel progetto originale. La vera novità, per modo di dire, è che una volta verificato l'ingorgo per entrare a Firenze Smn (treni AV in aumento, con +5% per Trenitalia e Italo nei prossimi anni; 10 treni regionali in più che oggi fermano a Firenze Leopolda; +8% per i treni sulla direttrice Firenze-Pistoia-Viareggio) le Ferrovie faranno diventare Campo di Marte la vera stazione AV, perché costrette a dirottare i treni veloci in quella stazione per non penalizzare i treni regionali che entrano a Firenze Smn.
Una soluzione che certamente può rispondere alle esigenze di pendolari, studenti, lavoratori e di coloro che tutti i santi giorni si riversano su Firenze, ma svilisce l’importanza di Firenze come stazione AV, a cui i sindaci fiorentini hanno sempre puntato. Inoltre vanno considerati i problemi che ne conseguono per un vero interscambio fra i viaggiatori dei treni AV e dei treni regionali, per la viabilità stradale da rivedere nella zona di Campo Marte e per i tracciati della tramvia che non servono quella zona. Insomma bisogna subito mettere mano alla nuova ipotesi lanciata dalle FS e il Comune di Firenze deve fare la sua parte e rivedere il piano della mobilità cittadina con tutto quello che ne consegue.
Per tutti questi motivi la Fit-Cisl nutre molti dubbi sulla scelta di Campo Marte come stazione AV. Inoltre è la prima volta che una società, nel caso FS, detta le regole e predispone i progetti come meglio crede, assoggettando Comune, Città Metropolitana e Regione alle proprie esigenze, costringendo anche a rivedere i progetti di viabilità con aumenti di costi incontrollati.
Ci permettiamo anche di segnalare che i viaggiatori vogliono arrivare a Santa Maria Novella, perché è nel centro di Firenze e qui è più facile lo scambio con treni Regionali, Autobus, Taxi, ecc. Per questo chiediamo, se la stazione Foster è superata, di valutare la possibilità di una fermata in zona Circondaria per i treni AV, in modo da salvaguardare la centralità di Firenze Smn, sia per i treni AV che per quelli Regionali. Altrimenti fare il tunnel è inutile, in quanto i treni AV possono passare in superficie dal nuovo raccordo Rifredi-Campo Marte. Prima di fare un'opera inutile allora é meglio pagare le penali, che devono essere a carico sia delle FS che del comune di Firenze . Infine a tutt'oggi non è chiaro che cosa si farà dello scavo già ultimato ai Macelli, che rappresenta una ferita nel cuore della Toscana e non può diventare un'occasione per ulteriori colate di cemento e asfalto.
Stefano Boni, segretario generale Fit-Cisl Toscana
Tav: fine settembre E' arrivata, le risposte da FS no
I sindacati Cisl di edilizia e trasporti chiedono di andare avanti e invitano le istituzioni a pretendere chiarezza e assunzione di responsabilitA'
Come temevamo siamo arrivati a fine settembre e, a tutt’oggi, le Ferrovie non hanno ancora presentato alcun progetto alternativo per il passaggio dell’AV dal nodo di Firenze SMN, anzi, è calato il silenzio anche nei cantieri: nella zona Macelli-Rifredi ci sono gli operai preoccupati del loro futuro e nel cantiere di Campo di Marte c'è l'enorme “talpa” assemblata, ma in un angolo come se fosse abbandonata.
Il sindaco di Firenze in una recente serata di calura estiva, ha annunciato il blocco delle lavorazioni sul progetto sia del sotto attraversamento AV che della costruzione della nuova stazione ‘Foster’. Da allora, a parte le innumerevoli dichiarazioni stampa, della politica cittadina, delle istituzioni e dei massimi vertici delle Ferrovie, non è successo più niente.
Intanto gli operai, tecnici e impiegati (circa 300), che sono stati tutelati in questi ultimi mesi con la cassa integrazione straordinaria, a causa della crisi e per il blocco dei cantieri per inchieste giudiziarie, hanno scongiurato la procedura di mobilità e sono stati mantenuti legati all'opera (stazione ‘Foster’ e tunnel TAV) perché vi era una prospettiva di ripresa. Ora sono nuovamente ricaduti nella disperazione, senza prospettive e senza speranza, perché il lavoro, i progetti degli ultimi 20 anni, sono stati rimessi in discussione dal sindaco di Firenze. Non stanno meglio gli operai (circa 150 fra diretti e indiretti), che invece stanno completando le basi della stazione ‘Foster’ con un piano di lavoro fino a novembre; dopodiché calerà il buio anche per loro, perché, ben che vada, le FS non vogliono più fare la nuova stazione e le colate di cemento di questi giorni non si sa bene a cosa serviranno.
La Filca e la Fit di Firenze e della Toscana chiedono inoltre di sciogliere il nodo delle penali da pagare nel caso di annullamento dell’appalto da parte del committente: le istituzioni (Comune, Provincia, Regione per quanto le compete), accertino se esistono o meno queste penali e se sì, pretendano che siano quantificate, informando l’opinione pubblica, individuando le responsabilità e richiamando al pagamento delle penali non con i soldi pubblici ma con gli averi personali.
Nei giorni scorsi, con una nota congiunta, Regione e Comuni della piana hanno ribadito che “resta fondamentale la separazione tra i flussi dei treni AV e quelli dei pendolari.” Una dichiarazione assolutamente condivisibile in linea di principio, salvo il fatto che non si dice come fare ! Gli accordi sottoscritti nella Conferenza dei servizi per il nodo di Firenze non vengono menzionati e, soprattutto, il sindaco di Firenze, che ha bloccato questo progetto nazionale, non individua nessuna soluzione né per i pendolari della Toscana, né per i passeggeri dell’Alta Velocità.
La Fit e la Filca di Firenze e della Toscana fanno appello alle forze politiche e sociali responsabili, affinché i lavori fatti non diventino una cattedrale incompiuta nel cuore di Firenze; la politica dia veramente corpo ad un nuovo modo di fare e di parlare, partendo dal rispetto degli accordi sottoscritti e attraverso una costante pressione ottenga che le Ferrovie prensentino una soluzione fattibile e credibile, che dia risposte al trasporto regionale e all’AV, con una forte integrazione con la gomma senza penalizzare nessun vettore. Altrimenti non perdiamo tempo e ammoderniamo il Paese e la Toscana con le soluzioni individuate, che a tutt’oggi sono l’unica risposta vera per il trasporto regionale, lo sviluppo del trasporto ferroviario e l'occupazione.
Rilanciamo l’occupazione, creiamo opportunità per i nostri giovani, andiamo avanti con le infrastrutture per sviluppare il Paese lasciando i particolarismi indietro. Diciamo No alle penali e alle perdite di tempo.
Stefano Boni Stefano Tesi Ottavio De Luca
Segr. Fit-Cisl Firenze e Toscana Segr. Filca-Cisl Firenze Segr. Filca-Cisl Toscana
Il sindaco di Firenze in una recente serata di calura estiva, ha annunciato il blocco delle lavorazioni sul progetto sia del sotto attraversamento AV che della costruzione della nuova stazione ‘Foster’. Da allora, a parte le innumerevoli dichiarazioni stampa, della politica cittadina, delle istituzioni e dei massimi vertici delle Ferrovie, non è successo più niente.
Intanto gli operai, tecnici e impiegati (circa 300), che sono stati tutelati in questi ultimi mesi con la cassa integrazione straordinaria, a causa della crisi e per il blocco dei cantieri per inchieste giudiziarie, hanno scongiurato la procedura di mobilità e sono stati mantenuti legati all'opera (stazione ‘Foster’ e tunnel TAV) perché vi era una prospettiva di ripresa. Ora sono nuovamente ricaduti nella disperazione, senza prospettive e senza speranza, perché il lavoro, i progetti degli ultimi 20 anni, sono stati rimessi in discussione dal sindaco di Firenze. Non stanno meglio gli operai (circa 150 fra diretti e indiretti), che invece stanno completando le basi della stazione ‘Foster’ con un piano di lavoro fino a novembre; dopodiché calerà il buio anche per loro, perché, ben che vada, le FS non vogliono più fare la nuova stazione e le colate di cemento di questi giorni non si sa bene a cosa serviranno.
La Filca e la Fit di Firenze e della Toscana chiedono inoltre di sciogliere il nodo delle penali da pagare nel caso di annullamento dell’appalto da parte del committente: le istituzioni (Comune, Provincia, Regione per quanto le compete), accertino se esistono o meno queste penali e se sì, pretendano che siano quantificate, informando l’opinione pubblica, individuando le responsabilità e richiamando al pagamento delle penali non con i soldi pubblici ma con gli averi personali.
Nei giorni scorsi, con una nota congiunta, Regione e Comuni della piana hanno ribadito che “resta fondamentale la separazione tra i flussi dei treni AV e quelli dei pendolari.” Una dichiarazione assolutamente condivisibile in linea di principio, salvo il fatto che non si dice come fare ! Gli accordi sottoscritti nella Conferenza dei servizi per il nodo di Firenze non vengono menzionati e, soprattutto, il sindaco di Firenze, che ha bloccato questo progetto nazionale, non individua nessuna soluzione né per i pendolari della Toscana, né per i passeggeri dell’Alta Velocità.
La Fit e la Filca di Firenze e della Toscana fanno appello alle forze politiche e sociali responsabili, affinché i lavori fatti non diventino una cattedrale incompiuta nel cuore di Firenze; la politica dia veramente corpo ad un nuovo modo di fare e di parlare, partendo dal rispetto degli accordi sottoscritti e attraverso una costante pressione ottenga che le Ferrovie prensentino una soluzione fattibile e credibile, che dia risposte al trasporto regionale e all’AV, con una forte integrazione con la gomma senza penalizzare nessun vettore. Altrimenti non perdiamo tempo e ammoderniamo il Paese e la Toscana con le soluzioni individuate, che a tutt’oggi sono l’unica risposta vera per il trasporto regionale, lo sviluppo del trasporto ferroviario e l'occupazione.
Rilanciamo l’occupazione, creiamo opportunità per i nostri giovani, andiamo avanti con le infrastrutture per sviluppare il Paese lasciando i particolarismi indietro. Diciamo No alle penali e alle perdite di tempo.
Stefano Boni Stefano Tesi Ottavio De Luca
Segr. Fit-Cisl Firenze e Toscana Segr. Filca-Cisl Firenze Segr. Filca-Cisl Toscana
Mobilita' ferroviaria: dove vuole andare il Comune di Firenze ?
“Abbiamo l'impressione che il Comune di Firenze voglia starsene in disparte e riaffermare la centralità fiorentina, senza più una discussione con il territorio, per realizzare una mobilità che non tiene conto di una visione complessiva, regionale e nemmeno nazionale.” A dirlo è il segretario della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, dopo le prese di posizione di Palazzo Vecchio su alta velocità e sul futuro della Stazione Leopolda.
“Oggi – nota Boni - è veramente difficile capire quale siano le intenzioni del Comune di Firenze, rispetto alle infrastrutture ferroviarie e ai collegamenti con il resto della Toscana. Di certo registriamo un cambio di rotta rispetto ad una visione complessiva che concepiva Firenze e la Toscana come unico territorio, da rendere sempre più vivibile e sostenibile con una rete di trasporti al servizio di tutti i cittadini toscani.”
“Come un fulmine a ciel sereno – continua il segretario Fit - durante una festa estiva a fine giugno, il sindaco ci ha annunciato il blocco dei lavori della TAV a Firenze perché opera nazionale che apparentemente non porta benefici immediati ai propri cittadini. I cantieri aperti, sia nella zona dei Macelli che nella zona di Campo di Marte, le pesanti penali da pagare alle società appaltatrici dei lavori, i soldi già spesi, gli espropri effettuati, le opere già realizzate, sono evidentemente problemi di altri. Ad agosto poi abbiamo appreso dalla stampa che la ferrovia fra la stazione di Firenze Leopolda e la stazione di Empoli (Piagge-San Donnino-Signa-Lastra a Signa-Montelupo Fiorentino) riattivata solo nel 2009 con un impegno di spesa da parte delle Ferrovie di circa 25 milioni di euro, chiuderà i battenti entro il 31 dicembre 2016 e i doppi binari, il sedime, i territori adiacenti, passeranno gratuitamente al Comune di Firenze in attesa della realizzazione della linea tranviaria 4, peraltro ancora da progettare e sopratutto da finanziare. Inoltre si prevede la ricollocazione dei 9-10 treni che oggi servivano quella tratta, dirottandoli nella già congestionata stazione di Santa Maria Novella (a tutto svantaggio dei treni locali e regionali) e la messa in vendita, da parte delle FS dell’area (circa 60mila mq.) delle ex Officine Grandi Riparazioni e di parte della Stazione Leopolda.”
“Fatti che – prosegue Boni - disegnano un quadro disomogeneo, sganciato da una logica complessiva di mobilità sostenibile, che non tiene conto dei tantissimi pendolari e lavoratori (nessuna linea tranviaria passa per l'Osmannoro, cuore logistico-industriale della Toscana), né delle infrastrutture a carattere nazionale. Una visione miope, di una Firenze rinchiusa in sé stessa e per la quale tutto ciò che sta fuori dai confini comunali non interessa, come i 220mila viaggiatori che tutte le mattine arrivano a Firenze Smn.
“A questo punto – chiede il segretario Fit - è opportuno che il sindaco di Firenze scopra le carte, indichi la strada che vuole percorrere e dove vuole andare, come pensa debba essere integrata la città metropolitana (che proprio lui guida) con il territorio toscano e con quello nazionale e sopratutto come pensa di rendere un servizio efficiente e sicuro ai cittadini, mancando una visione generale e un progetto concreto, che coinvolga la società civile, i sindaci e gli amministratori del territorio e la Regione stessa.”
“Per quanto ci riguarda – conclude Boni - vorremmo capire quale sarà lo sviluppo e l'integrazione delle infrastrutture, sia tranviarie che ferroviarie e come si pensa di salvaguardare e sviluppare l'occupazione in questi settori, in una visione che sia al servizio dei cittadini e dei milioni di pendolari, lavoratori e turisti, che tutti i giorni vivono e frequentano Firenze, in una visione toscana e nazionale. La Fit è assolutamente contraria allo sperpero di denaro pubblico, al buttar alle ortiche i piani di sviluppo sostenibile fino ad oggi portati avanti senza una valida alternativa, a qualsiasi speculazione edilizia e a nuovi progetti di viabilità che rispondano solo a interessi particolari.”
“Oggi – nota Boni - è veramente difficile capire quale siano le intenzioni del Comune di Firenze, rispetto alle infrastrutture ferroviarie e ai collegamenti con il resto della Toscana. Di certo registriamo un cambio di rotta rispetto ad una visione complessiva che concepiva Firenze e la Toscana come unico territorio, da rendere sempre più vivibile e sostenibile con una rete di trasporti al servizio di tutti i cittadini toscani.”
“Come un fulmine a ciel sereno – continua il segretario Fit - durante una festa estiva a fine giugno, il sindaco ci ha annunciato il blocco dei lavori della TAV a Firenze perché opera nazionale che apparentemente non porta benefici immediati ai propri cittadini. I cantieri aperti, sia nella zona dei Macelli che nella zona di Campo di Marte, le pesanti penali da pagare alle società appaltatrici dei lavori, i soldi già spesi, gli espropri effettuati, le opere già realizzate, sono evidentemente problemi di altri. Ad agosto poi abbiamo appreso dalla stampa che la ferrovia fra la stazione di Firenze Leopolda e la stazione di Empoli (Piagge-San Donnino-Signa-Lastra a Signa-Montelupo Fiorentino) riattivata solo nel 2009 con un impegno di spesa da parte delle Ferrovie di circa 25 milioni di euro, chiuderà i battenti entro il 31 dicembre 2016 e i doppi binari, il sedime, i territori adiacenti, passeranno gratuitamente al Comune di Firenze in attesa della realizzazione della linea tranviaria 4, peraltro ancora da progettare e sopratutto da finanziare. Inoltre si prevede la ricollocazione dei 9-10 treni che oggi servivano quella tratta, dirottandoli nella già congestionata stazione di Santa Maria Novella (a tutto svantaggio dei treni locali e regionali) e la messa in vendita, da parte delle FS dell’area (circa 60mila mq.) delle ex Officine Grandi Riparazioni e di parte della Stazione Leopolda.”
“Fatti che – prosegue Boni - disegnano un quadro disomogeneo, sganciato da una logica complessiva di mobilità sostenibile, che non tiene conto dei tantissimi pendolari e lavoratori (nessuna linea tranviaria passa per l'Osmannoro, cuore logistico-industriale della Toscana), né delle infrastrutture a carattere nazionale. Una visione miope, di una Firenze rinchiusa in sé stessa e per la quale tutto ciò che sta fuori dai confini comunali non interessa, come i 220mila viaggiatori che tutte le mattine arrivano a Firenze Smn.
“A questo punto – chiede il segretario Fit - è opportuno che il sindaco di Firenze scopra le carte, indichi la strada che vuole percorrere e dove vuole andare, come pensa debba essere integrata la città metropolitana (che proprio lui guida) con il territorio toscano e con quello nazionale e sopratutto come pensa di rendere un servizio efficiente e sicuro ai cittadini, mancando una visione generale e un progetto concreto, che coinvolga la società civile, i sindaci e gli amministratori del territorio e la Regione stessa.”
“Per quanto ci riguarda – conclude Boni - vorremmo capire quale sarà lo sviluppo e l'integrazione delle infrastrutture, sia tranviarie che ferroviarie e come si pensa di salvaguardare e sviluppare l'occupazione in questi settori, in una visione che sia al servizio dei cittadini e dei milioni di pendolari, lavoratori e turisti, che tutti i giorni vivono e frequentano Firenze, in una visione toscana e nazionale. La Fit è assolutamente contraria allo sperpero di denaro pubblico, al buttar alle ortiche i piani di sviluppo sostenibile fino ad oggi portati avanti senza una valida alternativa, a qualsiasi speculazione edilizia e a nuovi progetti di viabilità che rispondano solo a interessi particolari.”
Appalti Trenitalia, tutti licenziati in Toscana i lavoratori delle portinerie
Tutti i lavoratori delle portinerie delle officine di Trenitalia TMR in Toscana saranno licenziati dal primo agosto 2016.
L’azienda che ha vinto l’appalto, con un ribasso imprecisato, ha comunicato ai sindacati che non intende riassumere il personale ad oggi presente nell’appalto e non intende applicare il Contratto nazionale AF e neppure quello ad oggi applicato (Multiservizi).
La Direzione Regionale della Toscana, che si appresta a firmare il nuovo contratto di servizio con la Regione Toscana per 6 anni più 3 per un valore di circa 380 milioni di euro l’anno è complice di questa situazione, non avendo inserito né le clausole sociali, né le clausole contrattuali, quando più volte aveva garantito che tutto questo non sarebbe successo.
Dicono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil: “Ci domandiamo: se questo è il nuovo corso che il Gruppo FS e Trenitalia intende avviare, cosa accadrà quando saranno indette e poi assegnate le gare, a partire da quella per la pulizie dei treni che oggi impiegano più di 500 persone nella nostra regione?
Chiediamo ai massimi vertici FS, in questa fase di rinnovo di Contratto nazionale, di intervenire perché non è tollerabile che aziende che fanno utile grazie a soldi pubblici, possano essere complici di tali licenziamenti. L’ennesimo cambio appalto, l’ennesima situazione in cui i lavoratori vedono davanti a loro lo spettro dei licenziamenti, un’altra vertenza che sostiene la necessità di rivedere la legge nazionale e la costruzione di una regionale sugli appalti, in modo da tutelare l’occupazione e reddito dei lavoratori”.
L’azienda che ha vinto l’appalto, con un ribasso imprecisato, ha comunicato ai sindacati che non intende riassumere il personale ad oggi presente nell’appalto e non intende applicare il Contratto nazionale AF e neppure quello ad oggi applicato (Multiservizi).
La Direzione Regionale della Toscana, che si appresta a firmare il nuovo contratto di servizio con la Regione Toscana per 6 anni più 3 per un valore di circa 380 milioni di euro l’anno è complice di questa situazione, non avendo inserito né le clausole sociali, né le clausole contrattuali, quando più volte aveva garantito che tutto questo non sarebbe successo.
Dicono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil: “Ci domandiamo: se questo è il nuovo corso che il Gruppo FS e Trenitalia intende avviare, cosa accadrà quando saranno indette e poi assegnate le gare, a partire da quella per la pulizie dei treni che oggi impiegano più di 500 persone nella nostra regione?
Chiediamo ai massimi vertici FS, in questa fase di rinnovo di Contratto nazionale, di intervenire perché non è tollerabile che aziende che fanno utile grazie a soldi pubblici, possano essere complici di tali licenziamenti. L’ennesimo cambio appalto, l’ennesima situazione in cui i lavoratori vedono davanti a loro lo spettro dei licenziamenti, un’altra vertenza che sostiene la necessità di rivedere la legge nazionale e la costruzione di una regionale sugli appalti, in modo da tutelare l’occupazione e reddito dei lavoratori”.
Stazione Firenze Smn: tornano le transenne
Boni: “Siamo tornati a due anni fa"
“Alla stazione di Firenze Smn sono state nuovamente posizionate le transenne intorno alle macchinette che emettono i biglietti, in modo da regolare l’accesso ed impedire che qualcuno si affianchi quando stai facendo i biglietti per il treno. In pratica siamo tornati indietro di due anni !”
E’ la denuncia del segretario regionale della Fit-Cisl, Stefano Boni, che riferisce del ritorno in maniera massiccia di una “squadra di grassatori”, circa una ventina, che scorrazzano in tutta la stazione ed in particolare nei binari dall’1 all’8 e dal 13 al 18, per capirsi quelli dei treni regionali. Con la scusa di portare i bagagli, dare informazioni e offrire servizi vari importunano e fanno pressione su viaggiatori e turisti.”
Una situazione, riferisce Boni, che si ripresenta “dopo un periodo abbastanza sotto controllo in cui la stazione di Firenze Santa Maria Novella si presentava accogliente, ordinata e sicura a seguito dei diversi interventi sulla sicurezza approntati sia dalle FS, con la struttura di protezione aziendale di RFI, che dalla Polfer. Oggi purtroppo siamo tornati a due estati fa, in una situazione di degrado ed insicurezza.”
“Una situazione che solleva alcune domande: Quando verranno sistemate le barriere sul modello delle Stazione di Roma e Milano per il controllo di accesso ai binari? Perché il controllo viene fatto solo per i binari dell’AV e non per binari dei treni regionali? Quando arriva il personale in pianta stabile di protezione aziendale di RFI in modo da presidiare tutti i binari e non solo quelli dell’alta velocità?”
Domande che, conclude Boni, “devono trovare risposta immediata, sia perché Firenze Smn è un biglietto da visita per la Toscana e per l’Italia tutta, ma soprattutto perché ogni mattina vi transitano circa 300 mila persone (cittadini, turisti, lavoratori pendolari) e non ci possiamo permettere di essere impreparati, a partire dal personale FS che è assolutamente insufficiente per far fronte a questa situazione.”
E’ la denuncia del segretario regionale della Fit-Cisl, Stefano Boni, che riferisce del ritorno in maniera massiccia di una “squadra di grassatori”, circa una ventina, che scorrazzano in tutta la stazione ed in particolare nei binari dall’1 all’8 e dal 13 al 18, per capirsi quelli dei treni regionali. Con la scusa di portare i bagagli, dare informazioni e offrire servizi vari importunano e fanno pressione su viaggiatori e turisti.”
Una situazione, riferisce Boni, che si ripresenta “dopo un periodo abbastanza sotto controllo in cui la stazione di Firenze Santa Maria Novella si presentava accogliente, ordinata e sicura a seguito dei diversi interventi sulla sicurezza approntati sia dalle FS, con la struttura di protezione aziendale di RFI, che dalla Polfer. Oggi purtroppo siamo tornati a due estati fa, in una situazione di degrado ed insicurezza.”
“Una situazione che solleva alcune domande: Quando verranno sistemate le barriere sul modello delle Stazione di Roma e Milano per il controllo di accesso ai binari? Perché il controllo viene fatto solo per i binari dell’AV e non per binari dei treni regionali? Quando arriva il personale in pianta stabile di protezione aziendale di RFI in modo da presidiare tutti i binari e non solo quelli dell’alta velocità?”
Domande che, conclude Boni, “devono trovare risposta immediata, sia perché Firenze Smn è un biglietto da visita per la Toscana e per l’Italia tutta, ma soprattutto perché ogni mattina vi transitano circa 300 mila persone (cittadini, turisti, lavoratori pendolari) e non ci possiamo permettere di essere impreparati, a partire dal personale FS che è assolutamente insufficiente per far fronte a questa situazione.”
Sciopero igiene-ambiente
ancora fortissima partecipazione in tutte le aziende della Toscana
500 lavoratori del comparto igiene-ambiente, sia pubblico che privato, provenienti dalle aziende toscane hanno manifestato in via dei Gondi, all’angolo con Piazza Signoria, sotto il Comune di Firenze, per sensibilizzare il sindaco (che fa parte dell’ANCI nazionale) affinché interceda sull’associazione Utilitalia per riprendere il negoziato.La manifestazione è stata organizzata durante lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel.
Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dall’assessore Federico Gianassi e lì, ancora una volta, sono state illustrate le motivazioni a base dello sciopero:
• Per il rinnovo del Contratto Nazionale scaduto da quasi 30 mesi;
• Per il mantenimento del Contratto Unico di Settore;
• Per tutelare i salari;
• Per contrastare l'idea di licenziare chiunque senza regole;
• Per migliorare le condizioni di salute e sicurezza di lavoro;
• Per contrastare la logica delle gare al massimo ribasso;
• Per migliorare i servizi nelle città senza aumentare le tariffe.
L’assessore Gianassi ha ascoltato le richieste dei sindacati e ha preso l’impegno di riferire all’Anci e parlare col direttore generale del Consozio Quadrifoglio, Livio Giannotti, che fa parte della delegazione trattante per la controparte datoriale.
L’adesione è stata alta in tutte le aziende con percentuali intorno al 90% e punte del 95% nelle aziende del comprensorio Fiorentino, Livornese e Pisano.
“Lo sciopero – ha detto il segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni - è propedeutico a contrastare in maniera particolare le posizioni di Utilitalia che mira ad indebolire il contratto nazionale, a diminuire le tutele attraverso l’uso delle cooperative con contratti diversi e a riconoscere aumenti salariali irrisori, mentre il management gode di stipendi e indennità molto alte, anche superiori allo stesso tetto fissato dal Governo. Anzi su questo tema è necessario intervenire e diminuire in primis il numero dei componenti i consigli di amministrazione e poi anche le società, razionalizzando le attività che spesso si doppiano fra azienda e azienda. Bisogna anche considerare che molto spesso i nomi dei consiglieri dei consigli di amministrazione si ripetono in aziende diverse assumendo diversi incarichi fra di loro collegati. Non c’è più tempo da perdere; intervenire subito e ristabilire chiarezza anche sugli incarichi, sugli stipendi dei dirigenti, sui plurimi incarichi, e rinnovare subito il contratto in quanto i lavoratori non possono più aspettare. Per cambiare il Paese è necessario cambiare anche questo modo di fare sempre a vantaggio delle stesse persone.”
Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dall’assessore Federico Gianassi e lì, ancora una volta, sono state illustrate le motivazioni a base dello sciopero:
• Per il rinnovo del Contratto Nazionale scaduto da quasi 30 mesi;
• Per il mantenimento del Contratto Unico di Settore;
• Per tutelare i salari;
• Per contrastare l'idea di licenziare chiunque senza regole;
• Per migliorare le condizioni di salute e sicurezza di lavoro;
• Per contrastare la logica delle gare al massimo ribasso;
• Per migliorare i servizi nelle città senza aumentare le tariffe.
L’assessore Gianassi ha ascoltato le richieste dei sindacati e ha preso l’impegno di riferire all’Anci e parlare col direttore generale del Consozio Quadrifoglio, Livio Giannotti, che fa parte della delegazione trattante per la controparte datoriale.
L’adesione è stata alta in tutte le aziende con percentuali intorno al 90% e punte del 95% nelle aziende del comprensorio Fiorentino, Livornese e Pisano.
“Lo sciopero – ha detto il segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni - è propedeutico a contrastare in maniera particolare le posizioni di Utilitalia che mira ad indebolire il contratto nazionale, a diminuire le tutele attraverso l’uso delle cooperative con contratti diversi e a riconoscere aumenti salariali irrisori, mentre il management gode di stipendi e indennità molto alte, anche superiori allo stesso tetto fissato dal Governo. Anzi su questo tema è necessario intervenire e diminuire in primis il numero dei componenti i consigli di amministrazione e poi anche le società, razionalizzando le attività che spesso si doppiano fra azienda e azienda. Bisogna anche considerare che molto spesso i nomi dei consiglieri dei consigli di amministrazione si ripetono in aziende diverse assumendo diversi incarichi fra di loro collegati. Non c’è più tempo da perdere; intervenire subito e ristabilire chiarezza anche sugli incarichi, sugli stipendi dei dirigenti, sui plurimi incarichi, e rinnovare subito il contratto in quanto i lavoratori non possono più aspettare. Per cambiare il Paese è necessario cambiare anche questo modo di fare sempre a vantaggio delle stesse persone.”
Rifiuti: forte adesione allo sciopero in tutta la Toscana.
Un migliaio in presidio davanti a Quadrifoglio
Un migliaio di lavoratori del comparto igiene-ambiente, sia pubblico che privato, provenienti da tutte le province della Toscana anche con pullman organizzati hanno effettuato un presidio/manifestazione dalle 9,30 alle 12,00 di stamani, in via Baccio Da Montelupo davanti alla sede di Quadrifoglio, perché l’attuale Direttore Generale è componente della commissione trattante per il rinnovo del contratto nazionale per la parte datoriale, Utilitalia. La manifestazione di stamani è stata attuata durante lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel.
“L’adesione allo sciopero – dice Stefano Boni, segretario generale della Fit-Cisl toscana – è stata alta in tutte le aziende della nostra regione con percentuali prossime al 90% e punte del 95% nelle province di Livorno e Pisa. Un’adesione altissima per uno sciopero sacrosanto, che vede tutto il settore penalizzato da una visione miope e personalistica; le associazioni datoriali mirano ad incrinare il contratto nazionale e nello stesso tempo a smembrare il settore, in particolare raccolta e spazzamento, con appalti a cascata verso cooperative o presunte tali, con i rischi che abbiamo già visto in altre regioni.”
“Con questo sciopero chiediamo la tutela degli stipendi, la salvaguardia del contratto nazionale unico del settore (semplificando con l’unificazione di quello pubblico e quello privato), il miglioramento di qualità e puntualità del servizio per i cittadini, tariffe sostenibili, migliori condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.”
“Inoltre – aggiunge il segretario Fit - chiediamo di mantenere il ciclo di lavoro unico (raccolta, spazzamento e smaltimento) contrastando la logica delle gare al massimo ribasso con la mortificazione dei lavoratori delle aziende che vincono l’appalto. Con lo sciopero di oggi non vogliamo certo recare danno ai cittadini, ma salvaguardare e migliorare il servizio, anche per loro.”
“Vogliamo poi dire – conclude Boni – a chi invia mail ai lavoratori affermando che lo sciopero punta solo a difendere i p
“L’adesione allo sciopero – dice Stefano Boni, segretario generale della Fit-Cisl toscana – è stata alta in tutte le aziende della nostra regione con percentuali prossime al 90% e punte del 95% nelle province di Livorno e Pisa. Un’adesione altissima per uno sciopero sacrosanto, che vede tutto il settore penalizzato da una visione miope e personalistica; le associazioni datoriali mirano ad incrinare il contratto nazionale e nello stesso tempo a smembrare il settore, in particolare raccolta e spazzamento, con appalti a cascata verso cooperative o presunte tali, con i rischi che abbiamo già visto in altre regioni.”
“Con questo sciopero chiediamo la tutela degli stipendi, la salvaguardia del contratto nazionale unico del settore (semplificando con l’unificazione di quello pubblico e quello privato), il miglioramento di qualità e puntualità del servizio per i cittadini, tariffe sostenibili, migliori condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.”
“Inoltre – aggiunge il segretario Fit - chiediamo di mantenere il ciclo di lavoro unico (raccolta, spazzamento e smaltimento) contrastando la logica delle gare al massimo ribasso con la mortificazione dei lavoratori delle aziende che vincono l’appalto. Con lo sciopero di oggi non vogliamo certo recare danno ai cittadini, ma salvaguardare e migliorare il servizio, anche per loro.”
“Vogliamo poi dire – conclude Boni – a chi invia mail ai lavoratori affermando che lo sciopero punta solo a difendere i p
Firenze: la tramvia si allarga ma continua a ignorare Osmannoro
La Fit-Cisl avanza due proposte per risolvere il problema
“Anche nel nuovo accordo tra Regione e Città metropolitana sulla tramvia, che mette in rete con Firenze anche Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Scandicci, non viene considerata l’area industriale di Osmannoro, dimenticando così migliaia di lavoratori costretti a usare il mezzo privato per via di un servizio autobus insufficiente. Eppure le soluzioni per portare la tramvia a Osmannoro ci sono.”
A dirlo è il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, che avanza due possibili soluzioni e chiede che vengano realizzati degli studi di fattibilità in merito, perché “non comprendiamo come nel progetto della mobilità pubblica per i prossimi 20/30 anni non venga considerata l’area industriale di Osmannoro.”
La prima soluzione proposta dalla Fit riguarda la tramvia n° 4 per le Piagge. “Per raggiungere, come prevedono i nuovi accordi, Campi Bisenzio, - dice il Segretario Fit - la linea potrebbe tagliare l’area dell'Osmannoro in modo da servire tutta la zona industriale. La garanzia che il servizio sarebbe sempre al pieno delle potenzialità é garantito dalla popolazione di Campi.”
La seconda soluzione chiama in causa la tramvia n° 2 per l’aeroporto, il cui tracciato é stato deciso di prolungare fino al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino passando dalla stazione FS di Castello. In questo caso la Fit propone che “dal Polo si prosegua in direzione retta per ricongiungersi alle Piagge con la linea 4, chiudendo un anello molto importate per la viabilità.”
“Nell’ottobre scorso – ricorda Boni – assieme agli altri sindacati abbiamo promosso un incontro con gli assessori ai trasporti del comune di Firenze e della Regione Toscana, per sottolineare l'importanza di un servizio pubblico che porti i lavoratori da Santa Maria Novella a Osmannoro con un collegamento veloce ed efficace, mentre attualmente il servizio di autobus é insufficiente e non competitivo. Ma ad oggi si continua a progettare la mobilità dimenticando la vocazione industriale e manifatturiera di questa importante area al centro della Toscana.”
“Per questo – conclude Boni - torniamo a chiedere che la Città Metropolitana, i Comuni della cintura e la Regione nel progettare lo sviluppo della piana fiorentina valutino le richieste di migliaia di lavoratori che tutte le mattine devono raggiungere l’Osmannoro. E' necessario aprire un dibattito pubblico e sentire i cittadini e i lavoratori, interagire con la vita e i bisogni reali di tutti i giorni. E' questa la sfida a cui sono chiamate le istituzioni.”
A dirlo è il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, che avanza due possibili soluzioni e chiede che vengano realizzati degli studi di fattibilità in merito, perché “non comprendiamo come nel progetto della mobilità pubblica per i prossimi 20/30 anni non venga considerata l’area industriale di Osmannoro.”
La prima soluzione proposta dalla Fit riguarda la tramvia n° 4 per le Piagge. “Per raggiungere, come prevedono i nuovi accordi, Campi Bisenzio, - dice il Segretario Fit - la linea potrebbe tagliare l’area dell'Osmannoro in modo da servire tutta la zona industriale. La garanzia che il servizio sarebbe sempre al pieno delle potenzialità é garantito dalla popolazione di Campi.”
La seconda soluzione chiama in causa la tramvia n° 2 per l’aeroporto, il cui tracciato é stato deciso di prolungare fino al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino passando dalla stazione FS di Castello. In questo caso la Fit propone che “dal Polo si prosegua in direzione retta per ricongiungersi alle Piagge con la linea 4, chiudendo un anello molto importate per la viabilità.”
“Nell’ottobre scorso – ricorda Boni – assieme agli altri sindacati abbiamo promosso un incontro con gli assessori ai trasporti del comune di Firenze e della Regione Toscana, per sottolineare l'importanza di un servizio pubblico che porti i lavoratori da Santa Maria Novella a Osmannoro con un collegamento veloce ed efficace, mentre attualmente il servizio di autobus é insufficiente e non competitivo. Ma ad oggi si continua a progettare la mobilità dimenticando la vocazione industriale e manifatturiera di questa importante area al centro della Toscana.”
“Per questo – conclude Boni - torniamo a chiedere che la Città Metropolitana, i Comuni della cintura e la Regione nel progettare lo sviluppo della piana fiorentina valutino le richieste di migliaia di lavoratori che tutte le mattine devono raggiungere l’Osmannoro. E' necessario aprire un dibattito pubblico e sentire i cittadini e i lavoratori, interagire con la vita e i bisogni reali di tutti i giorni. E' questa la sfida a cui sono chiamate le istituzioni.”
La Fit-Cisl richiama l’attenzione sulla sicurezza nello scalo ferroviario
Santa Maria Novella: che fine hanno fatto le barriere ?
“Che fine hanno fatto le barriere che dovevano essere installate nella stazione ferroviaria di Santa Maria Novella ? Perché il controllo viene fatto solo per chi prende i treni AV e non per quelli regionali ? Perché è stata ridotta la forza della protezione aziendale di RFI a soli 18 agenti ai varchi ?”
Sono le domande poste dal segretario generale della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, che chiede “il rispetto degli impegni assunti il 16 novembre 2015 da RFI davanti al Prefetto di Firenze di predisporre delle barriere stabili per l’accesso ai binari con un maggiore controllo di tutta l’area e un potenziamento del personale addetto alla sicurezza, come già fatto sia nella stazione di Milano che in quella di Roma Termini.”
Boni ricorda che proprio “un anno fa veniva messa sotto osservazione la stazione di Firenze SMN per il forte degrado in cui versava, sia per la sporcizia all’interno dei binari che negli ambienti frequentati dai viaggiatori sia per la forte e pressante presenza di grassatori che assalivano i viaggiatori con ogni pretesto.”
“Le forze dell’ordine e le FS, sollecitati anche dalle organizzazioni sindacali – aggiunge il segretario Fit - hanno preso dei provvedimenti come il controllo dei viaggiatori attraverso dei passaggi obbligati delimitati da transenne mobili, la messa in sicurezza delle macchinette elettroniche per l’emissione dei biglietti con apposite barriere, la chiusura delle uscite/entrate del sottopassaggio dei binari dall’8 al 13 (la piattaforma “pregiata” della stazione) che, insieme a un forte presenziamento, hanno consentito un controllo dell’area stazione ristabilendo una certa sicurezza diffusa.”
“Ora però, dopo tutti questi sforzi, non possiamo abbassare la guardia, ma anzi rilanciare il progetto sicurezza della stazione di Santa Maria Novella” del quale le nuove barriere, promesse ma mai installate, erano elemento qualificante. Boni chiede anche di riaprire l’accesso ai binari tramite il sottopassaggio, molto importante non solo per i viaggiatori dei treni AV ma anche per quelli che devono prendere il treno in uno dei binari dall’8 al 13.
“Chiediamo – conclude il segretario Fit-Cisl - una risposta immediata, senza attendere che vi sia qualche altra aggressione. Oltretutto la situazione europea ci induce a non trascurare il minimo dettaglio sulla sicurezza. A Santa Maria Novella arrivano 300 mila viaggiatori al giorno con i treni pendolari e un numero rilevante con i treni AV: i mezzi e il personale attuali sono assolutamente insufficienti per far fronte a queste esigenze.”
Sono le domande poste dal segretario generale della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, che chiede “il rispetto degli impegni assunti il 16 novembre 2015 da RFI davanti al Prefetto di Firenze di predisporre delle barriere stabili per l’accesso ai binari con un maggiore controllo di tutta l’area e un potenziamento del personale addetto alla sicurezza, come già fatto sia nella stazione di Milano che in quella di Roma Termini.”
Boni ricorda che proprio “un anno fa veniva messa sotto osservazione la stazione di Firenze SMN per il forte degrado in cui versava, sia per la sporcizia all’interno dei binari che negli ambienti frequentati dai viaggiatori sia per la forte e pressante presenza di grassatori che assalivano i viaggiatori con ogni pretesto.”
“Le forze dell’ordine e le FS, sollecitati anche dalle organizzazioni sindacali – aggiunge il segretario Fit - hanno preso dei provvedimenti come il controllo dei viaggiatori attraverso dei passaggi obbligati delimitati da transenne mobili, la messa in sicurezza delle macchinette elettroniche per l’emissione dei biglietti con apposite barriere, la chiusura delle uscite/entrate del sottopassaggio dei binari dall’8 al 13 (la piattaforma “pregiata” della stazione) che, insieme a un forte presenziamento, hanno consentito un controllo dell’area stazione ristabilendo una certa sicurezza diffusa.”
“Ora però, dopo tutti questi sforzi, non possiamo abbassare la guardia, ma anzi rilanciare il progetto sicurezza della stazione di Santa Maria Novella” del quale le nuove barriere, promesse ma mai installate, erano elemento qualificante. Boni chiede anche di riaprire l’accesso ai binari tramite il sottopassaggio, molto importante non solo per i viaggiatori dei treni AV ma anche per quelli che devono prendere il treno in uno dei binari dall’8 al 13.
“Chiediamo – conclude il segretario Fit-Cisl - una risposta immediata, senza attendere che vi sia qualche altra aggressione. Oltretutto la situazione europea ci induce a non trascurare il minimo dettaglio sulla sicurezza. A Santa Maria Novella arrivano 300 mila viaggiatori al giorno con i treni pendolari e un numero rilevante con i treni AV: i mezzi e il personale attuali sono assolutamente insufficienti per far fronte a queste esigenze.”
Un commissario per il tunnel Tav di Firenze
''Il blocco dei lavori e' ormai un’ emergenza''
“Il blocco dei lavori Tav a Firenze è ormai un’emergenza, ci vuole un commissario straordinario che abbia il compito, interfacciandosi con i vari enti e organismi coinvolti, di sbloccare in tempo reale tutti gli ostacoli e portare a termine l'opera il prima possibile.”
E’ l’idea lanciata dal Segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce e dal Segretario della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, a fronte dello stallo dei lavori per il tunnel sotto la città. L’ultimo impedimento emerso pare essere la mancanza di autorizzazione paesaggistica riguardo ad una parte della copertura della nuova stazione Foster e dell’eventuale, provvisorio e ipotetico, cantiere nella zona della Fortezza, nel caso in cui fosse necessario consolidare una parte dei bastioni.
Il problema di fondo, afferma il sindacato, è che “nessun soggetto coinvolto prende in mano la situazione per tirare le fila e rimettere insieme il puzzle, risolvere i problemi e far ripartire i lavori.” E “mentre tutto è bloccato il ‘buco’ nella zona dei Macelli è enorme, con la stazione che sta prendendo forma, ma manca il tunnel e non sappiamo quando e se partirà. E questi ritardi non hanno anche un costo per le Ferrovie e quindi, in ultima analisi, per i cittadini ?” Recce e Boni ricordano inoltre che il sottoattraversamento è indispensabile per liberare i binari di superficie dai treni AV e superare la strettoia che va da Firenze Rifredi a Firenze Smn.
Da qui la proposta “di prevedere un commissario, ovvero un soggetto permanente che conosca il territorio e i sistemi ferroviari, individuato in accordo fra Governo e istituzioni della Toscana, che funga da interfaccia fra i vari enti e organismi, con l’unico compito di sbloccare in tempo reale tutti gli ostacoli. I ritardi dei treni regionali non si risolveranno fintanto che non si scioglierà il nodo di Firenze mandando sotto terra l'alta velocità e liberando i binari di superficie.”
Inoltre, aggiungono Cisl e Fit, “va ripresa in mano la visione del sistema trasportistico fiorentino, perché una volta ultimata la Tav, rimane il problema di come faranno i viaggiatori dalla stazione Foster ad andare verso il centro città, oppure a prendere un treno per le altre città toscane. Vogliamo rilanciare il progetto già esistente della stazione Circondaria prevista in superficie antistante alla Foster (i binari esistenti sono già predisposti per la costruzione dei marciapiedi) che possa divenire un punto nevralgico per i treni diretti nel Valdarno, nel Pisano, nella Lucchesia e naturalmente per Firenze Smn.”
E’ l’idea lanciata dal Segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce e dal Segretario della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, a fronte dello stallo dei lavori per il tunnel sotto la città. L’ultimo impedimento emerso pare essere la mancanza di autorizzazione paesaggistica riguardo ad una parte della copertura della nuova stazione Foster e dell’eventuale, provvisorio e ipotetico, cantiere nella zona della Fortezza, nel caso in cui fosse necessario consolidare una parte dei bastioni.
Il problema di fondo, afferma il sindacato, è che “nessun soggetto coinvolto prende in mano la situazione per tirare le fila e rimettere insieme il puzzle, risolvere i problemi e far ripartire i lavori.” E “mentre tutto è bloccato il ‘buco’ nella zona dei Macelli è enorme, con la stazione che sta prendendo forma, ma manca il tunnel e non sappiamo quando e se partirà. E questi ritardi non hanno anche un costo per le Ferrovie e quindi, in ultima analisi, per i cittadini ?” Recce e Boni ricordano inoltre che il sottoattraversamento è indispensabile per liberare i binari di superficie dai treni AV e superare la strettoia che va da Firenze Rifredi a Firenze Smn.
Da qui la proposta “di prevedere un commissario, ovvero un soggetto permanente che conosca il territorio e i sistemi ferroviari, individuato in accordo fra Governo e istituzioni della Toscana, che funga da interfaccia fra i vari enti e organismi, con l’unico compito di sbloccare in tempo reale tutti gli ostacoli. I ritardi dei treni regionali non si risolveranno fintanto che non si scioglierà il nodo di Firenze mandando sotto terra l'alta velocità e liberando i binari di superficie.”
Inoltre, aggiungono Cisl e Fit, “va ripresa in mano la visione del sistema trasportistico fiorentino, perché una volta ultimata la Tav, rimane il problema di come faranno i viaggiatori dalla stazione Foster ad andare verso il centro città, oppure a prendere un treno per le altre città toscane. Vogliamo rilanciare il progetto già esistente della stazione Circondaria prevista in superficie antistante alla Foster (i binari esistenti sono già predisposti per la costruzione dei marciapiedi) che possa divenire un punto nevralgico per i treni diretti nel Valdarno, nel Pisano, nella Lucchesia e naturalmente per Firenze Smn.”
FS, elezioni RSU: in Toscana cresce ancora la Fit
I ferrovieri Cisl passano dal 23 al 27%. In calo la Filt-Cgil, batosta per gli autonomi
Alta partecipazione al voto, successo dei sindacati confederali e forte crescita della Fit-Cisl: sono i risultati delle elezioni di RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) e RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) nel Gruppo FS in Toscana svoltesi nei giorni scorsi, a distanza di 11 anni dal voto precedente.
I votanti sono stati 4.085 su 5.214 ferrovieri aventi diritto, pari al 77% circa. Di questi 1.082 hanno votato per la lista Fit-Cisl, che così passa dal 23,5% delle elezioni 2004 al 27% di rappresentatività. Cresce anche la Uilt-Uil che con 762 voti arriva al 18,5% (aveva il 15%). Primo sindacato resta la Filt-Cgil con 1.538 voti, calando però dal 41,6% al 37,4%. Seguono le sigle autonome Fast (288 voti, 7%), Orsa (215 voti, 5,2%), Usb (57 voti, 1,3%) e Ugl (37 voti, 0,9%).
Per gli RLS questi i risultati: Filt-Cgil 1286 voti (31,4%), Fit-Cisl 963 (23,6%), Uilt-Uil 662 (16,2%), Usb 210 (5%), Orsa 191 (4%), Fast 84 (2%), Ugl 0.
“Confermiamo il trend positivo – nota il Segretario regionale Fit Stefano Boni – passando dal 21% del 2000 al 23,5 del 2004, al 27% di oggi. Le nostre liste crescono un po’ dappertutto, conquistando 30 seggi nelle RSU e 16 nelle RLS, con risultati eccezionali in RFI, con il 32% dei voti validi, e ottimi anche in Trenitalia, Italferr, Ferservizi e Italcertifer. Risultato storico alle officine manutenzione del trasporto regionale di Trenitalia, dove la Fit-Cisl è il sindacato più votato, con due delegati RSU e uno RLS.”
“Il primo dato da rilevare – dice Franco Fratini, responsabile Ferrovie della Fit-Cisl toscana - è l’ottimo risultato dei sindacati confederali, che hanno conquistato l’82% dei consensi, sconfiggendo il sindacato autonomo che fino alla fine si è battuto per non mandare i ferrovieri al voto. Tenendo conto anche della forte conflittualità e delle tante liste, questo risultato ci rende orgogliosi e ci spinge a proseguire nella direzione tracciata, agendo sempre in trasparenza e autonomia, tenendo sempre al centro il lavoro e la persona.
I votanti sono stati 4.085 su 5.214 ferrovieri aventi diritto, pari al 77% circa. Di questi 1.082 hanno votato per la lista Fit-Cisl, che così passa dal 23,5% delle elezioni 2004 al 27% di rappresentatività. Cresce anche la Uilt-Uil che con 762 voti arriva al 18,5% (aveva il 15%). Primo sindacato resta la Filt-Cgil con 1.538 voti, calando però dal 41,6% al 37,4%. Seguono le sigle autonome Fast (288 voti, 7%), Orsa (215 voti, 5,2%), Usb (57 voti, 1,3%) e Ugl (37 voti, 0,9%).
Per gli RLS questi i risultati: Filt-Cgil 1286 voti (31,4%), Fit-Cisl 963 (23,6%), Uilt-Uil 662 (16,2%), Usb 210 (5%), Orsa 191 (4%), Fast 84 (2%), Ugl 0.
“Confermiamo il trend positivo – nota il Segretario regionale Fit Stefano Boni – passando dal 21% del 2000 al 23,5 del 2004, al 27% di oggi. Le nostre liste crescono un po’ dappertutto, conquistando 30 seggi nelle RSU e 16 nelle RLS, con risultati eccezionali in RFI, con il 32% dei voti validi, e ottimi anche in Trenitalia, Italferr, Ferservizi e Italcertifer. Risultato storico alle officine manutenzione del trasporto regionale di Trenitalia, dove la Fit-Cisl è il sindacato più votato, con due delegati RSU e uno RLS.”
“Il primo dato da rilevare – dice Franco Fratini, responsabile Ferrovie della Fit-Cisl toscana - è l’ottimo risultato dei sindacati confederali, che hanno conquistato l’82% dei consensi, sconfiggendo il sindacato autonomo che fino alla fine si è battuto per non mandare i ferrovieri al voto. Tenendo conto anche della forte conflittualità e delle tante liste, questo risultato ci rende orgogliosi e ci spinge a proseguire nella direzione tracciata, agendo sempre in trasparenza e autonomia, tenendo sempre al centro il lavoro e la persona.
Porti toscani, no agli accorpamenti con Civitavecchia e La Spezia: ci penalizzano.
“Livorno deve diventare l’Autorità portuale di riferimento della Toscana, insieme a Piombino e Marina di Carrara, riaffermando un modello efficiente ed efficace lontano da interessi particolari che nulla hanno a che vedere con il reale sviluppo dei porti.”
A dirlo è il Segretario generale della Fit-Cisl della Toscana, Stefano Boni, che boccia le ipotesi di accorpamenti circolate finora: “Nella riorganizzazione delle autorità portuali si ipotizzano Livorno e Piombino insieme a Civitavecchia e Marina di Carrara con la Spezia. Ma spostando il baricentro da una parte verso Civitavecchia e dall’altra verso la Spezia, senza tenere conto delle specificità e dei traffici, alla fine si penalizza la Toscana, compromettendone le opportunità di crescita, in un momento cruciale.
Oggi infatti la Toscana dei porti è sospesa tra l’abisso e la rinascita, in bilico tra le difficoltà degli ultimi anni e una pioggia di milioni attesa nei prossimi per opere importanti a Livorno, come a Piombino e a Marina di Carrara. Investimenti che potrebbero far uscire dalla crisi la costa, ovvero l’area toscana più colpita, e offrire a tutta la regione un motore di sviluppo in più e uno sbocco logistico per i propri prodotti.”
“Per questo –aggiunge Boni- chiediamo un intervento della Regione per riaffermare che lo sviluppo passa dalle sinergie e dalla collaborazione anche dei soggetti imprenditoriali e da scelte condivise con tutti i soggetti interessati.”
“Il documento predisposto dal Consiglio dei Ministri sulla portualità e sulla logistica –spiega il Segretario Fit- rappresenta un passo in avanti sul piano degli indirizzi strategici della gestione, che deve rispondere ad una visione del Paese Italia, eliminando la concorrenza territoriale. Resta però da chiarire come verranno collocate le nuove Autorità portuali, che devono essere funzionali al nuovo disegno ma nello stesso tempo rispondere al territorio e agli investimenti previsti.”
“Questa –conclude Boni- è anche l’occasione per fare chiarezza rispetto ai dipendenti delle attuali Autorità portuali: fermo restando il ruolo di lavoratori pubblici, devono essere assoggettati al diritto privato in modo da poter applicare il CCNL firmato e adeguare gli aspetti organizzativi ed economici.”
A dirlo è il Segretario generale della Fit-Cisl della Toscana, Stefano Boni, che boccia le ipotesi di accorpamenti circolate finora: “Nella riorganizzazione delle autorità portuali si ipotizzano Livorno e Piombino insieme a Civitavecchia e Marina di Carrara con la Spezia. Ma spostando il baricentro da una parte verso Civitavecchia e dall’altra verso la Spezia, senza tenere conto delle specificità e dei traffici, alla fine si penalizza la Toscana, compromettendone le opportunità di crescita, in un momento cruciale.
Oggi infatti la Toscana dei porti è sospesa tra l’abisso e la rinascita, in bilico tra le difficoltà degli ultimi anni e una pioggia di milioni attesa nei prossimi per opere importanti a Livorno, come a Piombino e a Marina di Carrara. Investimenti che potrebbero far uscire dalla crisi la costa, ovvero l’area toscana più colpita, e offrire a tutta la regione un motore di sviluppo in più e uno sbocco logistico per i propri prodotti.”
“Per questo –aggiunge Boni- chiediamo un intervento della Regione per riaffermare che lo sviluppo passa dalle sinergie e dalla collaborazione anche dei soggetti imprenditoriali e da scelte condivise con tutti i soggetti interessati.”
“Il documento predisposto dal Consiglio dei Ministri sulla portualità e sulla logistica –spiega il Segretario Fit- rappresenta un passo in avanti sul piano degli indirizzi strategici della gestione, che deve rispondere ad una visione del Paese Italia, eliminando la concorrenza territoriale. Resta però da chiarire come verranno collocate le nuove Autorità portuali, che devono essere funzionali al nuovo disegno ma nello stesso tempo rispondere al territorio e agli investimenti previsti.”
“Questa –conclude Boni- è anche l’occasione per fare chiarezza rispetto ai dipendenti delle attuali Autorità portuali: fermo restando il ruolo di lavoratori pubblici, devono essere assoggettati al diritto privato in modo da poter applicare il CCNL firmato e adeguare gli aspetti organizzativi ed economici.”
Aggressione in stazione a Firenze
stamani colpita un’addetta alle biglietterie. Boni: “Non sappiamo più come dirlo: lavorare sui treni e nelle stazioni oggi è pericoloso. Chi puo' intervenga !”
Aggressione stamani ai danni dei una lavoratrice addetta alle biglietterie nella stazione di Santa Maria Novella, a Firenze.
La donna è stata soccorsa e trasportata al pronto soccorso. A riferire l’episodio è il Segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, che afferma: “Non sappiamo più come dirlo. Lavorare sui treni e nelle stazioni oggi è pericoloso e questo non è più tollerabile. Chi può e deve intervenire, lo faccia !” “La collega vittima dell’aggressione di stamani –racconta Boni- è una addetta alle biglietterie che, poco prima delle 9,30, stava facendo assistenza ai viaggiatori alle macchinette automatiche. Per motivi che dovranno essere chiariti, è stata aggredita e colpita da un uomo di colore che, a quanto mi hanno riferito i colleghi che lavorano in stazione, era già stato notato in zona da alcuni giorni.
Sono intervenuti gli addetti alla sicurezza di Rfi, che vigilano sull’accesso ai binari, e gli agenti della Polfer e l’uomo è stato bloccato. Ma per la collega è stato necessario chiamare il 118 ed è stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso.”
“La situazione non è più sostenibile –aggiunge Boni-. Da anni ormai denunciamo le aggressioni al personale viaggiante e l’episodio drammatico di Milano è solo l’ultimo della serie. Ma anche a terra la situazione sta peggiorando, se pure in una stazione importante e presidiata come Santa Maria Novella avvengono episodi di questo tipo.
Rispetto ai soliti grassatori che operano nella stazione fiorentina, nelle ultime settimane si sono visti dei personaggi nuovi, che vanno individuati al più presto.
Rispetto ai provvedimenti presi cinque mesi fa e che erano stati efficienti, oggi c’è evidentemente l’esigenza di rifare un punto e ritarare l’intervento.
Per questo domani abbiamo già fissato un incontro con Trenitalia e auspichiamo di poter incontrare anche il Prefetto, per manifestargli la nostra preoccupazione e chiedere un intervento adeguato.”
La donna è stata soccorsa e trasportata al pronto soccorso. A riferire l’episodio è il Segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, che afferma: “Non sappiamo più come dirlo. Lavorare sui treni e nelle stazioni oggi è pericoloso e questo non è più tollerabile. Chi può e deve intervenire, lo faccia !” “La collega vittima dell’aggressione di stamani –racconta Boni- è una addetta alle biglietterie che, poco prima delle 9,30, stava facendo assistenza ai viaggiatori alle macchinette automatiche. Per motivi che dovranno essere chiariti, è stata aggredita e colpita da un uomo di colore che, a quanto mi hanno riferito i colleghi che lavorano in stazione, era già stato notato in zona da alcuni giorni.
Sono intervenuti gli addetti alla sicurezza di Rfi, che vigilano sull’accesso ai binari, e gli agenti della Polfer e l’uomo è stato bloccato. Ma per la collega è stato necessario chiamare il 118 ed è stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso.”
“La situazione non è più sostenibile –aggiunge Boni-. Da anni ormai denunciamo le aggressioni al personale viaggiante e l’episodio drammatico di Milano è solo l’ultimo della serie. Ma anche a terra la situazione sta peggiorando, se pure in una stazione importante e presidiata come Santa Maria Novella avvengono episodi di questo tipo.
Rispetto ai soliti grassatori che operano nella stazione fiorentina, nelle ultime settimane si sono visti dei personaggi nuovi, che vanno individuati al più presto.
Rispetto ai provvedimenti presi cinque mesi fa e che erano stati efficienti, oggi c’è evidentemente l’esigenza di rifare un punto e ritarare l’intervento.
Per questo domani abbiamo già fissato un incontro con Trenitalia e auspichiamo di poter incontrare anche il Prefetto, per manifestargli la nostra preoccupazione e chiedere un intervento adeguato.”
TRAMVIA: NON DIMENTICARE OSMANNORO
Boni: Un buco nero nella nuova rete di mobilità urbana. La tramvia non lo raggiunge e la linea ferroviaria fino a Campi Bisenzio E' in alto mare
“E’ ancora attuale le realizzazione della linea ferroviaria Osmannoro-Campi Bisenzio, prevista nell’accordo sul sottoattraversamento fiorentino dell’alta velocità ?”
A chiederlo è la Fit-Cisl toscana, che sottolinea come una delle aree più congestionate dal traffico fiorentino, quella di Osmannoro, viene completamente ignorata dalla nuova rete tramviaria di Firenze che si sta realizzando. “E’ un grave buco nero che occorre colmare, sciogliendo alcuni nodi connessi con l’attraversamento di Firenze da parte dell’Alta velocità” dice Stefano Boni, Segretario generale della Fit-Cisl toscana. Boni ricorda come il piano complessivo preveda che la rete tramviaria e i binari di superficie liberati grazie al tunnel TAV, si integrino, costituendo un unico sistema di mobilità cittadina. In quest’ottica, fa notare, “proprio per servire tutta la Piana, era previsto come parte integrante degli accordi per il sottoattraversamento, con tempi di realizzazione e costo di circa 80 milioni di euro, la realizzazione di una linea ferroviaria con doppio binario tra Osmannoro e Campi Bisenzio. Oggi però “ci salta agli occhi che esiste una programmazione della tramvia linea 4 che arriva a Campi già finanziata, mentre il raddoppio ferroviario Osmannoro-Campi Bisenzio è ancora in alto mare.” “Le due cose però –sottolinea Boni- non sono in alternativa, perché sia la linea 4 (Leopolda-Le Piagge-Campi Bisenzio) che la linea 2 (SMN-Peretola-Polo scientifico di Sesto) si muovono alla periferia dell'area industriale di Osmannoro senza alcuna penetrazione, penalizzando una zona industriale/logistica/commerciale a forte presenza di lavoratori che arrivano dalla città e dalla periferia.” “Si possono fare scelte diverse –conclude il Segretario Fit -: realizzare tutte queste opere, oppure ipotizzare il prolungamento della linea 2 dal Polo Scientifico di Sesto in direzione le Piagge, ricongiungendosi alla linea 3. Quello che non possiamo fare è rimanere senza certezze della valorizzazione dell'area industriale. Per questo la Fit chiede alle istituzioni, Comune di Firenze, Città Metropolitana e Regione, di fare chiarezza, tenendo presente la vocazione industriale e manifatturiera di tutta la zona. Lo sviluppo e l’occupazione si rilanciano anche mettendo a disposizione di cittadini e aziende servizi di trasporto adeguati. Firenze, 8 Maggio 2015 - comunicato stampa - |
TPL: CRESCE L'OSTRUZIONISMO PER LA GARA REGIONALE - COMUNICATO STAMPA 16/04/2015
L'allarme della Cisl Toscana su ricorsi e disinformazione
“La gara unica per il trasporto su gomma è l'unica strada per difendere gli interessi di cittadini, lavoratori e delle stesse imprese sane.
“La gara unica per il trasporto su gomma è l'unica strada per difendere gli interessi di cittadini, lavoratori e delle stesse imprese sane.
“Si intensifica, tra ricorsi al Tar e disinformazione, l'ostruzionismo contro la gara regionale per il Trasporto pubblico locale su gomma. Il rischio che la gara fallisca va scongiurato, nell'interesse dei cittadini, dei lavoratori e delle stesse imprese sane del settore.” E' l'allarme lanciato dal Segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce e dal Segretario della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni.
“Siamo molto preoccupati dicono Recce e Boni- per il futuro del TPL nella nostra regione. Il termine ultimo per la presentazione dell'offerta vincolante sta slittando di mese in mese, soprattutto a causa dei ricorsi che le aziende stesse hanno presentato al Tar con il rischio, o la speranza, di far fallire il progetto di gara unica.”
“Dopo che il Tar ha respinto il ricorso di Mobit, aggiungono i sindacalisti Cisl- sulla gara incombe ancora il ricorso della cordata che fa capo alla francese RATP (rinviato al 26 giugno prossimo). Intanto nel settore, a cominciare da alcune aziende, si continuano a diffondere messaggi destabilizzanti del tipo che la gara è inutile e dannosa per i lavoratori, che conviene farla fallire e che le risorse si troveranno comunque, che il Governo centrale è contrario ad una impostazione di bacino regionale.”
La Fit e la Cisl della Toscana invece credono che il riordino del TPL segni un cambiamento epocale, perché consentirà il rinnovo completo della flotta nell'arco di cinque-sei anni, la semplificazione tariffaria accompagnata da un progetto di servizi integrati senza più incompatibilità nei territori di confine fra provincia e provincia, la garanzia dei servizi e il mantenimento dell'occupazione e del reddito per i circa 5.550 lavoratori del settore.
“Solo così, concludono -Recce e Boni- si potranno garantire risorse certe anno per anno e mettere in sicurezza il TPL gomma da eventuali nuovi tagli dei Governi centrali. Per questo difenderemo la gara unica dagli attacchi di chi vuol difendere le proprie convenienze particolari e rendite di posizione, in linea con la nostra idea riformatrice e di modernizzazione del Paese.”
“Siamo molto preoccupati dicono Recce e Boni- per il futuro del TPL nella nostra regione. Il termine ultimo per la presentazione dell'offerta vincolante sta slittando di mese in mese, soprattutto a causa dei ricorsi che le aziende stesse hanno presentato al Tar con il rischio, o la speranza, di far fallire il progetto di gara unica.”
“Dopo che il Tar ha respinto il ricorso di Mobit, aggiungono i sindacalisti Cisl- sulla gara incombe ancora il ricorso della cordata che fa capo alla francese RATP (rinviato al 26 giugno prossimo). Intanto nel settore, a cominciare da alcune aziende, si continuano a diffondere messaggi destabilizzanti del tipo che la gara è inutile e dannosa per i lavoratori, che conviene farla fallire e che le risorse si troveranno comunque, che il Governo centrale è contrario ad una impostazione di bacino regionale.”
La Fit e la Cisl della Toscana invece credono che il riordino del TPL segni un cambiamento epocale, perché consentirà il rinnovo completo della flotta nell'arco di cinque-sei anni, la semplificazione tariffaria accompagnata da un progetto di servizi integrati senza più incompatibilità nei territori di confine fra provincia e provincia, la garanzia dei servizi e il mantenimento dell'occupazione e del reddito per i circa 5.550 lavoratori del settore.
“Solo così, concludono -Recce e Boni- si potranno garantire risorse certe anno per anno e mettere in sicurezza il TPL gomma da eventuali nuovi tagli dei Governi centrali. Per questo difenderemo la gara unica dagli attacchi di chi vuol difendere le proprie convenienze particolari e rendite di posizione, in linea con la nostra idea riformatrice e di modernizzazione del Paese.”
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