Da Nexive una proposta irricevibile
Nocentini: “Quattro mesi di stipendio per rinunciare ai propri diritti, questo ci hanno offerto ! Pronti all’impugnazione dei licenziamenti”
“Quattro mesi di stipendio per rinunciare ai propri diritti. Dopo oltre 20 anni di lavoro. Questa è la stupefacente proposta che una multinazionale come Nexive è stata capace di fare ! Stiamo già lavorando per l’impugnazione dei licenziamenti.”
Così il segretario regionale della Slp-Cisl, Marco Nocentini, replica alla polemica sollevata dall’azienda di recapito postale dopo lo sciopero riuscitissimo di lunedì scorso. L’astensione dal lavoro, indetta da Slp-Cisl, Slc-Cgil e Uilposte contro il licenziamento di 9 lavoratrici nella filiale di Firenze, ha avuto adesione media dell’85%. Una delegazione sindacale è stata inoltre ricevuta dal Prefetto, che ha assicurato che avrebbe inviato al Ministero del Lavoro e al Ministero dello Sviluppo Economico una relazione sulla vertenza.
“Siamo rimasti stupiti dal comunicato stampa di Nexive su una ‘proposta di indennizzo’ per sostenere i lavoratori che avremmo rifiutato” dice Nocentini. Che spiega: “Nexive in caso di licenziamento con accordo deve pagare un ticket di 3000 euro a lavoratore, mentre in caso di licenziamento senza accordo deve pagare 9000 euro a lavoratore. Ebbene ci hanno proposto di fare un accordo che il lavoratore avrebbe dovuto sottoscrivere a fronte di un indezzo di 6000 euro, ovvero quanto avrebbero risparmiato grazie all’accordo. Ma avendo in mano accordi individuali non più rivendicabili da parte delle lavoratrici. Riteniamo inaccettabile che una multinazionale proponga una cifra di questo genere a lavoratrici che hanno mediamente 22 anni di servizio. I nostri studi legali sono già al lavoro per procedere con l’impugnazione dei licenziamenti.”
Così il segretario regionale della Slp-Cisl, Marco Nocentini, replica alla polemica sollevata dall’azienda di recapito postale dopo lo sciopero riuscitissimo di lunedì scorso. L’astensione dal lavoro, indetta da Slp-Cisl, Slc-Cgil e Uilposte contro il licenziamento di 9 lavoratrici nella filiale di Firenze, ha avuto adesione media dell’85%. Una delegazione sindacale è stata inoltre ricevuta dal Prefetto, che ha assicurato che avrebbe inviato al Ministero del Lavoro e al Ministero dello Sviluppo Economico una relazione sulla vertenza.
“Siamo rimasti stupiti dal comunicato stampa di Nexive su una ‘proposta di indennizzo’ per sostenere i lavoratori che avremmo rifiutato” dice Nocentini. Che spiega: “Nexive in caso di licenziamento con accordo deve pagare un ticket di 3000 euro a lavoratore, mentre in caso di licenziamento senza accordo deve pagare 9000 euro a lavoratore. Ebbene ci hanno proposto di fare un accordo che il lavoratore avrebbe dovuto sottoscrivere a fronte di un indezzo di 6000 euro, ovvero quanto avrebbero risparmiato grazie all’accordo. Ma avendo in mano accordi individuali non più rivendicabili da parte delle lavoratrici. Riteniamo inaccettabile che una multinazionale proponga una cifra di questo genere a lavoratrici che hanno mediamente 22 anni di servizio. I nostri studi legali sono già al lavoro per procedere con l’impugnazione dei licenziamenti.”
Poste, in Toscana mancano mille persone
Nocentini: “Carenze di personale drammatiche. C’e' attesa per la trattativa avviata a Roma”
“La Toscana da mesi sta affrontando una situazione drammatica per la mancanza di personale su tutti gli uffici postali della regione. Abbiamo stimato che nei vari comparti, tra sportelleria, recapito e Cmp, manchino circa mille persone.” A dirlo è il segretario toscano della Slp, il sindacato dei lavoratori postali della Cisl, Marco Nocentini.
“Queste carenze – spiega Nocentini - purtroppo si tramutano in disagi e disservizi per i cittadini, con code agli sportelli e con la corrispondenza che non viene recapitata tutti i giorni nelle province di Arezzo e Prato, che per prime sono partite con il modello di recapito a zone alterne.”
Lo scorso 4 Agosto a livello nazionale sono stati sottoscritti tra Poste Italiane S.p.A. e Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uilpost, Failp, Sailp e Ugl due importanti accordi: il primo sulla commessa Amazon, il secondo sulla contrattazione, che dovrà affrontare temi come la revisione dell'attuale modello di recapito a zone alterne e la carenza di personale.
“Per questo – spiega Nocentini – dopo mesi di scioperi e di proteste contro un management che non ha coinvolto i sindacati in alcuna trattativa, ora guardiamo con ottimismo alla ripresa del dialogo e abbiamo sospeso le agitazioni e gli scioperi. In calendario sono già fissate riunioni in cui si discuterà di rivisitazione dei modelli di recapito, contratto di lavoro, dinamica e fabbisogno degli organici e politiche attive del lavoro. Come sempre – conclude il segretario della Cisl Poste - vigileremo sul rispetto degli impegni presi e saremo pronti a ripartire con le proteste qualora non ci fossero delle risposte adeguate a queste gravi problematiche.”
“Queste carenze – spiega Nocentini - purtroppo si tramutano in disagi e disservizi per i cittadini, con code agli sportelli e con la corrispondenza che non viene recapitata tutti i giorni nelle province di Arezzo e Prato, che per prime sono partite con il modello di recapito a zone alterne.”
Lo scorso 4 Agosto a livello nazionale sono stati sottoscritti tra Poste Italiane S.p.A. e Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uilpost, Failp, Sailp e Ugl due importanti accordi: il primo sulla commessa Amazon, il secondo sulla contrattazione, che dovrà affrontare temi come la revisione dell'attuale modello di recapito a zone alterne e la carenza di personale.
“Per questo – spiega Nocentini – dopo mesi di scioperi e di proteste contro un management che non ha coinvolto i sindacati in alcuna trattativa, ora guardiamo con ottimismo alla ripresa del dialogo e abbiamo sospeso le agitazioni e gli scioperi. In calendario sono già fissate riunioni in cui si discuterà di rivisitazione dei modelli di recapito, contratto di lavoro, dinamica e fabbisogno degli organici e politiche attive del lavoro. Come sempre – conclude il segretario della Cisl Poste - vigileremo sul rispetto degli impegni presi e saremo pronti a ripartire con le proteste qualora non ci fossero delle risposte adeguate a queste gravi problematiche.”
PETIZIONE
CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE
I sottoscrittori della presente petizione si rivolgono ai livelli Istituzionali tutti per una adeguata opera di sensibilizzazione contro la scelta del Governo di collocare in borsa quote crescenti di Poste Italiane, completando un processo di privatizzazione del tutto scevro da alcun dibattito pubblico. Poste Italiane, titolare di un servizio universale che attiene ai diritti di cittadinanza, muta la sua identità di IMPRESA SOCIALE e rischia di essere divorata dal vortice della speculazione finanziaria.
A rischio il principio di SOCIALITA’, mixato in tutti questi anni con le ragioni di mercato, ricetta vincente che ha permesso, alla fine di un pesante processo di riordino di conti e di strutture organizzative, in piedi da oltre quindici anni, di centrare il risultato del risanamento, con solidi attivi di bilancio consolidati nel tempo: solo nel 2016, un miliardo di utili.
A rischio la chiusura di molteplici uffici postali, quelli poco redditivi, insediati nelle zone marginali, povere, periferiche del Paese, quei presidi operativi di Poste che assicurano servizi alle fasce sociali più deboli ed indifese della Collettività. Chi si occuperà di esse?
A rischio l’intero settore recapito, oggi stretto nella morsa di una crisi mondiale dei prodotti postali tradizionali che devasta la totalità degli operatori presenti sul mercato.
A rischio la tenuta occupazionale: migliaia e migliaia di posti di lavoro si perderanno, sacrificati sull’altare del rigoroso rispetto delle logiche di conto economico e di incremento della redditività complessiva d’impresa.
Operazione non a sostegno del Sistema Paese, bensì a tutela degli interessi delle solite oligarchie economiche e finanziarie che si impadroniranno, per una manciata di miliardi, della più grande rete infrastrutturale oggi presente nel nostro tessuto economico.
Il Popolo Postale confida nelle opportune sensibilità, assicurando sostegno a tutti quei soggetti che sposeranno la presente causa, quale autentica battaglia di civiltà.
A rischio il principio di SOCIALITA’, mixato in tutti questi anni con le ragioni di mercato, ricetta vincente che ha permesso, alla fine di un pesante processo di riordino di conti e di strutture organizzative, in piedi da oltre quindici anni, di centrare il risultato del risanamento, con solidi attivi di bilancio consolidati nel tempo: solo nel 2016, un miliardo di utili.
A rischio la chiusura di molteplici uffici postali, quelli poco redditivi, insediati nelle zone marginali, povere, periferiche del Paese, quei presidi operativi di Poste che assicurano servizi alle fasce sociali più deboli ed indifese della Collettività. Chi si occuperà di esse?
A rischio l’intero settore recapito, oggi stretto nella morsa di una crisi mondiale dei prodotti postali tradizionali che devasta la totalità degli operatori presenti sul mercato.
A rischio la tenuta occupazionale: migliaia e migliaia di posti di lavoro si perderanno, sacrificati sull’altare del rigoroso rispetto delle logiche di conto economico e di incremento della redditività complessiva d’impresa.
Operazione non a sostegno del Sistema Paese, bensì a tutela degli interessi delle solite oligarchie economiche e finanziarie che si impadroniranno, per una manciata di miliardi, della più grande rete infrastrutturale oggi presente nel nostro tessuto economico.
Il Popolo Postale confida nelle opportune sensibilità, assicurando sostegno a tutti quei soggetti che sposeranno la presente causa, quale autentica battaglia di civiltà.
Sciopero Poste, in Toscana adesione oltre il 70%.
Firenze, 4-11-2016 - Più di mille lavoratori in piazza a Firenze alla manifestazione regionale. "No alla privatizzazione completa".
Mille addetti toscani a rischio Sciopero Poste: in Toscana adesione oltre il 70%, più di metà degli uffici postali chiusi, servizi ridotti e code negli altri. E oltre mille persone da tutte le province in piazza a Firenze (davanti alla sede centrale di via Pellicceria) alla manifestazione regionale, indetta da Slp Cisl, Slc Cgil, Failp, Sailp e Ugl. Una mobilitazione contro la completa privatizzazione e la riorganizzazione del servizio che mette a rischio oltre mille posti di lavoro in Toscana e peggiora la qualità del servizio all'utenza. In piazza a Firenze erano presenti anche alcuni lavoratori umbri (è stato rivolto un applauso di solidarietà per le zone colpite dal sisma). Oltre al no alla privatizzazione, i sindacati hanno chiesto di "di fermare le macchine di una riorganizzazione del recapito che è solo tagli, di provvedere immediatamente a coprire gli organici minimi e indispensabili negli Uffici postali e vogliamo un progetto e investimenti per realizzare un polo logistico toscano e nazionale con al centro gli spazi e le potenzialità del CMP di Sesto Fiorentino". |
La denuncia del sindacato: code sempre piu' lunghe agli sportelli e servizio in crisi
Lo sciopero degli straordinari dal 25 luglio al 24 agosto indetto da Slc-Cgil, Slp-Cisl, Uilposte, Failp. Sailp, Ugl per i lavoratori delle Poste della toscana sta producendo molti disservizi nel territorio fiorentino, in molti uffici postali si arriva anche a un' ora di attesa e la posta viene recapitata anche una volta ogni dieci giorni.
La protesta che stiamo portando avanti è per manifestare la nostra netta contrarietà al processo di privatizzazione deciso dal governo e la forte carenza di personale.
“In provincia di Firenze –spiega Marco Nocentini della Slp-Cisl il personale applicato alla sportelleria e al recapito è insufficiente a garantire i servizi ai cittadini e questo determina una situazione non più sostenibile”. Agli sportelli i clienti subiscono il disagio di file interminabili e scaricano poi tutta la loro rabbia nei confronti degli sportellisti. Al recapito la carenza di personale, sta mettendo in ginocchio il servizio e la privatizzazione produrrà soltanto una riduzione di servizi.”
“I lavoratori e le lavoratrici dei Servizi Postali e della sportelleria, con lo sciopero delle prestazioni aggiuntive, oggi, oltre a manifestare la propria contrarietà alla privatizzazione e alla riorganizzazione di PCL ( Servizi Postali), possono rispondere anche alle continue pressioni aziendali, la cattiva organizzazione di lavoro e i precari mezzi e strumenti di lavoro messi a loro disposizione. Rivendicano, inoltre, l'utilizzo e la trasformazione dei lavoratori a Part Time a tempo indeterminato per far fronte all'attuale carenza di personale” dichiara Claudio Bellatti coordinatore Poste Slc-Cgil Firenze
“Dovremmo scongiurare la scellerata idea del governo di privatizzare totalmente Poste Italiane, per garantire l'occupazione dei nostri lavoratori, che già oggi lavorano in una situazione difficile e garantire ai cittadini la funzione sociale di Poste.” Dichiara Renzo Nardi segretario regionale Uilposte
La nuova organizzazione del recapito a giorni alterni che è partita nella provincia di Arezzo e Prato sta producendo grossissimi disservizi, infatti la corrispondenza rimane ferma negli uffici.
Poste Italiane - non ha finora dato segni di voler sopperire a queste carenze, nonostante le lamentele della clientela. Con questo sciopero vogliamo sbloccare una situazione non più accettabile e poter offrire un servizio migliore ai nostri clienti.
La protesta che stiamo portando avanti è per manifestare la nostra netta contrarietà al processo di privatizzazione deciso dal governo e la forte carenza di personale.
“In provincia di Firenze –spiega Marco Nocentini della Slp-Cisl il personale applicato alla sportelleria e al recapito è insufficiente a garantire i servizi ai cittadini e questo determina una situazione non più sostenibile”. Agli sportelli i clienti subiscono il disagio di file interminabili e scaricano poi tutta la loro rabbia nei confronti degli sportellisti. Al recapito la carenza di personale, sta mettendo in ginocchio il servizio e la privatizzazione produrrà soltanto una riduzione di servizi.”
“I lavoratori e le lavoratrici dei Servizi Postali e della sportelleria, con lo sciopero delle prestazioni aggiuntive, oggi, oltre a manifestare la propria contrarietà alla privatizzazione e alla riorganizzazione di PCL ( Servizi Postali), possono rispondere anche alle continue pressioni aziendali, la cattiva organizzazione di lavoro e i precari mezzi e strumenti di lavoro messi a loro disposizione. Rivendicano, inoltre, l'utilizzo e la trasformazione dei lavoratori a Part Time a tempo indeterminato per far fronte all'attuale carenza di personale” dichiara Claudio Bellatti coordinatore Poste Slc-Cgil Firenze
“Dovremmo scongiurare la scellerata idea del governo di privatizzare totalmente Poste Italiane, per garantire l'occupazione dei nostri lavoratori, che già oggi lavorano in una situazione difficile e garantire ai cittadini la funzione sociale di Poste.” Dichiara Renzo Nardi segretario regionale Uilposte
La nuova organizzazione del recapito a giorni alterni che è partita nella provincia di Arezzo e Prato sta producendo grossissimi disservizi, infatti la corrispondenza rimane ferma negli uffici.
Poste Italiane - non ha finora dato segni di voler sopperire a queste carenze, nonostante le lamentele della clientela. Con questo sciopero vogliamo sbloccare una situazione non più accettabile e poter offrire un servizio migliore ai nostri clienti.
Una manovra per fare cassa: questo l'obiettivo del Governo che nei giorni scorsi ha deciso di cedere il 35% di Poste Italiane a Cassa Depositi e Prestiti, al cui interno sono presenti le fondazioni bancarie, competitor di Poste. Mentre per il restante 29,7% ha deciso un’ulteriore vendita in borsa, come avvenuto per il 35,3% già venduto lo scorso ottobre. Scelte che, dicono i sindacati Slc-Cgil, Cisl-Slp, Uilposte, Failp-Cisal, Confsal e Ugl della Toscana, lascia molti dubbi sul futuro dell'azienda.
"Il Governo così non solo si priverà di un’entrata sicura dovuta ai dividendi che Poste distribuisce agli azionisti - attaccano i sindacati - ma smantellerà di fatto un servizio pubblico che interessa milioni di cittadini, visto che Poste Italiane effettua ancora un servizio sociale e universale, con una presenza capillare in tutto il Paese. La privatizzazione decisa dal Governo compromette l’unicità aziendale e pone seri dubbi sul futuro della più grande azienda del nostro Paese. Sono a rischio i settori più deboli come il recapito e la logistica, e regna incertezza nei settori più forti come il bancario e l’assicurativo visto che Cassa Depositi e Prestiti è, in parte, in mano alle fondazioni bancarie".
Queste le motivazioni dello sciopero nel mercato privati (Uffici Postali, settore bancario e assicurativo di Poste ecc):
La carenza di personale negli uffici impedisce la copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei ruoli specialistici, con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela. Mancate trasformazioni dei part time in full time
Strumenti ed attrezzature di lavoro obsoleti che rallentano le procedure di lavoro, con postazioni lavorative spesso non a norma
Il ricorso a continui distacchi/trasferte per coprire le carenze strutturali degli uffici
Bugdet assegnati agli uffici postali irraggiungibili, con pressioni commerciali che non rispettano il protocollo nazionale sottoscritto tra azienda e sindacati
Carenza di strumenti e mezzi idonei che spinge i lavoratori all’uso del proprio automezzo per gli spostamenti
Queste invece le motivazioni dello sciopero nel settore del recapito:
La riorganizzazione del recapito a giorni alterni ad Arezzo e Prato, dove è partito il programma come previsto dall'azienda, non sta funzionando. Ci sono notevoli quantità di giacenza di posta non recapitata nei tempi previsti. Come sindacati abbiamo già chiesto la sospensione della riorganizzazione, che di fatto ha già prodotto un centinaio di posti di lavoro in meno
Mezzi di trasporto e strumenti di lavoro del recapito mal funzionanti, con manutenzione carente e non sufficienti a coprire tutte le zone, palmari obsoleti che perdono continuamente la rete
Mancato utilizzo del personale part-time a tempo indeterminato che ha dato la disponibilità a lavorare con la clausola elastica, con continue assunzioni di personale CTD nei centri di recapito ed al CMP di Firenze
Flessibilità operativa e lavoro straordinario usati oltre alle casistiche previste dagli accordi, con richieste e pressioni comportamentali da parte dei responsabili dei centri
Per questo i Slc-Cgil, Cisl-Slp, Uilposte, Failp-Cisal, Confsal e Ugl della Toscana hanno deciso di scendere anche in piazza
Mercoledì 27 luglio 2016 a partire dalle 12,30
manifestazione di protesta in piazza della Repubblica a Firenze di tutto il personale di Poste Italiane della Toscana
Corteo e presidio davanti alla Prefettura in via Cavour
"Il Governo così non solo si priverà di un’entrata sicura dovuta ai dividendi che Poste distribuisce agli azionisti - attaccano i sindacati - ma smantellerà di fatto un servizio pubblico che interessa milioni di cittadini, visto che Poste Italiane effettua ancora un servizio sociale e universale, con una presenza capillare in tutto il Paese. La privatizzazione decisa dal Governo compromette l’unicità aziendale e pone seri dubbi sul futuro della più grande azienda del nostro Paese. Sono a rischio i settori più deboli come il recapito e la logistica, e regna incertezza nei settori più forti come il bancario e l’assicurativo visto che Cassa Depositi e Prestiti è, in parte, in mano alle fondazioni bancarie".
Queste le motivazioni dello sciopero nel mercato privati (Uffici Postali, settore bancario e assicurativo di Poste ecc):
La carenza di personale negli uffici impedisce la copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei ruoli specialistici, con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela. Mancate trasformazioni dei part time in full time
Strumenti ed attrezzature di lavoro obsoleti che rallentano le procedure di lavoro, con postazioni lavorative spesso non a norma
Il ricorso a continui distacchi/trasferte per coprire le carenze strutturali degli uffici
Bugdet assegnati agli uffici postali irraggiungibili, con pressioni commerciali che non rispettano il protocollo nazionale sottoscritto tra azienda e sindacati
Carenza di strumenti e mezzi idonei che spinge i lavoratori all’uso del proprio automezzo per gli spostamenti
Queste invece le motivazioni dello sciopero nel settore del recapito:
La riorganizzazione del recapito a giorni alterni ad Arezzo e Prato, dove è partito il programma come previsto dall'azienda, non sta funzionando. Ci sono notevoli quantità di giacenza di posta non recapitata nei tempi previsti. Come sindacati abbiamo già chiesto la sospensione della riorganizzazione, che di fatto ha già prodotto un centinaio di posti di lavoro in meno
Mezzi di trasporto e strumenti di lavoro del recapito mal funzionanti, con manutenzione carente e non sufficienti a coprire tutte le zone, palmari obsoleti che perdono continuamente la rete
Mancato utilizzo del personale part-time a tempo indeterminato che ha dato la disponibilità a lavorare con la clausola elastica, con continue assunzioni di personale CTD nei centri di recapito ed al CMP di Firenze
Flessibilità operativa e lavoro straordinario usati oltre alle casistiche previste dagli accordi, con richieste e pressioni comportamentali da parte dei responsabili dei centri
Per questo i Slc-Cgil, Cisl-Slp, Uilposte, Failp-Cisal, Confsal e Ugl della Toscana hanno deciso di scendere anche in piazza
Mercoledì 27 luglio 2016 a partire dalle 12,30
manifestazione di protesta in piazza della Repubblica a Firenze di tutto il personale di Poste Italiane della Toscana
Corteo e presidio davanti alla Prefettura in via Cavour
Poste: scioperi straordinari a Firenze e Prato
La denuncia del sindacato: servizio postale in crisi
Per un mese niente straordinari per i portalettere delle Poste delle province di Firenze e Prato.
La Cisl territoriale ha infatti proclamato lo ‘sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive’ dal 30 aprile al 24 maggio prossimo per tutti i lavoratori di Poste Italiane del settore del recapito delle due province, per protestare contro la carenza di personale e mancanza di strumenti, come motorini e automezzi, che produce ritardi nei tempi di consegna.
“Ci dispiace per i clienti che in questo mese subiranno ulteriori disagi, ma sappiano che ci stiamo battendo per poter offrire loro un servizio migliore” dice Marco Nocentini, segretario territoriale Cisl Poste.
“In provincia di Firenze e Prato –spiega Nocentini- il personale applicato al recapito è insufficiente a garantire i servizi ai cittadini e questo determina una situazione assai pesante. Al recapito la carenza di personale, unita a una organizzazione di lavoro che sta facendo acqua da tutte le parti, sta mettendo in ginocchio il servizio.”
“Poste Italiane –conclude il segretario Cisl Poste- non ha finora dato segni di voler sopperire a queste carenze. Per questo abbiamo deciso questa agitazione, per sbloccare una situazione non più sostenibile e poter offrire un servizio migliore ai nostri clienti.”
La Cisl territoriale ha infatti proclamato lo ‘sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive’ dal 30 aprile al 24 maggio prossimo per tutti i lavoratori di Poste Italiane del settore del recapito delle due province, per protestare contro la carenza di personale e mancanza di strumenti, come motorini e automezzi, che produce ritardi nei tempi di consegna.
“Ci dispiace per i clienti che in questo mese subiranno ulteriori disagi, ma sappiano che ci stiamo battendo per poter offrire loro un servizio migliore” dice Marco Nocentini, segretario territoriale Cisl Poste.
“In provincia di Firenze e Prato –spiega Nocentini- il personale applicato al recapito è insufficiente a garantire i servizi ai cittadini e questo determina una situazione assai pesante. Al recapito la carenza di personale, unita a una organizzazione di lavoro che sta facendo acqua da tutte le parti, sta mettendo in ginocchio il servizio.”
“Poste Italiane –conclude il segretario Cisl Poste- non ha finora dato segni di voler sopperire a queste carenze. Per questo abbiamo deciso questa agitazione, per sbloccare una situazione non più sostenibile e poter offrire un servizio migliore ai nostri clienti.”
Rapina alle Poste:
“Abbiamo piu' volte segnalato all’azienda la scarsa sicurezza”
“Abbiamo più volte segnalato all’azienda che negli uffici postali non ci sono le condizioni di sicurezza sufficienti, in quell’ufficio come in altri, ma l’azienda non ha mai fatto niente per migliorare la situazione.”
E’ la denuncia di Marco Nocentini, segretario della Slp-Cisl di Firenze, dopo la rapina di ieri alle Poste di via Magenta, a Firenze, dove sono stati aggrediti due dipendenti, uno dei quali con una siringa.
“Un tempo –spiega Nocentini- la zona dove lavoravano gli operatori era difesa da una blindatura. Poi si è scelto di eliminare questa netta separazione dalla clientela, sul modello delle banche.
Solo che le banche sono protette dalle ‘bussole’ all’ingresso e in alcuni casi anche dalla presenza di guardie giurate. Provvedimenti che le Poste non hanno mai voluto adottare se non per pochissimi casi; e questo ha causato un incremento delle rapine negli uffici postali. Anche se si tratta solo di uno sbandato con un temperino, le conseguenze psicologiche sui lavoratori possono essere pesanti, perché solo dopo si capisce l’effettiva pericolosità di chi agisce.”
“Da quando è stata tolta la blindatura –prosegue Nocentini - siamo un obiettivo facile per chi vuole mettere a segno un colpo.
Negli ultimi 10 mesi negli uffici postali del solo comune di Firenze sono state effettuate 10 rapine, più altre 3 rapine nei comuni limitrofi e 5 nella provincia di Prato. Come sindacato riteniamo questa situazione inaccettabile e chiediamo con forza un maggior impegno da parte di tutte le istituzioni per contrastare questa grave situazione e alle Poste chiediamo di potenziare in tempi rapidi i meccanismi di difesa a tutela dei lavoratori e dei clienti.”
E’ la denuncia di Marco Nocentini, segretario della Slp-Cisl di Firenze, dopo la rapina di ieri alle Poste di via Magenta, a Firenze, dove sono stati aggrediti due dipendenti, uno dei quali con una siringa.
“Un tempo –spiega Nocentini- la zona dove lavoravano gli operatori era difesa da una blindatura. Poi si è scelto di eliminare questa netta separazione dalla clientela, sul modello delle banche.
Solo che le banche sono protette dalle ‘bussole’ all’ingresso e in alcuni casi anche dalla presenza di guardie giurate. Provvedimenti che le Poste non hanno mai voluto adottare se non per pochissimi casi; e questo ha causato un incremento delle rapine negli uffici postali. Anche se si tratta solo di uno sbandato con un temperino, le conseguenze psicologiche sui lavoratori possono essere pesanti, perché solo dopo si capisce l’effettiva pericolosità di chi agisce.”
“Da quando è stata tolta la blindatura –prosegue Nocentini - siamo un obiettivo facile per chi vuole mettere a segno un colpo.
Negli ultimi 10 mesi negli uffici postali del solo comune di Firenze sono state effettuate 10 rapine, più altre 3 rapine nei comuni limitrofi e 5 nella provincia di Prato. Come sindacato riteniamo questa situazione inaccettabile e chiediamo con forza un maggior impegno da parte di tutte le istituzioni per contrastare questa grave situazione e alle Poste chiediamo di potenziare in tempi rapidi i meccanismi di difesa a tutela dei lavoratori e dei clienti.”
POSTE: PRESIDI A FIRENZE CONTRO I TAGLI
Oggi pomeriggio 24 Aprile, in piazza Gino Bartali, antistante il centro commerciale COOP di Firenze-Gavinana, davanti all’ufficio postale ‘Firenze Succursale 37’, si è tenuto un sit-in dei lavoratori di Poste italiane.
“La manifestazione –dice il Segretario regionale della Slp-Cisl, Vito Romaniello- rientra nella mobilitazione nazionale per protestare contro i tagli al personale previsti dal piano d’impresa che ci accompagnerà fino al 2020. Un piano di lacrime e sangue, ma solo per i lavoratori e per i clienti che dovranno fare i conti con la chiusura (solo in Toscana 63 chiusure e 37 riduzioni di orario), mentre i manager del gruppo continuano ad incrementarsi le già altissime retribuzione.”
Di seguito il comunicato di SLP Cisl Firenze Prato:
''Nel piano d’impresa presentato dall’amministratore delegato Francesco Caio si parla di ristrutturazione aziendale e di sviluppo, comprese 8.000 assunzioni. E’ SOLO UN FALSO PER PRIVATIZZARE POSTE ITALIANE
LA REALTA’ E’ UN’ALTRA:
• 25.000 ESODI INCENTIVATI IN 5 ANNI
• 500 UFFICI POSTALI CHIUSI IN ITALIA
• 5000 ZONE DI RECAPITO IN MENO TRA TAGLI E ZONE ALTERNE
• 220 UFFICI IMPRESA IN CHIUSURA
• 800.000 EURO IN MENO DI RICAVI NELL’ULTIMO ANNO
• ZERO INVESTIMENTI IN MEZZI E TECNOLOGIE
NEL FRATTEMPO VENGONO ASSUNTI NUOVI TOP MANAGER CON STIPENDI MILIONARI
LA CISL DICE BASTA E SCENDE IN PIAZZA CONTRO QUESTA VERGOGNA,,
“La manifestazione –dice il Segretario regionale della Slp-Cisl, Vito Romaniello- rientra nella mobilitazione nazionale per protestare contro i tagli al personale previsti dal piano d’impresa che ci accompagnerà fino al 2020. Un piano di lacrime e sangue, ma solo per i lavoratori e per i clienti che dovranno fare i conti con la chiusura (solo in Toscana 63 chiusure e 37 riduzioni di orario), mentre i manager del gruppo continuano ad incrementarsi le già altissime retribuzione.”
Di seguito il comunicato di SLP Cisl Firenze Prato:
''Nel piano d’impresa presentato dall’amministratore delegato Francesco Caio si parla di ristrutturazione aziendale e di sviluppo, comprese 8.000 assunzioni. E’ SOLO UN FALSO PER PRIVATIZZARE POSTE ITALIANE
LA REALTA’ E’ UN’ALTRA:
• 25.000 ESODI INCENTIVATI IN 5 ANNI
• 500 UFFICI POSTALI CHIUSI IN ITALIA
• 5000 ZONE DI RECAPITO IN MENO TRA TAGLI E ZONE ALTERNE
• 220 UFFICI IMPRESA IN CHIUSURA
• 800.000 EURO IN MENO DI RICAVI NELL’ULTIMO ANNO
• ZERO INVESTIMENTI IN MEZZI E TECNOLOGIE
NEL FRATTEMPO VENGONO ASSUNTI NUOVI TOP MANAGER CON STIPENDI MILIONARI
LA CISL DICE BASTA E SCENDE IN PIAZZA CONTRO QUESTA VERGOGNA,,
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