GE Oil e Gas, Fim: Bene gli investimenti, ma non dimentichi le relazioni industriali
Bene che General Electric investa in Italia, ma coinvolga di più i sindacati visto che parte delle risorse derivano da un accordo sindacale e non dimentichi i 230 lavoratori della Alstom di Sesto San Giovanni. E’ il richiamo che il coordinatore nazionale Fim-Cisl per il gruppo GE Oil&Gas-Nuovo Pignone, Alessandro Beccastrini, rivolge alla multinazionale statunitense.
“Ci fa piacere – dice Beccastrini - che l’iter per arrivare al nuovo investimento del progetto ‘Giano’ di GE Oil&Gas, che coinvolge Toscana e Piemonte, vada avanti. Ci piacerebbe però non doverlo sapere dalle dichiarazioni del Presidente della Toscana, Enrico Rossi, ma dalla stessa azienda a cui chiediamo di informare sull’avanzamento del progetto anche i sindacati, visto oltretutto che una parte delle risorse ad esso destinate derivano da precedenti accordi sindacali, in virtù dei quali GE beneficia di risparmi fiscali.”
“All’azienda – continua Beccastrini – chiediamo anche più attenzione per i 230 lavoratori della Alstom Energia di Sesto San Giovanni (Milano): dopo averla acquisita 18 mesi fa, GE ha deciso, unilateralmente e senza cercare alcun accordo con i sindacati, la chiusura del sito. 90 lettere di licenziamento sono già arrivate e c’è il concreto timore che questa sia la sorte prevista anche per gli altri.”
“Ci fa piacere – dice Beccastrini - che l’iter per arrivare al nuovo investimento del progetto ‘Giano’ di GE Oil&Gas, che coinvolge Toscana e Piemonte, vada avanti. Ci piacerebbe però non doverlo sapere dalle dichiarazioni del Presidente della Toscana, Enrico Rossi, ma dalla stessa azienda a cui chiediamo di informare sull’avanzamento del progetto anche i sindacati, visto oltretutto che una parte delle risorse ad esso destinate derivano da precedenti accordi sindacali, in virtù dei quali GE beneficia di risparmi fiscali.”
“All’azienda – continua Beccastrini – chiediamo anche più attenzione per i 230 lavoratori della Alstom Energia di Sesto San Giovanni (Milano): dopo averla acquisita 18 mesi fa, GE ha deciso, unilateralmente e senza cercare alcun accordo con i sindacati, la chiusura del sito. 90 lettere di licenziamento sono già arrivate e c’è il concreto timore che questa sia la sorte prevista anche per gli altri.”
Indotto GE: 19 licenziamenti alla Basis
19 licenziamenti subito e centinaia di posti di lavoro a rischio nell’indotto GE-Nuovo Pignone di Firenze.
L’allarme arriva dal segretario regionale della Fim-Cisl Alessandro Beccastrini.
La Basis, che fornisce servizi aziendali al Nuovo Pignone, ha aperto la procedura di mobilità per 19 dei suoi 90 lavoratori. “L’azienda è in crisi da tempo e lo sappiamo – dice Beccastrini - ma la modalità brutale con il quale ha deciso di muoversi, spalleggiata dall’Unione industriali di Prato, ci preoccupa molto. E ci spinge a chiedere a GE-Nuovo Pignone di discutere da subito quel codice di relazioni industriali per il suo indotto, ci cui si parla, finora a vuoto, da tempo. E alle istituzioni di prestare grande attenzione alle difficoltà di tante aziende dell’indotto Nuovo Pignone: Regione e GE hanno annunciato di recente la creazione di centinaia di posti di lavoro sulla costa. A Firenze centinaia di posti di lavoro rischiamo invece di perderli. Ci auguriamo che dalla Regione ci sia la stessa attenzione.”
Nell’immediato c’è da fare i conti con la crisi della Basis, “in difficoltà da tempo, tanto da aver utilizzato quasi tutti gli ammortizzatori sociali disponibili” spiega Beccastrini. “Siamo molto contrariati e preoccupati però per il modo in cui ci ha annunciato l’apertura delle procedure di mobilità per 19 persone. Farlo ora, alla vigilia dello stop di agosto, significa nei fatti rendere inutilizzabile gran parte dei 45 giorni per il confronto sindacale previsti dalla legge. Siamo ben consapevoli che c’è un problema e che va affrontato anche con provvedimenti difficili, ma vorremmo almeno discuterne. Questa scelta di Basis e Unione Industriali di Prato (l’azienda ha sedi a Firenze Prato) ce lo impedisce.”
“Sosteniamo da sempre – conclude Beccastrini - che anche i fornitori di GE, alla luce delle relazioni sindacali importanti che esistono con la multinazionale USA, debbano avere un codice nelle relazioni industriali. Questo caso e la bassa congiuntura del comparto Oil&Gas che sta mettendo in difficoltà molte aziende dell’indotto del Pignone, ci dicono che oggi è ancora più urgente.”
L’allarme arriva dal segretario regionale della Fim-Cisl Alessandro Beccastrini.
La Basis, che fornisce servizi aziendali al Nuovo Pignone, ha aperto la procedura di mobilità per 19 dei suoi 90 lavoratori. “L’azienda è in crisi da tempo e lo sappiamo – dice Beccastrini - ma la modalità brutale con il quale ha deciso di muoversi, spalleggiata dall’Unione industriali di Prato, ci preoccupa molto. E ci spinge a chiedere a GE-Nuovo Pignone di discutere da subito quel codice di relazioni industriali per il suo indotto, ci cui si parla, finora a vuoto, da tempo. E alle istituzioni di prestare grande attenzione alle difficoltà di tante aziende dell’indotto Nuovo Pignone: Regione e GE hanno annunciato di recente la creazione di centinaia di posti di lavoro sulla costa. A Firenze centinaia di posti di lavoro rischiamo invece di perderli. Ci auguriamo che dalla Regione ci sia la stessa attenzione.”
Nell’immediato c’è da fare i conti con la crisi della Basis, “in difficoltà da tempo, tanto da aver utilizzato quasi tutti gli ammortizzatori sociali disponibili” spiega Beccastrini. “Siamo molto contrariati e preoccupati però per il modo in cui ci ha annunciato l’apertura delle procedure di mobilità per 19 persone. Farlo ora, alla vigilia dello stop di agosto, significa nei fatti rendere inutilizzabile gran parte dei 45 giorni per il confronto sindacale previsti dalla legge. Siamo ben consapevoli che c’è un problema e che va affrontato anche con provvedimenti difficili, ma vorremmo almeno discuterne. Questa scelta di Basis e Unione Industriali di Prato (l’azienda ha sedi a Firenze Prato) ce lo impedisce.”
“Sosteniamo da sempre – conclude Beccastrini - che anche i fornitori di GE, alla luce delle relazioni sindacali importanti che esistono con la multinazionale USA, debbano avere un codice nelle relazioni industriali. Questo caso e la bassa congiuntura del comparto Oil&Gas che sta mettendo in difficoltà molte aziende dell’indotto del Pignone, ci dicono che oggi è ancora più urgente.”
Proudly powered by Weebly